Gli anti-ritratti di
Marcello Buffa (Palermo, 1969) approdano, in quest’ultima fase della sua produzione, a una significativa intensità espressiva. Le vibrazioni liquide emanate dall’impasto cromatico sembrano corrispondere a un movimento sottile che arriva dal fondo dell’anima. Anime catturate con l’occhio di una fotocamera o nel caos della rete, poi sovrapposte con un morphing digitale che altera il soggetto e ne restituisce l’ombra, l’intuizione. L’artista prosegue la sua ossessiva carrellata di volti -tutti frontali, tutti in primo piano- spingendo in avanti una ricerca indirizzata da anni alla rappresentazione della dis-identità.
Se l’origine del processo creativo sta nell’immagine artificiale, l’approdo è pittorico, nel senso più tradizionale del termine. Buffa è un pittore-pittore, uno che col colore non imita la fotografia, né i pixel dello schermo, né l’estetica televisiva. La sua è una pittura che cerca la verità -o, meglio, l’ambiguità- del corpo, la sua concretezza fatta di oscillazioni, di soglie identitarie. Che siano fotografie di amici o facce qualunque rubate al caos immateriale del web, i soggetti di queste tele vivono un costante tradimento, affondando in una banalità che li sgretola a ogni sguardo, a ogni pennellata, a ogni nuovo passaggio combinatorio.
Pur non rivelando ancora un segno stilistico radicale o particolarmente innovativo, la figurazione di Buffa raggiunge un buon impatto emotivo. Il senso dello straniamento diventa a volte inequivocabile, potenziato dai titoli volutamente incongrui e fortemente narrativi.
Le opere più efficaci (
Il sorriso dell’ignobile marinaio,
I cowboy aspettano in cortile,
Lo sguardo del pellegrino) testimoniano un’evoluzione tecnica che è anche, parallelamente, contenutistica. La raggiunta fluidità del gesto, in certi casi supportata da cromatismi essenziali e algidi, ben traduce il senso di sospensione di questi volti, concepiti come articolazioni di carne e pelle, concentrazioni fisiche di essenze spirituali non ben identificate. I pezzi meglio riusciti sono quelli che annegano nel neutro, quelli che nel tepore della materia pittorica svelano la freddezza dell’indeterminato. Organismi mutevoli rivitalizzati da sguardi opachi, facce che trapassano e non dicono.
Là dove invece il pittore palermitano perde smalto, è quando indugia nella ritrattistica pura, nella ricerca della somiglianza, nel diletto compositivo di figure da fondere accuratamente. Certe tele sfiorano così l’ovvietà dell’approccio mimetico e della forma chiusa, rimanendo ancora succubi di facili pose ed evocazioni mediatiche.
Il lieve afflato malinconico che arriva da questi primi piani è il segno silenzioso di un ‘distacco’: l’allontanamento dal sé equivale a quello smarrimento di chi non sa dove si trova e che cosa sta guardando. È allora il senso della perdita la cifra più interessante di una ricerca che si approssima a una maturità stilistica e concettuale.
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"Bassezza" addirittura. Che paroloni signor Franco. Riguardo al pezzo, non mi pare d’aver fatto l'apologia della pittura di Marcello Buffa, anzi. Tanto meno ho parlato di new wave della pittura siciliana! Il contrario piuttosto. Tuttavia, la critica (educata) è una cosa, il gioco al massacro un’altra. Ma si sa, il pollaio dell'arte si diverte solo con gli insulti e coi veleni. Come in tv.
il problema è che nessuno ha il coraggio di dire la verità, si racconta il mediocre...artisti mediocri, galleristi mediocri...con tutto il rispetto per buffa, siamo veramente alla frutta, helga è una buona penna dovrebbe solo smettere di glorificare il nulla...e cominciare con le stroncature...sappiamo tutti chi sono gli artisti validi a Palermo, quanto a federico lupo, quando smetterà di promuovere i suoi amichetti d'accademia, forse diventerà un gallerista decente.
basta col siamo tutti amici!
Caro anonimo, la rigrazio per i complimenti, ma ripeto: chi ha glorificato cosa?? Questo le sembra un pezzo che glorifica? Bah. Ci tengo infine a precisare che Marcello Buffa, persona per altro gentilissima, non è un mio amico: ci ho fatto una bella chiacchierata per la prima volta proprio in occasione di questa mostra. E anche se fosse stato un amico, questo non avrebbe modificato il senso e i contenuti del mio pezzo. E con ciò, chiudo. Che noia.
Ma delle persone che hanno postato i commenti c'è qualcuna che ha visto la mostra?
per fare quello che facciamo si fanno un sacco di sforzi (la geografia ci penalizza da sempre) ma non vogliamo aiuti da persone che non ci garbano, nessuna contaminazione esterna troppo invasiva. stiamo cercando di valorizzare quello che abbiamo in maniera proporzionale, quindi ognuno di noi é coscente dei propri limiti. sinceramente penso che il "livello" degli artisti palermitani (o residenti a palermo) sia in proporzione molto molto alto, e in ogni modo, ognuno di noi merita di essere rispettato allo stesso modo (prima di tutto siamo persone). le tre gallerie palermitane andrebbero sempre premiate per la loro continuitá e per il livello proposto. a chi parla di internazionalitá vorrei chiedere: in quali blog americani, inglesi o tedeschi si spara a zero su tutto senza neanche conoscere gli argomenti?
cara helga non capisco come mai non hai scritto nulla sulla mostra dei saccardi da pantaleone che ha curato ALEKSANDRA MIR forse non ti stanno simpatici ?quindi non sono degni di attenzione ?
non mi sembra TraL'Altro che tu possa decidere di recensire o meno qualcosa visto che ha recensito tutte le mostre fatte in citta' da sempre .
e poi non capisco vi lamentate tanto che palermo e povera di occasioni e quando avete la possibilita di far uscire una notizia con qualcosa di sostanzioso , voi critici non vi degnate di un articoletto .
con tutto il rispetto per gli artisti locali che di solito ti curi di far notare ma i saccardi meritavano solo per la presenza di un artista internazionale in citta .
ma voi palermitani siete dei masochisti a quanto pare .
mi scusi signor buffa se ho usato il suo articolo per questa critica ma ci sono cose che purtroppo non cambiano mai .
la stupidita' per esmpio .
Basta con questi pseudo-artisti che non sapendo tenere un pennello in mano si riducono a ritoccare le fotografie, per giunta scaricate da internet.
Basta è una vergogna.
Questa mostra non lo vista e non la andrò certo a vedere.
caro Filippo evidentemente non hai visto la mostra dei saccardi perche la foto ritoccata era solo la cartolina e per giunta il plagio era piuttosto dichiarato...erano quasi tutti dei disegni di ottima qualità...mi scuso con tutti ma qui si spara a zero...senza aver visto le mostre.
buffa sei tutti noi.
ti volgiamo bene
vienici a trovare presto a studio magari con zanghi A BERE UN BICCHIERE DI ROSOLIO sarebbe un bellissimo regalo di natALE
CIAO A TUTTI
cara Helga come vedi dai commenti si nota che ci stiamo stancando del "copia e incolla".Troppo semplice !
Colorare è facile, disegnare con personalità più complesso.
Come mai queste cose non le capisci?