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Fuori dal vaso | Vulcano
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Il punto di crisi è la trementina, il terreno comune le nuove tecnologie. Pervasive entrambe. Fisica, fastidiosa e impregnante la prima; onnipresenti, invisibili e inodore le seconde.
Anche chi dipinge, oggi, pur facendosi portatore di una tradizione millenaria, è una donna o un uomo contemporaneo che condivide strumenti tecnologici in grado di permeare la realtà, così come chi li utilizza come mezzo reale di produzione. La differenza sta nella rielaborazione che ne viene data, nei metodi, negli approcci al fare. Per questo la residenza dei quattro pittori, tutti usciti dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, nei nuovi spazi dell’agenzia Vulcano di Marghera, si è rivelata feconda e, per certi versi, inaspettata.
L’idea dell’agenzia di creative è quella di dare un battesimo diverso dal solito al nuovo spazio di Marghera in cui si sono da poco spostati, uno di quegli edifici con il sapore del loft newyorkese che si trovano incastonati, a volte, proprio tra le maglie dell’ex polo industriale. L’agenzia si trasferisce, dando nuovo corso alla sua storia di innegabile successo iniziata sei anni fa, e decide di rompere il ghiaccio condividendolo con quattro artisti in residenza, tutti pittori, tutti apparentemente molto distanti dal modus operandi dell’agenzia, ma in realtà non poi così dissimili, vista l’origine creativa del lavoro di entrambi. Un luogo di incontro che si fa quotidianità durante i due mesi di residenza e che si trasforma in tessuto permeabile di confronto e scambio. Il tutto corredato da una documentazione d’eccellenza, che ha visto all’opera fotografi, grafici, designer… felici di poter produrre contenuti senza una specifica committenza e non vincolati a limiti di budget. Un’avventura abilmente orchestrata dai curatori, Daniele Capra e Nico Covre, che hanno saputo tenere l’equilibrio di quella che non ci sembra essere la solita proposta di collaborazione arte-azienda, ma qualcosa di più sostanzioso e omogeneo, in grado forse di lasciare il segno in chi ha condiviso l’esperienza.
Beatrice Gelmetti (Verona, 1991), con il suo approccio aniconico e gestuale ha riempito le volumetrie di Vulcano di tela addizionata a pittura corposa e materica, da cui emergono timide presenze antropomorfe. Adelisa Selimbašić (Malsch, Germania, 1996), che ha trovato qui una dimensione alternativa all’atelier riuscendo a portare a un livello nuovo la sua ricerca, innesta nello spazio quella tensione vissuta da lei stessa tra il gioco dei bambini e il pericolo, corto circuito che si trasforma in malizioso ammiccamento. Mattia Sinigaglia (Sirmione, 1989) porta a compimento ora una delle sue ultime grandi tele, in cui il dettaglio geometrico accoglie il simbolismo esoterico e la figura umana. Francesco Zanatta (Treviso, 1989) dà libero corso all’aggregazione di elementi naturali e umani immersi nell’indefinito surreale che sembra tenere sempre tutti in bilico, al limite della trasformazione in altro da sé.
Penzo+Fiore
Dal 29 Novembre 2019 al 10 Gennaio 2020
Vulcano
via delle Industrie 23/D
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 e 15-18 o su appuntamento