Lo spazio si è inaugurato con “Thicker than water”, personale dell’artista Seba Kurtis (nato nel 1974 in Argentina, vive e lavora nel Regno Unito) a cura di Daniele De Luigi, che dal 5 settembre riaprirà i battenti. I lavori presentati – immagini fotografiche e un video – sono stati esposti al festival della Fotografia Europea svolto di recente a Reggio Emilia e affrontano la questione dell’immigrazione e della clandestinità; tematiche centrali nella realtà contemporanea, dai risvolti sociali, culturali ed economici.
Condizioni e processi che Kurtis conosce per esperienza diretta: emigrato dall’Argentina a causa della crisi che colpì la nazione nel decennio scorso, ha vissuto per anni da immigrato irregolare in Europa prima di avere permessi legali.
Le sue fotografie sono ritratti di singole persone che rivelano, attraverso uno sguardo fisso in camera, il proprio vissuto di immigrazione; non solo soggetti, sono individualità alla ricerca di un differente senso di comunità in nazioni diverse dalla propria terra di origine, nazioni che non riconoscono questi individui come parte integrante della vita pubblica, nonostante il loro contributo sociale ed economico al sostegno della collettività.
Gli ambienti catturati negli scatti di Kurtis – sfondo dei ritratti o soggetti stessi delle fotografie – sono reali spazi di ritrovo e aggregazione per immigrati e clandestini che, in quegli arredamenti datati e improvvisati, condividono le proprie esperienze.
Le fotografie più astratte, invece, amplificano la percezione di una costante tensione interiore e sociale (tra passato e presente, tra personalità individuale e comunità) vissuta da persone costrette alla clandestinità. In questi lavori – ottenuti da una pellicola sovraesposta, poi scannerizzata ad alta saturazione – i soggetti sono quasi (o del tutto) invisibili e sembrano inglobati dai colori accesi e invadenti dell’ambiente circostante; proprio come accade ai clandestini, spesso fagocitati dalle società.
Il video, infine, è un diretto riferimento all’heartbeat impiegato per individuare i clandestini nascosti nei camion; il susseguirsi del battito cardiaco rivela progressivamente l’estrazione dell’immagine, appena visibile, dal negativo fotografico
Dalla ricerca artistica di Kurtis emergono differenti spunti riguardanti la complessità dell’integrazione, un processo individuale quanto collettivo, in atto, e forse senza mai fine.
chiara bocchi
mostra visitata il 28 giugno 2012
dal 3 luglio al 24 settembre 2012
Thicker than water – Seba Kurtis
a cura di Daniele De Luigi
The Format – Contemporary Culture Gallery
via Giovanni Enrico Pestalozzi, 10 (Int. 32) – Milano
Orari di apertura: dal martedi al venerdì ore 14 – 20 o su appuntamento
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