Le file e l’elevato numero di prenotazioni per la mostra “L’impressionismo e Van Gogh” a Treviso catturano prepotentemente l’attenzione sulla capacità che le mostre d’arte hanno di catalizzare l’interesse di migliaia di visitatori. Questo successo di pubblico è frutto dell’amore per l’arte o di accorte strategie di marketing? Il tentativo di rispondere a questa domanda conduce ad interrogarsi sulle caratteristiche che questi eventi attualmente possiedono.
Le mostre d’arte raccolgono oggi l’eredità storica dei Salons parigini e delle Esposizioni Internazionali d’arte degli inizi del passato secolo: quello di porsi come luogo di contatto e fruizione tra l’opera d’arte e il visitatore, strumento di divulgazione dell’arte e momento in cui il consumo artistico si delinea come un rito collettivo condiviso da fasce sempre più ampie di pubblico.
Dall’analisi dei dati sulle mostre più visitate in Italia emerge chiaramente un segnale lampante: a primeggiare sono i temi consolidati dell’arte e della storia. Se tralasciamo le mostre organizzate al Colosseo o agli Uffizi per cui lo stesso biglietto vale sia per la visita al museo sia alla mostra, la mostra su Picasso organizzata a Palazzo Reale a Milano si piazza in pole position, seguita a ruota da altri nomi altisonanti della storia come Gli Etruschi (a Palazzo Grassi ) o dell’arte come Monet, Magritte, Klimt e Kandinsky.
A spiegare le motivazioni di questo successo per cui ben ventisei mostre nel 2001 hanno superato in Italia i 100.000 visitatori, sono diversi fattori: la nascita di società specializzate nella realizzazione e gestione di questo tipo di eventi, l’offerta sempre più frequente da parte dei musei di esposizioni temporanee come strumento per attrarre nuove fasce di pubblico. Inoltre la proposta di mostre d’arte si pone sempre più spesso come punto di forza dell’offerta turistica di piccoli centri cittadini: l’esempio di Casa dei Cararresi a Treviso è il più eclatante ma occorre ricordare Palazzo Forti a Verona, Palazzo Te a Mantova, Palazzo Martinengo a Brescia e Palazzo dei Diamanti a Ferrara.Ultimo fattore, ma non in ordine di importanza, è la nascita di numerosi centri espositivi specializzati nell’offerta di mostre.
Appare quindi interessante, anche per analizzare il panorama dell’offerta complessiva di mostre in Italia, una ricerca effettuata su un campione di dieci di questi centri che si caratterizzano per non essere un museo in senso tradizionale, in quanto non possiedono una collezione permanente, e per proporre abitualmente alcune tra le mostre di maggior successo in Italia. I dieci centri espositivi presi in considerazione sono: il Chiostro del Bramante, Complesso del Vittoriano, Fondazione Mazzotta, Museo del Corso, Palazzo Bricherasio, Palazzo delle Esposizioni, Palazzo Ducale, Palazzo Grassi, Palazzo Reale, Palazzo Ruspoli, Scuderie Papali del Quirinale .
Dall’analisi delle mostre proposte dai centri analizzati nel corso del 2001 emerge una netta differenziazione delle loro strategie espositive che si possono così riassumere:
• Alcuni centri come il Vittoriano a Roma, le Scuderie del Quirinale, Palazzo Ruspoli e Palazzo Grassi propongono due mostre all’anno che per l’impegno organizzativo, finanziario e promozionale che le sostiene e per la proposta di temi storici o dell’arte consolidati, sono sempre tra le più visitate nel nostro paese.
• Altri come il Museo del Corso, Palazzo Reale, Chiostro del Bramante, Fondazione Mazzotta raggiungono un equilibrio tra mostre su temi più tradizionali e altre su autori contemporanei (come le mostre di Palazzo Reale su Emilio Tadini o il fotografo H.C.Bresson).
• Palazzo Ducale di Genova, Palazzo Bricherasio e Palazzo delle Esposizioni (chiuso per lavori di ristrutturazione dal luglio 2002) invece costruiscono la propria immagine e identità istituzionale sul concetto di centro culturale. Essi si propongono, infatti, come luogo di contaminazione e interdisciplinarietà tra varie arti ed eventi culturali: incontri di teatro, poesia, musica, cinema.Questa loro identità si riflette sulla scelta dei temi delle mostre d’arte, molte delle quali danno visibilità ad artisti ancora viventi.Basti pensare che tra le quindici mostre offerte dal Palazzo delle Esposizioni nel corso del 2001 oltre la metà era su artisti o temi contemporanei; lo stesso centro ha inoltre dedicato un intero spazio “S8zero ” alla promozione di giovani artisti.
L’esiguità di mostre di arte e temi contemporanei nell’ambito delle sedi istituzionali si evidenzia dunque come una nota dolente, probabilmente per la scelta che si compie di puntare su nomi consolidati del passato come sicura attrazione sul pubblico, mettendo così da parte la capacità/possibilità di rischiare.
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