5000 anni di storia ripercorsi in un battito di ciglia. Tra i corridoi del Brussels Expo che, nemmeno sei mesi fa, era tutto imbellettato dagli allestimenti di Arne Quinze (qui il nostro report). Ma la musica è già cambiata, sotto il cielo di Bruxelles. Il leitmotiv, nel 2023, è quello dell’Art Nouveau, BRAFA presenta il meglio dello stile Liberty ai collezionisti da una parte all’altra del globo. Le date: dal 29 gennaio al 5 febbraio 2023. I protagonisti: 130 gallerie provenienti da 15 diversi Paesi, in una sfilata senza limiti dalla porcellana ai manoscritti antichi, dall’arte africana a quella contemporanea. Una wunderkammer – floreale – a portata di mano.
Qualche anticipazione. Ci sono la spilla a forma di ninfa in smalto e oro (1897-1898) e l’eccezionale pavone-diadema (1902) – capolavoro ritrovato di Philippe Wolfers – tra i tesori della galleria belga Epoque Fine Jewels. Ci sono il Nudo reclinato in bronzo del 1913 e la scultura Lassitudine del 1922 nello spazio di Cento Anni. Ancora, i paraventi pieghevoli creati da Paul Hankar, figura di spicco dell’architettura moderna, tra le offerte della Fondazione Re Baldovino. Poi la galleria milanese Ars Antiqua, al suo debutto a BRAFA 2023 con una veduta del Canaletto sul Canal Grande, verso la Riva degli Schiavoni. «Siamo davvero entusiasti di partecipare al BRAFA e di sperimentare il suo rinomato eclettismo», rivelano Federico e Francesco Bulgarini. «La nostra galleria si distingue per lo studio approfondito degli antichi maestri e sarà un privilegio promuovere la cultura italiana ad una platea di specialisti e collezionisti internazionali».
Non solo. Una statua in marmo della dea Psiche realizzata nel laboratorio di Adamo Tadolini, allievo prediletto del Canova, è tra le opere in mostra dalla milanese Galleria Cavagnis Lacerenza Fine Art. Fu proprio una copia di Amore e Psiche a segnare l’inizio della carriera di Adamo Tadolini, quando il suo maestro Canova gli assegnò il compito di riprodurre – sotto sua stretta osservanza – le proprie opere più celebri, a partire dal gruppo scultoreo oggi al Louvre. «Ammirare un’opera come quella di Adamo Tadolini equivale a osservare la storia da un punto di vista privilegiato», spiegano Giulia Cavagnis e Giovanni Lacerenza. «Le sculture, infatti, non sono semplici oggetti d’arte o elementi decorativi, ma portano su di sé i segni del tempo che scorre, trasformandolo in realtà tridimensionale».
Appuntamento al 29 gennaio, sotto il cielo di Bruxelles.
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