Instagram, l’app per foto (e oramai molto altro) creata da Kevin Systrom e Mike Krieger ha ufficialmente raggiunto più di
600 milioni di iscritti.
Dato che il 2016 si è appena concluso, il famoso social network ha rilasciato alcune classifiche: al primo posto tra i luoghi più visitati al mondo ci sono i parchi divertimenti della Disney, la città più fotografata è New York e l’hashtag più usato un banalissimo #love. E per quanto riguarda l’arte? Grazie ai dati fornitegli dal team di Instagram che si basano sulla geolocalizzazione, Artnet ha pubblicato una lista dei 25 musei più “instagrammati” del mondo: al primo posto troviamo il Louvre di Parigi, a seguire il Metropolitan e il MoMa, poi il LACMA e il Broad di Los Angeles. Al sesto posto il World Trade Center 9/11 Memorial, l’American Museum of Natural History e il Whitney Museum of American Art, tutti e tre sempre a New York. Al nono posto il British Museum, poi l’Art Institute of Chicago, il Natural History Museum di Londra, il Centre Pompidou e il Musée d’Orsay a Parigi, il Philadelphia Museum of Art, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Victoria and Albert Museum di Londra ed il Palacio de Bellas Artes in Messico. Ecco finalmente al diciottesimo posto l’Italia, con i Musei Vaticani. Continuiamo con il J. Paul Getty Museum a Los Angeles, il Museo Guggenheim Bilbao, la Renwick Gallery a Washington DC, la National Gallery di Londra, il Pinto Art Museum nelle Filippine, la Fondation Louis Vuitton di Parigi e per concludere, al 25esimo posto la National Gallery of Victoria, a Melbourne.
Quindi? La Grande Mela è sicuramente in cima con 5 musei, seguita da Parigi e Londra con quattro ciascuno e Los Angeles con tre.
C’è da dire che dato che la classifica si basa sul “geotagging” (l’azione tramite cui si associa una persona o un luogo a una fotografia), molti musei citati non corrispondono a quelli inseriti nella lista dei più visitati del mondo. La Tate, che sopra non compare, nel 2015 era al settimo posto con 4,5 milioni di visitatori. Altro elemento: i musei più fotografati non sono necessariamente quelli con più seguaci. Prendendo sempre come esempio la Tate, Artnet ci fa notare che, in relazione ai followers (1,2 milioni), il museo londinese non viene immortalato così spesso. Stessa cosa vale per il Guggenheim di New York e per il Brooklyn Museum, rispettivamente con 1,1milioni e 395.000 followers.
Per quanto riguarda l’Italia, anche se nella lista compaiono solo i Musei Vaticani, negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento della presenza dei musei italiani sulla rete. Come? Attraverso l’apertura di profili ufficiali, restyling dei siti web e un’intensa promozione di campagne di comunicazione. Secondo i dati pubblicati dal MiBACT le recensioni e i post sui social pubblicati dai visitatori online sono cresciuti del 45,5% tra il 2015 e il 2016, mentre i contenuti pubblicati direttamente dai responsabili dei Musei sono cresciuti del 156,5% nel 2016. Nonostante questo però, i numeri parlano chiaro e rispetto ad altre realtà internazionali siamo comunque molto indietro. Lo potete constatare voi stesso guardando le varie classifiche sul sito
Museum Analytics.
(Nicoletta Graziano)