In Europa il Guggenheim Museum ha una sede nell’ormai celebre architettura metallica di Frank O. Gehry a Bilbao, e a Berlino in una struttura realizzata negli anni Venti, gestita in joint venture con la Deutche Bank. Al di là dell’Oceano ancora una sede d’autore, quella storica di Frank Lloyd Wright a New York e poi a Las Vegas con la struttura ideata da Rem Koolhaas.
Per il progetto di Palermo, invece, non è prevista la costruzione di una architettura ideata appositamente per lo spazio espositivo, ma è stata già individuata una struttura già esistente. Ad ospitare la sede cittadina della prestigiosa fondazione internazionale sarà infatti Palazzo Sant’Elia, in via Maqueda, proprio di fronte a Palazzo Comitini. Il progetto relativo al Guggenheim, infatti sarà piuttosto articolato, e vedrà la compartecipazione di Regione e Provincia, riunite in una fondazione che verrà costituita ad hoc. Palazzo Sant’Elia, il cui restauro è stato seguito dall’architetto Maurizio Rotolo della Provincia, è una struttura settecentesca edificata dai marchesi Celestri di Santa Croce e poi passato ai principi Trigona di Sant’Elia. Con il suo perimetro di duecento metri e un’altezza di ventuno e una scenografica scala interna in marmo rosso di Castellammare, il palazzo, che è ancora in restauro, avrà al suo interno un allestimento specificamente ideato insieme agli specialisti del Guggenheim per ospitare esposizioni moderne e contemporanee. L’edificio è stato più volte meta delle visite americane di tecnici, architetti, specialisti di illuminotecnica, giunti in città per studiare clima, esposizione e umidità del sito e redigere un progetto specifico. «Abbiamo avviato da tempo i contatti con i referenti del Guggenheim – spiega ad Exibart il presidente della Provincia Francesco Musotto – e coinvolto anche la Regione. Il progetto del museo prevede una collezione permanente e esposizioni temporanee di grande importanza, che giungeranno dal circuito delle varie sedi del Guggenheim o saranno concepite appositamente per la sede palermitana. In un primo momento era stato individuato il Loggiato San Bartolomeo, che però non corrispondeva alle esigenze richieste. Così è stato
Proprio in questi giorni verrà firmato l’accordo, che vede viaggiare le bozze di convenzione tra Provincia, Regione e Collezione Guggenheim di Venezia. Il contatto con quest’ultima è stato avviato dall’architetto Manlio Mele, che ha seguito sul nascere gli accordi tra le istituzioni e la celebre fondazione sinonimo dell’arte in tutto il mondo. «Sono socio sostenitore del Guggenheim di New York da molti anni – dice Mele – e già dai tempi dell’amministrazione precedente seguo a titolo gratuito questo progetto. Insieme a Provincia, Regione, e Guggenheim – in particolare il direttore della Collezione di Venezia Philip Ryland – sono coinvolti alcuni importanti sponsor privati internazionali». Un progetto ambizioso che nasce da un triplice accordo: la Provincia metterà a disposizione la prestigiosa sede, l’assessorato regionale ai Beni culturali sarà responsabile della gestione, mentre dal Guggenheim giungeranno le indicazioni del comitato scientificoculturale. «Calcoliamo una media di 700 mila presenze annue “ad apertura di porte” – dice Fabio Granata, assessore regionale ai Beni culturali – che avranno un incremento non appena la sede palermitana del Guggenheim verrà pubblicizzata. Canalizzando il flusso turistico già esistente, potremmo contare su un aumento delle presenze. A questo punto, nel progetto del Guggenheim confluirà l’ipotesi per il museo regionale di arte moderna e contemporanea, mentre rimarrà valida l’idea di collegare alla struttura palermitana gli altri musei, fondazioni e collezioni d’arte esistenti nell’Isola, che potranno beneficiare di una rete internazionale ».
E intanto, in vista dell’apertura, già si inizia a pensare ad un potenziamento delle strutture logistiche, per primi alberghi e posteggi.
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paola nicita
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meeeeenchia che scup! Ma come avete fatto??
la notizia è ottima, gli auspici i migliori. ma che nuove del museo mediterraneo dell'arte contemporanea? dopo l'annuncio non se ne è saputo più molto.
Gli americani sbarcano in Sicilia, con l'approvazione della mafia, proprio come nella seconda guerra mondiale.
Avrà gli stessi effetti collaterali ?
questa notizia è davvero entusiasmante. Palermo, che a mio parere è la più bella città d'italia, ha bisogno di iniziative di questo genere affinchè riesca ad entrare a pieno titolo nel turisdotto italiano. grazie
Tutto orrendo