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Thomas Zipp, l’Heavy Metal dell’arte |

di - 4 Aprile 2013

Il 5 Aprile, in concomitanza con MIART, Kauffmann Repetto, una delle gallerie più in vista di Milano, inaugura “The Pink Noise Diaries”, la seconda personale dell’artista tedesco Thomas Zipp negli spazi di Porta Tenaglia 7.
Thomas Zipp è uno dei più grandi artisti tedeschi del momento, considerato addirittura “l’heavy metal del mondo dell’arte”. Nato ad Heppenheim nel 1966, Zipp vanta numerose mostre personali e collettive tra cui partecipazioni alla londinese Tate Modern e alla Biennale di Berlino; l’anno scorso si è accaparrato il titolo di “artista della settimana” del Guardian e la sua agenda pare essere in continuo aggiornamento.
Zipp è un artista molto interessante che ha fatto delle “stranezze del mondo” la sua poetica. Le ombre e l’oscurità della mente e l’animo umano sono i perni su cui ruota tutta la sua ricerca artistica ed estetica. Con un vasto repertorio di quadri, disegni, installazioni e performances, Zipp indaga la Germania del ventesimo secolo con un particolare interesse per la storia, la politica, la scienza e la religione. Nelle sue opere sono continui i rimandi a personaggi storici tedeschi che vengono rappresentati in ritratti dai lineamenti gotici e ansiolitici e dai colori cupi e scuri, che evocano i corpi martoriati di Bacon. Zipp spesso detiene un ruolo di moralista arrabbiato nei confronti della storia e Martin Lutero è uno dei suoi obiettivi più frequenti. Considerato un proto-Hitler, che con la sua Riforma protestante ha cominciato a dividere l’Europa, Lutero viene martoriato ritraendolo con delle puntine negli occhi. Ma Zipp ne ha anche per il premio Nobel Otto Hahn, considerato il padre del nucleare, che viene dipinto in maniera macabra ed angosciante.

Il suo studio analizza soprattutto il conflitto della mente umana. In una personale del 2010 a Kassel presso Kunsthalle Fredericianum, Zipp mette in mostra (White reformation co-op), Mens sana in corpore sano, trasformando completamente gli spazi della galleria in un ospedale psichiatrico, allestendo corridoi, camere da letto e bagni. La mente umana e la sottile linea che divide la razionalità dalla follia sono contrasti cari a Zipp. Le zone d’ombra della mente e dell’inconscio che indaga gli permettono di esprimere se stesso e tramite gli strumenti dell’universo medico – quali l’elettrochoc, le droghe come forma di controllo – indaga il rapporto che intercorre tra gli stati di controllo della mente e i comportamenti più aggressivi e più eversivi, analizzando come anche l’arte possa essere considerata uno strumento di controllo sociale e di contenimento del difetto e della follia. In questo caso anche la realtà dell’artista è indagata: il continuo slittamento tra una parte razionale e un talento creativo che convivono nella stessa persona.
Trovare una relazione tra concetti che, apparentemente sembrano antitetici, è uno degli elementi che ricorre spesso nei suoi lavori. Bene e male, verità e menzogna, finzione e realtà, norma ed eccezione, si mescolano frequentemente.

Ma la sua è anche un’analisi della storia dell’arte e di ere passate. Spesso le sue esibizioni sono delle vere e proprie architetture che egli stesso inscena dove lo spazio della galleria viene completamente reinterpretato per ricreare scenari o ambientazioni passati. Nella sua personale “White Dada” del 2008 all’ Alison Jacques Gallery di Londra, Zipp allestisce un teatro che sembra essere uscito dalla Germania del XIX secolo e che, durante l’inaugurazione, diventa un vero e proprio palco per un concerto rock improvvisato dallo stesso Zipp e dalla sua band DA. Le sue mostre sono delle scenografie, ma anche degli eventi veri e propri, dei corto circuiti spazio temporali, unici ed irripetibili dove sogno e incubo si impossessano dello spazio allo stesso modo.
Durante la stessa settimana Zipp sarà anche impegnato in una performance per la Fondazione Trussardi il 6 Aprile, durante un evento del MIART Collateral, presso il Teatro Arsenale di Milano di Via Cesare Correnti 11.

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