10 maggio 2010

fino al 16.V.2010 Linda Randazzo Palermo, Zelle

 
Una carrellata di volti noti, catturati attraverso dipinti a olio veloci e intensi. Una quantità di piccoli disegni, pensati come appunti di viaggio. L’indagine del rapporto tra sé e gli altri si esplica nella pratica del ritratto...

di


All’interno di una sfera d’affetti personali, e in una costante tensione fra concretezza del quotidiano e levità spirituale, prendono vita gli oli su tela e i disegni di Linda Randazzo (Palermo, 1978). Nessuno di veramente importante, titolo della prima personale dell’artista siciliana, è un racconto di vita, una narrazione per immagini intima e intensa.
Il percorso espositivo si sviluppa in un ritmato alternarsi di volti, dettagli e situazioni che, seppur gravidi di rimandi autobiografici, diventano le coordinate per una riflessione sull’identità dell’individuo e la sua continua definizione attraverso l’imprescindibile relazione con altri – potenzialmente infiniti – soggetti e oggetti.
Randazzo è fondamentalmente un’osservatrice; voracemente scruta e capta, analizza e ricostruisce frammenti di realtà, raccontando esperienze esistenziali, proprie e altrui, in una pratica artistica che oscilla tra verosimiglianza descrittiva e deformazione espressionistica.Linda Randazzo - Vanessa - 2010 - olio su tela - cm 40x50 La predilezione per il genere aulico del ritratto si risolve in una riattualizzazione dello stesso attraverso una presa diretta sulla realtà: un guardare, schietto e personale, che priva i soggetti di qualsiasi aurea protettiva e li rende incredibilmente fragili, autentici.
Non c’è la volontà di attuare una registrazione pedissequa del vero, non c’è il desiderio di definire con precisione il dettaglio fisiognomico. Ma c’è, piuttosto, l’esigenza di instaurare una relazione tra sé e il soggetto ritratto, per dare forma a quell’impalpabile e spesso sfuggente empatia che lega due individui. Tale possibilità di relazione si traduce in comprensione dell’altro e determina, a sua volta, il venir meno della distanza tra opera e fruitore, nonché il possibile ribaltamento tra oggetto osservato e soggetto osservante. I volti delle persone a lei care, degli amici artisti così come i visi dei bambini che abitano nel suo quartiere – stretti e costretti nello spazio angusto della tela – si lasciano scrutare per scrutarci a loro volta.
Gli oli, segnati da pennellate veloci ma decise, Linda Randazzo - Livia - 2010 - olio su tela - cm 50x70caratterizzati da cromie a volte accese e nette, altre volte liquide e appena accennate, si definiscono sulla tela nell’arco di un paio d’ore di lavoro, in quanto risultato di un’esperienza creativa estemporanea, emozionalmente immediata ma razionalmente controllata.
Vivi e prepotenti nel loro esserci, i dipinti sono affiancati da un’installazione composta da numerosi piccoli disegni. Moltissimi i fogli che, come appunti fugaci di un viaggio ancora in corso, raccontano di persone – ancora una volta attraverso ritratti -, di momenti, evocati da pochi significativi dettagli, e di cose, oggetti che diventato i soggetti rappresentativi di un orizzonte privato.
Segni minimi, sintetici ed efficaci, aprono un ulteriore squarcio sul mondo dell’artista e, permettendone uno sguardo ancora più addentro, rivelano le corde più autentiche della sua sensibilità creativa.



giulia gueci
mostra visitata il 16 aprile 2010



dal 16 aprile al 16 maggio 2010
Linda Randazzo – Nessuno di veramente importante
a cura di Helga Marsala
Zelle Arte Contemporanea
Via Matteo Bonello, 19 (zona piazza Indipendenza) – 90134 Palermo
Orario: da martedì a sabato ore 17-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: mob. +39 3393691961; zelle@zelle.it; www.zelle.it


[exibart]

40 Commenti

  1. a me la mostra è sembrata piuttosto interessante, in particolar modo la parte dedicata al disegno, molto convincente e sicuramente più matura

