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DOWN
È stata, per Exibart, una delle notizie più “cliccate” dell’anno. E non c’è da stupirsi, quando si tocca la “Sacerdotessa” della performance, Marina Abramović.
No, non stiamo parlano della mostra “The Cleaner” a Palazzo Strozzi, ma di quegli attimi di paura che hanno coinvolto l’artista domenica 23 settembre scorso, quando era stata colpita alla testa con una tela raffigurante un suo ritratto da un sedicente artista, originario della Repubblica Ceca, di nome Vaclav Pisvejc. E lui, a sua volta, un “performer”: nel 2012, sempre a Firenze, tappezzò l’ex convento di Sant’Orsola con dei finti dollari; nel 2014 si sdraiò nudo di fronte all’ingresso del museo Casa Martelli: stessa scena l’anno dopo, nudo lungo la navata di Santa Maria del Fiore, mentre nel gennaio 2018 aveva imbrattatato con vernice arancio la scultura di Urs Fischer che per mesi è stata ospitata in piazza Signoria.
Marina, senza perdere la sua “pratica” l’aveva voluto guardare negli occhi e chiedere il perché di questo gesto. Una storia decisamente down.
Assurdo, dopo quasi un secolo dalla nascita di Beuys, sentire ancora sminuire un artista dandogli del sedicente.