Il Mezzogiorno italiano tra gli anni ’60 e ’80, le piccole comunità della Calabria, della Sicilia e della Campania, tra feste popolari, riti funebri e scene di vita domestica. Tutto questo è l’universo di Marina Malabotti, fotografa romana scomparsa nel 1988, a soli 41 anni, a cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dedica la mostra “Marina Malabotti fotografa.Uno sguardo pubblico e privato”. A cura di Giacomo Daniele Fragapane, l’esposizione presenta al pubblico 170 immagini, raccontate in due sezioni principali, una dedicata alla ricerca artistica, l’altra a quella etnografica, ma entrambe istantanee di mondi oggi profondamente trasformati.
“Un anno in Galleria: etnografia di uno spazio artistico (1981)”, comprende la serie di fotografie, rimasta incompiuta, che Malabotti realizzò, fino al 1981, nell’istituzione museale romana, tra sopralluoghi e sessioni di ripresa, in cui sono ritratti anche gli artisti e i protagonisti di quel periodo, come Gillo Dorfles, Bruno Mantura, Filiberto Menna, Giulio Paolini, Renato Nicolini e Simonetta Lux, tra gli altri. “Indagini sul terreno: tra documentazione e sperimentazione (1970-1984)”, è invece il titolo della seconda sezione, dedicata alle ricerche etnografiche, organizzate soprattutto dai dipartimenti di Antropologia dell’Università della Calabria e dell’Università di Messina, a cui la fotografa partecipó insieme al marito, l’antropologo Francesco Faeta. Oltre le immagini che riguardano le feste popolari nel sud Italia, come la Settimana Santa in Calabria, le feste celebrative della morte, e l’ambito funebre più in generale, presenti in “Feste religiose nel Mezzogiorno d’Italia. Settimana santa (1970-1976)”, in mostra anche la serie “Paesaggi e architetture popolari in Calabria (1983-1984)”, “Melissa, un’indagine di comunità (1975-1978)”, e “La condizione femminile e infantile in Calabria (1980-1985)”.
Chiudono idealmente il percorso, due nuclei di ritratti, presenti nella serie “Le metamorfosi del tempo”, del 1984 e “Feste religiose nel Mezzogiorno d’Italia. Settimana santa” (1970-1976).