Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dopo essersi laureato in architettura nella School of Design di Rhode Island negli Stati Uniti, Phillip K. Smith III si è affermato come artista grazie alle sue installazioni del tutto particolari. Si tratta di strutture spesso dalle dimensioni considerevoli, che si distinguono per il rapporto che instaurano con l’ambiente circostante e con l’osservatore. Giocando con effetti di luce, di colore e di spazio, le installazioni dell’artista americano hanno il pregio di interagire con le percezioni di chi le guarda, dando vita a riflessi che possono cambiare continuamente. È stato enorme il successo della struttura realizzata e presentata da Phillip K. Smith III nel mese di aprile di quest’anno in occasione del Fuori Salone di Milano. L’artista americano ha presentato presso Palazzo Isimbardi Open Sky, un’installazione dall’effetto scenografico sorprendente. Le superfici riflettenti che la componevano hanno dato come risultato un’immagine che mescolava frammenti del porticato in cui era ospitata, mischiate a porzioni di cielo, inoltre, l’effetto e i colori riflessi, cambiavano totalmente in base ai diversi momenti della giornata, lo stesso artista ha affermato che, «al tramonto può essere una cosa mentre al mattino un’altra ancora». Era la prima volta che Phillip K. Smith presentava una delle sue creazioni in un contesto urbano di questo tipo, le precedenti infatti, erano apparse in spazi totalmente aperti come il deserto oppure sulle spiagge del Canada. (Daniela Pagliarini)