Erotismo floreale: Pornosynthesis

di - 24 Luglio 2019
Se le piante avessero un lato seducente tale da essere considerato porno? Quando i fiori scostano i petali svelano le loro parti più intime e manifestano una trasgressione al senso del pudore che si avverte sfogliando le pagine di Pornosynthesis, un libro dalle immagini erotiche inaspettate, poiché il soggetto raffigurato non è il corpo umano ma quello vegetale.
Il testo, pubblicato recentemente, è opera di Catherine Losing e Robert Graves-Morris, due fotografi Britannici che hanno immortalato l’aspetto sensuale dell’universo botanico, soffermandosi su dettagli ingigantiti.
Questi fiori provocanti non sono reali ma riproduzioni modellate a mano in argilla, fotografate e infine ritoccate dallo studio Londinese PT Retouch e dal designer Oreoluwa Ayoade, anche lui britannico. Pornosynthesis non è solo un gioco di parole ironico, né un tentativo perverso di imporre una qualità erotica a qualcosa che non ha nulla a che vedere con la sessualità.
Se l’obiettivo dei due fotografi ha stuprato lo stereotipo del fiore candido, c’è un motivo preciso. Questa raccolta di immagini fa parte di un programma che include una causa ambientale: la protezione delle api.
I proventi della vendita del libro a luci rosse, acquistabile online su Magma Books o al negozio del Tate Modern, sono destinati a The Bee Cause, un progetto di cui si occupa la comunità internazionale Friends of the Earth fin dal 2012.  Il programma propone di evitare l’estinzione delle api nel Regno unito, dove ben trentacinque specie di questi insetti rischia la scomparsa con il pericolo di un grave impatto sul pianeta.
Attribuire una qualità lussuriosa al mondo vegetale non è un’idea inedita: Georgia O’Keeffe fu nota per i suoi fiori monumentali dipinti su tela spesso associati a vagine, mentre tra i fotografi più celebri di questi soggetti emerge Mapplethorpe, che ricordiamo anche in occasione della mostra a lui dedicata presso Galleria Corsini di Roma visitabile fino al 9 ottobre.
Un porno vegetale è qualcosa di insolito, ma l’aspetto che rende unico il progetto rispetto ad artisti che precedentemente hanno associato l’eros alle piante, sta nel fatto che lo scopo di queste foto non si ferma al mero godimento visivo, ma si protende verso una causa ambientale che, unita all’arte, vuole raggiungere l’obiettivo di tutelare la biodiversità. (Chiara Bonanni)

Laureata in storia dell’arte con specializzazione in ambito contemporaneo all’Università La Sapienza di Roma. Durante la sua formazione ha studiato presso l’Universidad de Sevilla e Université Paris Sorbonne IV. I suoi studi si sono concentrati sull’arte andalusa contemporanea, sull’arte contemporanea femminile e gender studies. Ha svolto ricerche nell’archivio parigino AWARE, Archives of Women Artists, Research and Exhibitions, un'associazione co-fondata nel 2014 e diretta dalla celebre curatrice Camille Morineau. Tra il 2014 e il 2016 ha scritto per The Walkman Magazine e dal 2019 collabora con Exibart. In questi anni si è occupata di progetti di curatela come assistente di galleria e ha partecipato al Workshop Narrare per immagini al MAXXI e al progetto I had a dream, organizzato nel 2018 dalla Moleskine Foundation, insieme al curatore Simon Njami presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

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