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fino al 13.II.2005 Passo di corsa Agrigento, Complesso Chiaramontano della Basilica dell’Immacolata
sicilia
Agguerrito e compatto si presenta il drappello dei futuristi siciliani. Rizzo, Corona, Varvaro e D’Anna di nuovo insieme. Per fare il punto sulla fortuna del contributo isolano al più importante movimento italiano d’avanguardia …
di Licia Buttà
Cresce la febbre del Futurismo. Si moltiplicano le esposizioni in Italia e all’estero dedicate al più importante movimento italiano d’avanguardia e Marinetti e i suoi non smettono mai di stupire. Dopo quasi un secolo dalla pubblicazione del famoso Manifesto su Le Figaro e dopo cinquanta anni ormai di solidi studi dedicati all’argomento, c’è ancora spazio oggi per inedite aperture critiche e nuove personalità da scoprire e mettere meglio a fuoco.
In questo senso la mostra agrigentina Passo di corsa. Espressioni futuriste in Sicilia, a cura di Anna Maria Ruta, ha il merito di porsi come nuovo punto fermo nella fortuna del Futurismo in Sicilia: una fortuna controversa, stentata in alcuni momenti della sua storia, ma forte ormai di una sua chiara configurazione, soprattutto dopo le prime indagini monografiche centrate su alcuni dei suoi protagonisti (Rizzo e Corona, specialmente, ma anche Varvaro più di recente) e dopo l’importantissima rassegna dedicata alla diffusione a 360 gradi del movimento nell’Isola.
Proprio quest’ultima mostra, ordinata più di sette anni fa negli allora appena recuperati (e poi di nuovo presto abbandonati) Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, segnò la svolta, non solo rispetto al crescente interesse di mercato per le opere, ma anche e soprattutto rispetto a una rinnovata stagione d’indagini sui pittori palermitani Rizzo, Corona e Varvaro e sul messinese Giulio D’Anna.
Già Piscopo, nel 1976, poteva affermare che nella mappa del Futurismo italiano la Sicilia veniva subito dopo l’asse Milano-Roma e così pure Enrico Crispolti riconosceva la regione come «una preminente area meridionale di eventi e “luoghi” del Futurismo italiano»: un’area che pur nell’indubbia continuità di posizioni con il movimento a livello nazionale, ha sempre mantenuto una sua specifica identità culturale. Marinetti definì i futuristi siciliani “veloci colline di lava”, in un’identificazione poetica della forza distruttrice -ma anche creatrice- della lava, del vento, del sole e del mare, con la carica di violenta rottura che si prefiggeva programmaticamente il movimento anche in pittura.
Scorre così, lungo le pareti colorate dello studiato allestimento della mostra, il meglio dei futuristi siciliani: tele, disegni e bozzetti, ma anche gli interventi di decorazione su mobili e suppellettili varie, come nel più genuino spirito di sperimentazione delle case d’arte futuriste. Pippo Rizzo è forse l’artista più legato ad un’esplicita dimensione poetica siciliana, con il suo Acquaiolo del ’20 e con il parimenti emblematico Pescatore dello stesso anno. Vittorio Corona conferma la sua raffinata ispirazione negli incanti magici di composizioni quasi astratte, in cui il procedere sinuoso della linea ondulata si ingorga in spirali e movimenti di grande suggestione (Dinamismo di un treno, 1921). Giovanni Varvaro sogna, nostalgico e un po’ naïf, orizzonti lunghi e deliri visionari cui rimettere la propria malinconia (Sogno d’amore, 1928). Giulio D’Anna invece -vera scoperta di questa mostra- è presente con una apprezzabile quantità di opere a cavallo fra gli anni Venti e Trenta che lo collocano tempestivamente nel pieno delle ricerche nazionali di aeropittura che già slittano verso interessi di astrazione siderea, nei termini propri dell’idealismo cosmico prampoliniano. Cui peraltro il messinese è vicino anche nei convincenti esiti polimaterici di Scomposizione di chitarra del 1931.
licia buttà
Passo di corsa. Espressioni futuriste in Sicilia
a cura di Anna Maria Ruta
Complesso Chiaramontano della Basilica dell’Immacolata
Piazza San Francesco, 1
Agrigento (centro storico)
La mostra è un’iniziativa della Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento. Direttore di produzione: Paolo MInacori.
Progetto grafico e allestimento della mostra a cura di Antonino Gelo (Stand Up, Agrigento).
Catalogo a cura di A.M. Ruta, con testi della curatrice, di Davide Lacagnina e Gaetano Bongiovanni.
Da martedì a domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 21.30 (o su appuntamento telefonando allo
0922 27729), lunedì chiuso.
informazioni: Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento
tel.: +39 0922 2 77 79; fax.: +39 0922 55 33 05
team@ottocentosiciliano.it www.ottocentosiciliano.it
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