Cindy Sherman alla Portrait Gallery di Londra |

di - 18 Luglio 2019
In una società in cui la tecnologia ci incoraggia sempre più a comunicare in modalità selfie, non può certo stupire che l’autoritratto venga visto come un linguaggio che ci rappresenta e a cui ci possiamo facilmente relazionare. Pertanto, non ci si sorprende della popolarità di un’artista come Cindy Sherman, la quale, attraverso questo genere, ha stabilito la sua posizione di icona dell’arte contemporanea internazionale. Per tutta l’estate, la National Portrait Gallery di Londra le dedica una mostra antologica, centrata sul concetto dell’autorappresentazione come critica sociale.
Moltissimo si è parlato di come le fotografie di Cindy Sherman sovvertano il “male gaze”, ossia lo sguardo maschile, espressione coniata da Laura Mulvey negli anni Settanta per definire l’implicito punto di vista patriarcale che permea la comunicazione e la cultura visiva, diventandone un aspetto tacitamente onnipresente. La sua celeberrima serie Untitled Film Stills (1977-80), che ancora adesso rappresenta uno dei momenti più incisivi della sua carriera, coglie esattamente questa sovversione. Si tratta di still cinematici fittizi, in cui Sherman si fa protagonista in numerose vesti. Ogni immagine racchiude una narrativa sospesa, in cui la femminilità del personaggio è al contempo ironizzata e resa intenzionalmente oggettificata e vulnerabile. Accanto a questa serie, la mostra include diverse fasi del lavoro di Sherman, ripercorrendone il tragitto professionale.
Osservando questa vasta collezione di opere, l’enfasi sull’autoritratto per quasi cinque decadi di lavoro può apparire alquanto ossessiva oppure, con uno sguardo più cinico, il prodotto di un mercato internazionale che ha reso queste opere quotatissime e ne ha privilegiato l’esposizione. Ma c’è una chiave di lettura che sottolinea la continua originalità di quest’artista: la performatività. Approcciare alle sue opere come lavori prettamente fotografici ne limiterebbe l’importanza. Dalle prime serie, come Murder Mystery People alle più recenti come Flappers, la capacità camaleontica di Sherman non sta solo negli effetti speciali o nel trucco e prostetica: c’è una profondità in ogni personaggio, un sottotesto che rende ogni figura volutamente ambigua, tragicomica. Questi dettagli si rivelano nel linguaggio corporeo, nella psicologia dietro a ogni sguardo, espressione e gestualità. Tra le opere più recenti, spicca la serie Society Women (2008), che caricaturizza le contraddizioni di classe. Ogni immagine ritrae donne potenti ma con un persistente complesso di apparenza, che sia nel farsi vedere più riuscite, più ricche, più giovani, più desiderabili.
Ciascuno dei lavori di Sherman è meticolosamente composto. La mostra stessa vuole invitarci nel suo processo, ricreandone lo studio e, attraverso un video realizzato da Genevieve Hanson, le sue annotazioni che richiamano degli storyboard cinematografici. È questo il mondo di Cindy Sherman: sfaccettature di personaggi misteriosi, che ci confrontano e seducono allo stesso tempo. Di conseguenza, noi, come spettatori, siamo parte del loro contesto sociale, la nostra posizione altrettanto ambigua. (Jacek Ludwig Scarso)

Articoli recenti

  • Mostre

“La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos” in mostra a Vicenza

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…

23 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02