Tema classico e svolgimento inedito. Così appare l’esposizione curata da Antonia Alfonsina Pansera ad aprire la prima stagione negli spazi della galleria Open Art a Milano. Perché il ritratto, dai busti degli imperatori nell’antica Roma agli spietati ritratti di Lucian Freud, passando per la forma di indagine e riflessione più diretta sul proprio esistere che è l’autoritratto, è la costola d’Adamo dell’Arte, irrinunciabile stimolo all’espressione, il mezzo prescelto per consegnare al pubblico la concentrata vitalità dell’artista. E forse proprio perché il concetto di ritratto è agglomerante e racchiude in sé il segreto dell’eterna giovinezza – cosa che di questi tempi lo rende una categoria invidiatissima se si considera che invecchia  improvvisamente  – viene spesso utilizzato per introdurre giovani artisti.
Così, la giovane curatrice Pansera sceglie di riunire e presentarne tre molto diversi tra loro per provenienza, orientamento, espressività : Paolo Labbra, Liana Ghukasyan e Sebastiano Benegiamo.
Il primo, autodidatta, punta nei suoi ritratti su colore e scomposizione delle forme: fedele ai canoni delle piĂą importanti avanguardie europee, in una sorta di personale rivisitazione delle stesse, ritrae i suoi amici e conoscenti facendo della sua socialitĂ materia di studio.
Liana Ghukasyan pittrice armena trapiantata in Germania, è contaminata dalla sua voracità espressiva e racconta, nelle sue tele in bianco e nero attraversate da scariche vermiglie, le sue esperienze, mettendo in scena la sua forte femminilità attraverso la forza gestuale e “primitiva” del suo tratto.
I ritratti di Sebastiano Benegiamo, toscano, rivelano un’anima più intimista e si contraddistinguono per il procedimento tecnico utilizzato. Schizzato il volto del soggetto prescelto sul cartone, inizia una lenta e paziente erosione del materiale mediante cancellature ed aggiunta di acqua che permette di esfoliare sistematicamente il lavoro di partenza. Alla fine, del volto non resta nient’altro che un alone, un’idea, una sfumatura, una traccia. Il cartone lavorato sembra perdere le sue caratteristiche molecolari per trasformarsi in un materiale più coriaceo, e assimilarsi ad una superficie muraria, al cancellato schizzo preparatorio di un affresco.
Questi tre artisti indagano quindi diversi aspetti del ritratto: da una dimensione che rinuncia allo sguardo interiore per aprirsi al mondo sociale ad una più autobiografica per approdare ad una più filosofica. E distanti fra loro sono anche gli esiti: da un’estrema saturazione del colore, ad una espressività forte e diretta, ad un’uniformazione, un nascondimento.
Francesca Coppola
Mostra visitata il 20 novembre 2013
Dal 14 al 30 novembre 2013
Ritratto in vita
Open Art Milano
C.so Buenos Aires 77 – Milano
Orari: da lunedì a sabato dalle ore 10 alle ore 19