David Bowes (Boston, 1957; vive a Newton) è un personaggio dai contorni letterari. Modi eleganti, animo gentile e flemma da intellettuale post-romantico, l’artista ha vissuto fra la tranquilla cittadina del Massachusetts, l’esplosiva New York degli anni ’80 e le grandi capitali d’Europa. A Manhattan, nel milieu culturale dell’East Village, frequentava gente come
Keith Haring,
Andy Warhol,
Basquiat,
Nan Goldin,
Lou Reed e
Jim Jarmusch.
Fu allora che la gallerista Annina Nosei mise gli occhi sui suoi dipinti: giovanissimo, si ritrovò nella prestigiosa scuderia ed ebbe presto una prima occasione di soggiorno in Italia. Era il 1983 e da lì sarebbero nate le lunghe permanenze a Roma e a Napoli, e le collaborazioni con Lucio Amelio e Gian Enzo Sperone.
A Palermo Bowes è arrivato lo scorso gennaio e ci è rimasto cinque mesi. L’occasione era la realizzazione di una personale curata di Ida Parlavecchio, evento collaterale alla mostra
España. Prodotto interamente in loco, il nuovo ciclo di dipinti s’intitola
Palermo Ispanica e include un grande pezzo realizzato con
Alessando Bazan e alcuni suoi studenti d’Accademia.
Non è facile apprezzare la pittura di David Bowes, almeno a un primo sguardo: l’effetto è spiazzante, perfino respingente. Ci trovi dentro l’anacronismo, il naïf, il surrealismo, il pop, l’Arcadia, la Transavanguardia, la Commedia dell’Arte,
Bosch,
Goya, l’India, l’antica Grecia: citazioni come se piovesse, colori sgargianti, intrecci di stili, ambientazioni agresti, simbolismi, orientalismi, classicismi e decorativismi.
La sua Palermo è proiettata all’indietro, città guardata e conosciuta oggi ma trasportata in un folklore secentesco ancora scorto tra i vicoli, i palazzi, le piazze del centro storico. Si tratta quasi di intercettare fantasmi, residui di un passato con-fuso con la sua stessa tradizione iconografica e sovrapposto al presente. Le tele sciorinano brevi narrazioni a tinte piatte, siparietti delicati in cui dame, signorotti, carrozze e cavalli descrivono l’idillio di una società bucolica, festosa, recuperata con nostalgico incanto.
Se non fosse profondamente poetica, emotiva e intellettuale, la pittura di Bowes potrebbe sembrare un delirio antistorico annegato nel kitsch. Ma la scommessa di questo eccentrico pittore bostoniano sta tutta nella costruzione di un passato eterno, srotolato in ogni direzione: un tempo impuro poiché contaminato, ma profondamente genuino in quanto popolare. L’immediatezza del bello decorativo e la piacevolezza del dettaglio pittoresco incontrano la forza dell’archetipo e del mito, le avventure dei cantastorie, il teatro dei pupi, le cortigiane giapponesi, le vacche sacre, Arlecchino, i santi, i guerrieri e i pastorelli in amore. Si moltiplicano le figure, contraddicendosi dentro teatrini allegri e indecifrabili.
David Bowes è un anarchico. Annullate gerarchie di simboli e impalcature ermeneutiche, si diverte a dipingere il caos calmo in cui la sua immaginazione affonda luoghi, ricordi, cose, volti, idiomi. Così, con somma delicatezza, pratica una pittura semplice, illustrativa, rassicurante come un proverbio o un luogo comune, ancorché indisciplinata. Una pittura
intima, soprattutto: come quella affettuosamente condivisa con una banda di giovani amici palermitani.
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Gli studenti che hanno collaborato con David Bowes, sono solo tre, Martina Di Trapani, Linda Glorioso e Tiziana Pantaleo.
grande! David bravo pittore ottima persona...
hihihihihi patetiche!
linda glorioso e' la sorella di valentina?
Helga perchè non dici ogni tanto che è una pittura orribile!!!
A Palermo l'impreparazione dei critici e curatori è totale.
Nessuno capisce che cosa è la PITTURA. Orribile mostra di dilettanti!
Chi parla senza modestia troverĂ difficile rendere buone le proprie parole. (Confucio)
Tiziana a volte la verità è difficile da accettare; purtroppo il De Grandi e l'altro pittore inglese venuto a svernare in Sicilia sono due semplici decoratori per i salotti finti barocchi della Palermo bene!
va bene che chiunque è libero di esprimersi, far conoscere la propria opinione,,, ma basta con la democrazia! se il gusto che prevale è mediocre!
andrea caro, misero modesto mortale, visto che sei cosi sicuro, sarei curioso di vedere cosa fai te!
W DAVID BOWES!
CARO MARCO
Mi piacebbe pensare che ci siano ancora persone che svegliandosi una mattina avessero l'esigenza di osservare GUERNICA per ricordare.
VAN GOGH, strafottersene dell'impressionismo e del puntinismo, tecnicamente validissimi ma logicamente in linea al brodo borghese, raccontava i mangiatori di patate, incazzandosi con GAUGUIN per avergli rubato l'amore di una prostituta e tagliandiosi l'orecchio al posto del pene. Passioni vere, come quelle degli ESPRESSIONISTI, banditi dalla germania nazista, come GROSZ braccato perche' raccontava gli orrori di quel mondo piegato e pauroso.
E' solo un piccolo esempio di come ci si poneva davanti alle problematiche della societĂ ma di tanta ARTE oggi non rimane che uno straccio di memoria, nessuno che riprenda con tecnica tremenda a discutere di quanto viviamo in questo grave momento,a rifiutare spazi sdoganati da chi ha inventato la TRANSAVANGUARDIA a suon di miliardi, di critici che sono rimasti legati al FUTURISMO non quello russo ma quello italiano, di questa nostra penisola fatta di cervelletti e
finta comunicazione. Chi sono perciò Bowes o De Grandi, solo piccoli illustratori!
Ma tu caro Marco che fai il difensore della superficialitĂ ,fai vedere tu il tuo lavoro e poi ne riparliamo!