L’edizione speciale di Torino Art to Date, mappa nata da un’idea di Untitled Association, è un progetto che si sviluppa con l’intento di fornire ad appassionati d’arte e professionisti del settore una guida alle proposte da non perdere durante l’Art Week torinese. Potete trovarla anche sul 106 di exibart onpaper oppure in pdf, qui. La prima segnalazione di oggi vede le Gallerie dell’Associazione TAG che, in occasione di Artissima, parteciperanno all’apertura serale della Notte delle Arti Contemporanee 2019, realizzata in collaborazione con la fiera di Torino e fissata per sabato 2 novembre, dalle ore 18 alle 24. L’iniziativa vedrà l’apertura coordinata di tredici tra le più influenti gallerie d’arte contemporanea di Torino, molte delle quali presenti negli spazi fieristici di OVAL Lingotto Fiere, che offriranno a collezionisti e amatori una ricca scelta di mostre personali e collettive.
Tra queste, degna di nota è l’esibizione che, dalle 22, prenderà vita all’interno degli spazi di Norma Mangione Gallery. Ramona Ponzini sarà , infatti, presente con Trees are columns with clouds on top, una performance sonora e un vinile in edizione limitata, accompagnati da un testo di Luca Cerizza e ispirati all’opera di Salvo, la cui mostra “Ventiquattr’ore di Luce” sarà visitabile in galleria sino al prossimo 16 novembre.
Il progetto ha come punto di partenza il dipinto L’autogrill (2014). Ponzini, attraverso il canto e un particolare uso di field recordings raccolti in Giappone dal 2004 a oggi e in ambiti museali internazionali, interpreta in chiave musicale la fase di creazione del dipinto e quella della sua fruizione, andando a comporre le due facciate del disco Trees are Columns with Clouds on Top.
Giungiamo ora all’ultima tappa consigliata per oggi, che vede entrambe le sedi della galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea diventare scenario per l’inaugurazione della mostra “(IN)” dell’artista iraniano Mohsen Baghernejad, che si terrà dalle 18:30 alle 24.
Nella main gallery sono stati realizzati tre alberi utilizzando anche l’intonaco dei muri della galleria, al fine adattare parzialmente lo stesso materiale dell’ambiente ospitante, idea all’origine del progetto. Per Baghernejad, in tal modo, l’opera incarna “l’anima” dell’habitat circostante. Proseguendo nel percorso tracciato dall’esibizione, verso la conclusione troviamo sette lastre a muro incise con brevi frasi: nell’epoca del digitale ed effimero, l’artista utilizza degli strumenti che ci aiutano a ricordare come, appunto, la scrittura, da sempre interprete e custode della memoria personale e universale.
Baghernejad ha scelto personalmente il titolo della sua mostra, “(IN)”, dentro, interno, intimo. Il luogo può quindi trasformarsi in territorio della memoria, quando l’ambiente diventa specchio della propria storia autobiografica, in cui s’inserisce il ricordo di sé ma soprattutto quello della relazione intrattenuta con il mondo circostante.
Concettualmente collegato all’esposizione della main gallery, ma sperimentando materiali differenti come la ceramica, nella project room Mohsen presenta un ambiente abitativo all’interno del quale troviamo il bordo di un tappeto. L’idea per l’esposizione proviene da una danza tradizionale della parte turca nel nord dell’Iran di cui l’artista è originario, il ballo del tappeto. La scelta della porcellana per la realizzazione del bordo soddisfa la necessità di Baghernejad di utilizzare un materiale che sia delicato quanto può essere l’equilibrio di un ambiente familiare e, soprattutto, altrettanto ricco.
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