Alla The Address Gallery di Brescia, Edouard Nardon, artista di origine francese che vive e lavora a New York, si presenta con la mostra âBlue Pruno Blueâ, da lui stesso installata come sequenza significante di dipinti e sculture.
Lâalternanza âa cori battentiâ fra pittura e scultura, attua una fascinosa contrapposizione o meglio la convivenza di emozioni, intenzioni, media contrastanti: lirismo confortante e dramma incombente, sogno e incubo, velature pittoriche e materiali assemblati, il tutto tenuto insieme da una âtensioneâ che è anche veicolo della trasmutazione da uno stato dellâanima allâaltro opposto.
Le tele, direttamente dipinte senza preparazione di fondo e senza un disegno organizzatore, sono percepibili come un continuum che fluisce dallâartista alla sua mano e da qui alla traccia, in un modo che appare immediato, spontaneo, imprevisto nel segno ma inevitabile nella conclusione evocativa.
In esse si svolgono composizioni di campiture colmate con la leggerezza di una pittura âstirataâ al velo e connesse da linee grafiche di intima tensione: ne nascono figure oniriche che avviluppano con grandi âaliâ piccole immagini di donna, tanto piccole quanto dolci e rassicuranti â un ricordo infantile ed amoroso al tempo stesso â, mentre le ali si trasformano in lunghe adunche mani (quelle del Nosferatu di Murnau?) lasciandoci nellâansia che la figura che le avvolge sia il fantasma che le strappa da noi.
Da un astrattismo lirico i dipinti evolvono verso un informale simbolismo.
Questo contrasto fra tensione e calma, fra dramma e spontanea serenitĂ , viene enfatizzato nel dialogo con le sculture polimateriche, evocandone la sofferenza attraverso la frattura di mani allungate in ceramica, che appaiono adunche come quelle dei dipinti â ma recano stavolta il dolore su di sĂŠ â, attraverso la ripetizione di elementi quotidiani consunti â lâiterazione delle saponette â, attraverso lâevocazione concettuale del cosiddetto vino Blue Pruno â autoprodotto nelle carceri â come simbolo delle costrizioni dellâesistenza, ma anche con la contaminazione simbolista del mito come espressione intima di sogno, speranza e destino individuali.
Lâelemento accomunante resta la tensione delle linee (ora materiali) di collegamento, che diventano spaziali nei cavi, tesi o laschi tanto quanto le grafie planari dei dipinti: cavi che uniscono fisicamente sculture e dipinti, dando il senso anche dellâinstallazione site-specific.
Nelle sculture sembra imporsi la pietas per la sofferenza, ma senza la possibilitĂ di un riscatto e senza lâillusione della dolcezza da cui partono i dipinti.
Potremmo azzardare un paragone tra le figure evanescenti dei dipinti, che nella loro naturale bidimensionalitĂ rimandano al sogno del cinema, e la plastica tensione delle sculture, che con la tridimensionalitĂ ci avvicina alla tragedia nel teatro, quasi fossero scenografie surrealiste che raccontano il dramma della vita.
Marco Ticozzi
Dal 12 settembre al 3 novembre 2019
Edouard Nardon, Blue Pruno Blue
The Address Gallery
Via Trieste 39/a, Brescia
Orari: Lun â Sab : 11.00 -13.00; 16.00-19.00 Dom: 16.00-19.00
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