Categorie: sicilia

fino al 15.III.06 | Laboratorio Saccardi – La Candida | Palermo, Zelle ArteContemporanea

di - 7 Marzo 2006

Tornano a Palermo i Saccardi (Marco Barone, Giuseppe Borgia, Tothi Folisi, Vincenzo Profeta) con una seconda, azzeccata personale. E scelgono di presentarsi in una veste inedita: ad un primo colpo d’occhio, li si riconosce appena. Ma non si tratta stavolta di una delle loro solite boutade performative. Qua la sorpresa sta tutta nel concept della mostra, nelle opere non proprio in linea col trend del gruppo. Il Laboratorio Saccardi in pieno minimal style, in effetti non l’avevamo visto mai.
La pittura? Non ce n’è nemmeno l’ombra, tanto per cominciare. Non ci sono i tipici quadretti a tempera, irriverenti, infantili, sfottenti, polemici e volutamente bad. Niente scenette splatter, teste di pittori che rotolano, situazioni surreali che affondano in un mare di accesa demenzialità. E niente frecciate dissacranti contro il mondo dell’arte, dei media, della politica, dell’attualità.
La Candida –come la malattia venerea o come il candore di un certo sguardo sulle cose- è una mostra semplice, ben allestita, perfino elegante. Insomma, bando al kitsch, o quasi. Sui muri 46 polaroid, piccolissimi ritagli di memoria un po’ sbiaditi, dietro neutre lastre di plexiglas. Supporti bianchi, tutti uguali, essenziali. E alcune foto che, con quell’aria un po’ dimessa, sbucano per contrasto da elaborate cornici, tutte a sbalzi e volute, rigorosamente candide come stucchi del ‘600.
Polaroid, e basta. Una sequela ordinata e geometrica di ricordi infinitesimali, raccolti dagli indisciplinati artisti tra Palermo e la Finlandia, con stralci di avventure vissute in giro per l’Italia. Tutto documentato, minuto per minuto: autoritratti casuali, luoghi e personaggi fortuiti, dettagli banali.
Ma non aspettatevi un reportage serioso, romantico, intimista. Ironia e gusto per l’assurdo restano i tratti distintivi della folle banda, che per una volta decide di abbassare il volume, senza per questo perdere efficacia. Anzi, guadagnando magari qualche punto in più. Evocative e inermi, queste finestrelle di carta hanno addosso la tipica patina smunta, imperfetta, sbiadita, che fa delle polaroid piccoli trofei di casualità e immediatezza. Un po’ come nelle coloratissime tele, incuranti della tecnica e dell’estetica, fatte per gioco e senza pretese.
Una carrellata veloce svela l’ingenua e buffa iconografia del quotidiano. Il tetto di una casa di campagna visto dal basso; Giuseppe appena sveglio che fa capolino dalle coperte; Marco con uno striminzito costumino da Superman, in posa plastica accanto a una roccia; l’amico Gianluchino immobile davanti a una triste tendina di pizzo, occhialoni da nerd e aria da ebete; un improbabile passante travestito da banana Chiquita; una fontanella in mezzo a un bucolico paesaggio; Tothi con una provola in mano; un ombrellone chiuso come un palo solitario a fine estate… E via così, sfogliando una collezione di frammenti talmente inutili da risultare in qualche modo poetici.
Suscitano una strana ilarità queste foto. Sono sbagliate, decentrate, accuratamente scorrette. E sembrano scattate molti anni fa, resuscitate dal diario privato di un clan di vecchi amici, genuini e sorridenti. E’ un fatto di malinconia dunque, temporalità scolorita mescolata a una strana passione per le cose piccole e sciocche. Palesando, nel frattempo, la propria ostinata indifferenza per l’Arte seria, superba, bella ed impegnata.

Senza troppo chiasso, senza creare scompiglio, i quattro discepoli di Albert Saccardi hanno fatto ancora centro. Con una coerente e indovinata deviazione. Nuova trovata del momento o meditata dichiarazione di poetica?

helga marsala
mostra visitata il 25 febbraio 2006


Laboratorio Saccardi – “La Candida”
Palermo, Zelle Artecontemporanea – via Matteo Bonello 19
orari: lun-sab, h.17-20 – info: cell.3393691961
zelle@zelle.itwww.zelle.it


[exibart]

Visualizza commenti

  • Non mi aspettavo che la Austrica fosse così complessa.
    Comunque io dal Berlusca ci sono andato e seno lo sà, e voi a casa...

  • UWE molto probabilmente ha sbagliato molte coso nella sua vita. La sua arte non è artistica e la sua fidanzata è asfittica ma anche toxica. Aderiamo tutti alla campagna di solidarietà per rimandare UWE e Crosta in Austria! Basta poco e UWE è in Austrica!
    love and peace Ignoffo

  • Penso che se poi la coop non !
    E se tu ti occupassi un po di piu' di vetreria! Poi la verita' viene dal di fuori senza sospetti di norma!
    Che poi sai cosa significa.E dai non fare finta di non capire,sai benissimo e giu' le mani che poi scrivo su exibart!
    l'ultima volta ho capito e poi ho dimenticato di portare tothi, pino, vincenz e marcio "marco" alla creperia porticello.
    Perche air plus non e' un dentifricio me l' hanno spiegato dopo.
    Nella foto in alto a destra in mezzo al gruppo di "artisti" ho intravisto una nuvola ,un gas , un vapore l'anima di qualcuno dei saccardi era sopra le nostre teste.
    Andava sempre piu' su, ci attraversava e ci sussurrava alle narici.
    e poi puf volatizzata nella tromba scalinacea di palazzo garrrraffello.il click della foto le nostre narici dilatate dallo stupore dell'evento.estasi.Quasi Famosi nell'Isola di Cuffaro.
    Meglio di un Chivas Regal.
    Avanti giovini buona candida a tutti.

  • Colombo... torna a far le biciclette!! Con i saccardi ovviamente... almeno fate un bel laboratorio!! E già che ci siete pedalate!! Magari lontani da quì...

  • la merda è per sempre cari detrattori dei saccardi vi piacerebbe ehh svitatelli inghiottiteve a merda è bona a merda

  • ancora a verona con la stessa zolfa!mostra brutta, mi dispiace vi vedo all'inaugurazione a verona presentati da luca zuzzurellone beatrice come scimmiette da circo.

  • UWE e Tizia sono un caso per psichiatri e non per critici d'arte. Mi chiedo perché il Comune non provveda a una rimozione delle orribili spazzature di Piazza Garraffello e contestualmente a un Trattamento Sanitario Obbligatorio per la beata coppia

  • si chiede cortesemente che non venga utilizzato il mio nome in modo improprio.
    grazie.

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