“Palazzoli è stato il mio unico mercante, l’unico al quale affidavo i miei quadri perché li vendesse, li esponesse, insomma ci facesse tutto quello che doveva farci. E tutto senza contratto, sempre sulla parola; lui era un mio amico, andavamo anche a caccia insieme, io avevo fiducia di lui ed è andato sempre tutto magnificamente bene, in totale amicizia sino alla sua morte”.
Con queste parole Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), uno dei maggiori protagonisti dell’Informale europeo, ricorda il sodalizio che lo legò dal 1957 a Peppino Palazzoli, fondatore della Galleria Blu di Milano. A questo legame professionale e amicale, che loro stessi chiamavano scherzosamente “Santa Alleanza”, è dedicata la rassegna in corso presso il Palazzo Verbania di Luino.
L’esposizione, curata da Piera Corsini, è suddivisa in due sezioni: in una sala si trovano una dozzina di capolavori del Maestro umbro che documentano la sua produzione dal 1955 al 1973; in un’altra stanza sono invece esposti ritagli di giornale, fotografie, lettere, cataloghi di mostre e inviti provenienti dal ricco archivio della galleria di via Senato.
I lavori in mostra esemplificano i diversi aspetti della produzione di Burri, caratterizzata dall’uso di materiali semplici presi dalla realtà quotidiana e da una struttura geometrica che ordisce la rappresentazione. Il percorso espositivo parte con i famosi “Sacchi” della metà degli anni Cinquanta per poi passare alle “Combustioni” su carta, legno e plastica fino ai “Cretti” degli anni Settanta. A scandire le varie tappe della carriera dell’artista umbro sono esposte opere capitali della sua ricerca come Grande Sacco del 1954, Nero del 1956, Combustione del 1961, Plastica del 1964 e Bianco del 1973.
Il vero fascino della mostra consiste però nella possibilità di ricostruire la cronaca del rapporto che unì l’artista umbro al suo gallerista, attraverso i numerosi documenti, molti dei quali inediti, conservati dalla famiglia Palazzoli.
Il carteggio tra il pittore e il mercante testimonia di una confidenza, un interessamento reciproco e una capacità di scherzare insieme che sono il segno di un affetto cordiale. Accanto alle usuali comunicazioni tecniche si trovano, infatti, battute e saluti amichevoli inviati solo per il piacere di sentirsi o per commemorare qualche ricorrenza. Esemplificativo è il telegramma del 1961 in cui Palazzoli scrive a Burri, che si è ammalato durante un viaggio in Messico: “Iniziando oggi quarto anno Santa Alleanza alzo il bicchiere inneggiando anno nuovo. Auguro Albertuccio pronta totale guarigione”.
Dopo la tappa luinese, la rassegna approderà questo autunno alla Galleria Blu di Milano, nella sua sede di via Senato inaugurata proprio da una mostra di Alberto Burri nel 1968. A corredo della rassegna è stato pubblicato un catalogo con un importante saggio di Elena Pontiggia e la riproduzione di molti documenti esposti.
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lleanza". Complimenti a Piera Corsini che ha lodevolmente curata l'espozione e ci ha permesso di vedere opere stupende. Ad Alberto Burri omaggi.
Non c'è niente da fare...
Era il più grande.