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eventi Francesco Vezzoli a Palermo
sicilia
Iva Zanicchi, Bianca Jagger, Franca Valeri, Marisa Berenson. Sono le donne-icona di Vezzoli e sbarcano a Palermo. In una splendida dimora del centro storico proiettati i video più celebri dell’artista bresciano. Per una ricorrenza speciale...
Evento mondano radical chic e intellettuale a Palermo, riservato a una ristretta nicchia
dell’alto-borghesia cittadina e a pochi operatori dell’arte contemporanea: la storica Galleria Minini di Brescia, per festeggiare i suoi trent’anni di attività ha scelto di invitare Francesco Vezzoli, e di proiettare cinque suoi video nel teatrino privato di casa Ardizzone, famiglia di collezionisti e amici del gallerista.
Siamo in un suggestivo palazzo del centro storico, l’atmosfera è incantevole, l’evento alquanto singolare per la città. Vezzoli e Minini, seduti uno di fronte all’altro, si “esibiscono” in uno scambio di opinioni, racconti, ricordi intorno a temi dell’arte e alle proprie esperienze di artista e gallerista.
Minini non è mai stato gallerista di Vezzoli, in comune tra i due una lunga amicizia e le origini bresciane: questi i motivi che spingono l’uno a scegliere l’altro come ospite d’onore per l’importante celebrazione, anche se si lascia intendere, com’era chiaro del resto, l’intenzione di avviare, a breve, un nuovo sodalizio lavorativo.
Cinque i film proiettati: An Embroidered Trilogy (“O.k. The Pratz it’s right, 1997; Il sogno di Venere, 1998; The End ,1999); Self Portrait with Marisa Berenson as Edith Piaf, 1999; The end of the human voice, 2001.
Vezzoli racconta del proprio lavoro con cura e intelligenza, racconta a un pubblico, che per la maggior parte non lo conosce, della sua ossessione per il ricamo a piccolo punto, che è come un anestetico con cui districare le proprie nevrosi private; racconta del suo immaginario maniacale e insieme ludico, di tutte queste dive trasformatesi in icone, ognuna al centro di strani incroci, di intrighi intellettuali, di “perverse” maglie di relazioni, citazioni, corrispondenze…
Il gioco fitto, ironico, kitch e drammatico che Vezzoli costruisce dà vita a queste pièce cariche di una sottilissima angoscia, ogni storia avvolta da un’aura propria, da un’intenzione speciale, e ogni protagonista non è mai lì per caso. Il pubblico si sofferma, nel breve dibattito che segue le proiezioni, su aspetti più prosaici: ma cosa sono questi strani “oggetti”? video, cinema, opere d’arte? E il mercato, qual è? E chi produce questa roba, e chi la guarda o la compra, poi? Qualcuno non riesce a trattenersi dal sottolineare la “modestia” dell’abbigliamento dell’artista, perciò chissà dove prenderà i soldi per fare queste cose costose e non remunerative…Vezzoli –chicchissimo con la sua mise finto-casual– glissando elegantemente su certe osservazioni o banalità, si limita a dire che a lui, in quanto artista, semplicemente il lavoro interessa farlo, e che per quanto riguarda i meccanismi di produzione, fruizione e veicolazione delle ‘nuove’ forme d’arte – come il video, appunto- è tutto da inventare, tutto in divenire, mentre si inaugurano canali nuovi e inattese direzioni che ancora non siamo in grado di comprendere o immaginare. Intelligente Vezzoli, coltissimo e arguto, è lui la star della serata, e bellissimo rivedere i suoi film, anche per chi li conosceva, che c’è sempre un filo nuovo da seguire, e una trama che si apre…e la struttura che pareva salda si trasforma, con insospettati passaggi da scorgere ancora …
helga marsala
Massimo Minini incontra Francesco Vezzoli
Teatrino di Casa Ardizzone, Palermo
Via dell’Incoronazione, 1
24 ottobre 2003, h. 20:00 – incontro-discussione + video-proiezione
[exibart]
una domanda come tante:
Come mai l’esposizione era riservata solo ad una fruizione d’alto borgo palermitano ?
noi non siamo stati invitati ci siamo andati !
Cosa vuol dire d’alto borgo palermitano ?
AREA non mi sembra composta da proletari.
Non si spiegano se no i prezzi che ci sono.
Perchè, Arêa esiste ancora?