La Triennale di Milano ospita la mostra To Face di Paola de Pietri (a cura di Roberta Valtorta), già presentata al MAXXI di Roma la scorsa primavera. L’artista, vincitrice con questo progetto dell’ambito premio Renger Patzsch Award 2009, istituito dal Folkwang Museum di Essen e promosso dalla Dietrich Oppenberg Stiftung, propone al visitatore alcuni scatti di quei territori alpini che, costituendo il confine naturale tra Austria e Italia, divennero lo scenario dei sanguinosi scontri della prima guerra mondiale. Paesaggi che dal conflitto stesso sono stati “violati”, che ospitarono “violenze” e che di queste, nelle gallerie scavate nella roccia, nelle trincee, offrono – pur nell’implacabile rigenerazione di cui è capace la Natura – una traccia visibile.
Rivedere questa desolazione: radure dall’erba rada dominate dalla foschia, pietraie immobili e fredde, pini che poggiando su dossi artificiali alterano il paesaggio, non è come immergersi in una New York silente e alle prime luci per ammirarne gli imponenti alberi ben ritratti da Mitch Epstein; e non è neanche un’inquietante visione alla Cyprien Gaillard sugli ipotizzati futuri conflitti bellici (le serie di video Real Remnants of Fictive Wars) dove la lussureggiante quiete di paesaggi incontaminati è turbata dal’apparizione di sinistre nubi di fumo. No, qui in apparenza non c’è niente che turbi la quiete di alta montagna, nessun rumore a fendere l’aria rarefatta che trasuda dalle immagini.
Eppure, se appena chiudiamo gli occhi veniamo ricatapultati nel passato storico, direttamente in trincea, indotti a “completare l’immagine”, a visualizzare gli interminabili momenti di quello scenario di guerra, a sentire il rumore assordante delle detonazioni, quasi a strisciare insieme ai soldati. Riapriamo gli occhi e invece la trincea è solo un fosso dove la natura ha fatto il suo corso, il tunnel scavato nella roccia è desolatamente vuoto. Rimangono solchi, dossi, resti. La natura si è ripresa ciò che le apparteneva, anche il silenzio, che si alterna ad un rumore assordante, esplosivo.
Il silenzio di Paola de Pietri produce in questo senso rumore. La sua fotografia è altamente interattiva, perché chi osserva allo scatto aggiunge, attingendo dal ricordo dei libri di scuola, una personale visione. Un lavoro originale, tecnicamente impeccabile, che richiama una memoria collettiva degna di essere suscitata. Il catalogo dell’intero progetto, consultabile in mostra, è pubblicato dall’editore tedesco Steidl.
Francesca Coppola
mostra visitata il 7 marzo
dal 2 marzo al 31 marzo 2013
Paola de Pietri, To Face
Triennale Viale Alemagna, 6 – (20121) Milano
Orari: da martedì a domenica 10.30-20.30, giovedì 10.30 – 23.00