Hand Luggage Art, il nome del progetto che avvia la collaborazione tra la galleria catanese Artecontemporanea di Rosa Anna Musumeci e il Marina Palace Hotel di Acitrezza, presenta una prima ampia selezione di lavori di artisti emergenti in un’esposizione permanente, che si articolerà in tre eventi annuali (inverno, primavera, estate).
La predominanza della fotografia e delle installazioni esprime al momento il tratto più significativo del neonato progetto. Un modo di pensare l’arte in cui l’adattabilità diviene complementare all’esigenza di arredare o ridefinire uno spazio espositivo non canonico. Per questo l’iniziativa si pone come una sfida in cui la potenzialità espressiva del contemporaneo è chiamata a riqualificare un ambiente aperto e per sua natura dispersivo.
Le opere fotografiche vanno dalle vivissime immagini tratte dal journal intime di Alice Grassi (Catania, 1981) ai suggestivi paesaggi industriali in bianco e nero di Angelo Spina (Catania, 1979).
Un notebook, su un basso davanzale di pietra grigia, visualizza sul monitor l’animazione di Rita Casdia, che si cimenta con l’arte digitale, (Messina, 1977) rappresentando un sogno che si snoda tra trafficati luoghi urbani e solitarie boscaglie e in cui la protagonista, una micro scultura fatta di materiali plastici dai colori acidi, compare al di fuori del computer, addormentata su un supporto ligneo fissato al muro.
Le mini sculture di Gianfranco Pulitano (Messina, 1978) invadono il bancone della reception, con rifacimenti kitsch dalla fattura fortemente materica. Non mancano le installazioni site specific: appese ad un filo di nylon, in una parete su cui è addossato un pianoforte verticale, sfere di plastica trasparente racchiudono al loro interno un ciondolo con il simbolo del transgenderismo, filosofia di vita trasversale in auge negli anni Novanta di cui si appropria Tiziana Contino (Catania, 1979) con Sant’Agata fetish, cassatine di ricotta glassate con ciliegina e maschera in latex. Sulla stessa tematica,
Si serve di un linguaggio grafico e meno caustico Lorenzo Silvan (Milano, 1975), autore di un’estesa installazione costituita da un puzzle di 365 pezzi, in cui lo stesso soggetto, una papera, si trasforma in altro con variazioni formali e stilistiche assolutamente imprevedibili.
Nella zona bar, poco distante dalle opere fotografiche di Marco Schievenin (Zevio, 1979), si scorge Quadro N di Paolo Angelosanto (San Denis, 1973), simmetrico equilibrio di contrasti composti.
elvira d’angelo
mostra visitata il 15 dicembre 2006
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