Shirin Neshat sarà la curatrice di eccezione di una mostra che aprirà il prossimo autunno, alla High Line Nine Gallery di New York, incentrata sulle artiste iraniane, in collaborazione con il CHRI-Commonwealth Human Rights Initiative. Obiettivo dell’esposizione è raccontare al pubblico internazionale l’eccezionale talento delle artiste e raccogliere fondi per l’organizzazione, che lavora per proteggere i diritti e le libertà di base in Iran, promuovere la tolleranza e la conoscenza. La mostra, intitolata “A Bridge Between You and Everything: a Exhibition of Iranian Women Artists”, includerà dipinti, disegni, sculture, fotografie e video. All’anteprima del 6 novembre, verrà messo all’asta un ritratto di Neshat con alle opere in mostra.
Tutte le artiste hanno iniziato la loro ricerca all’indomani della rivoluzione iraniana del 1979 e si tratta di Ala Dehghan, Afruz Amighi, Afsoon, Bahar Sabzevari, Hadieh Shafie, Laleh Khorramian, Nazanin Noroozi, Parastou Forouhar, Raha Raissnia, Roya Farassat, Sepideh Salehi, Shahrzad Changalvaee, Shiva Ahmadi e Soudeh Davoud.
Nella sua ricerca, spesso Neshat ha fatto emergere il dualismo della sua condizione di artista iraniana in esilio in Occidente, una vicenda «intrinsecamente connessa alla politica e alla storia contemporanea dell’Iran: il personale è politico e viceversa», ha affermato. Molte artiste in esposizione «hanno condotto una vita nomade e quindi il loro lavoro fonde immagini e ideologie orientali e occidentali. Molte ritraggono una relazione risolta o irrisolta con i loro paesi nativi e ospitanti, mentre quasi tutti guardano a temi come quelli del sesso, dell’identità, della repressione, della religione e della memoria».
«Queste opere sono significative nel mondo dell’arte contemporanea in generale ma le visioni e le vite all’interno di ognuna di esse riflettono molto aspetti della storia iraniana», ha continuato l’artista. Neshat spera che la mostra possa «promuovere n dialogo, comprensione e tolleranza».
Inoltre, a ottobre, al Broad Museum di Los Angeles, aprirà “I Will Greet The Sun Again”, retrospettiva completa che esamina 25 anni di carriera dell’artista.
Fonte: The Art Newspaper