  2. Ci sono pezzi di qualità, altri meno riusciti, ma è assolutamente una mostra ben costruita.
    andateci piano con l’invidia. eheh

  3. peppuzzo non ti preoccupare…anche tu un giorno avrai degli amici a palermo,mica sono tutti esclusivamente di linda(sebbene lei ci provi ad avere il primato)..intanto dovresti trovarti uno pseudonimo piu’ allegrotto..e poi se vuoi puoi uscire con me e linda..per cominciare..magari si fa una mostra insieme..che dici?ah ma forse la tua era una provocazione per dire che linda è raccomandata?ah cioè il senso della tua frase era sprezzante?ah…scusa..non avevo capito.in quel caso immagino che l’idea di diventare nostro amico ti faccia schifissimo.anche perchè in effetti è palese che linda sia raccomandata dai suoi amici,sono tutti amici suoi!..quella appena la infili in un posto non la puoi lasciare dasola un secondo che gia’ t’ha fatto amicizia pure con i ratti,con le blatte..una roba imbarazzante…è una compulsione..una malattia proprio..lo psicoterapeuta ci aveva provato a curarla..ma alla fine hanno fatto amicizia.

  4. Uscire su exibart con una mostra di queste.
    A palermo arte significa baronato, in fondo in sicilia tutto è baronato.

    Non va avanti chi è più bravo ma vanno avanti gli amici degli amici…

    Chi ha scritto il post? chi ha curato la mostra?
    chi lavora al “Riso”?

    Amici degli amici degli amici…

  5. questa è pittura da studentessa dell’accademia di belle arti ed è la prova che in exibart (purtroppo anche qualcuno che ricopre posizioni di staff) di arte che vale non ne sanno nulla.

  6. Che tristezza dover leggere certi commenti..questa gente (dai simpaticiiiiissiiiiimi pseudonomi)il rispetto per il lavoro degli altri davvero non sa cosa sia..e che vigliaccheria!

    Complimenti a Linda che sa cos’è la pittura e fà davvero un buon lavoro.

    p.s.E io non ho il piacere di essere sua amica, perciò..

    p.p.s Il titolo della personale poi mi piace moltissimo..

  7. sta grandissima pullazza e arrusa sa cu si ficcò pi fari sta mostra… altro che amici. amici e guardati. IO AMO LINDA RANDAZZO.

  8. anch’io sono amica di Linda ma lei appena ha capito che nn potevo raccomandarla nn ha voluto piu’ sapere niente di me…

    .. ora e’ di la’ che mi prepara da mangiare…

  9. basta dire che se una cosa non piace e’ invidia!
    la solita frasetta vecchia come il cucco.
    trattasi di opere senza qualita’ e neanche originali. se a voi piacciono fate bene a comprarle. vi auguro di tappezzare le case di tanti bei “capolavori” come questi.

  10. Dovrebbe farci riflettere il fatto che Pirandello al liceo fu giudicato con un 4 in italiano…anche ai posteri l’ardua sentenza

  11. Dai commenti che leggo, mi rendo conto che ci sono persone che sanno solo offendere in maniera spudorata chi lavora con grande intensità; definisco queste persone prive di personalità e senza i cosiddetti attributi, visto che si nascondono nell’anonimato, cercate di crescere, soprattutto mentalmente

  12. Vada per le critiche, sono sacrosante e importanti, e se non ti va di esser criticato hai sbagliato mestiere.. Ma penso che Linda conosca il valore della critica, e la consideri parte della propria crescita artistica..
    Ma è così stupido e facile dire “è amica di.. ”
    Che le persone facessero una volta per tutte delle osservazioni intelligenti, critiche relative al percorso artistico, o semplicemente dire “quei quadri non mi piacciono”..
    Ma siamo in una città malata, che non sa far altro che giudicare.. E non capisco perchè tutto quello che si fa non mai va bene..
    Dietro una mostra ci sono mesi di lavoro, persone che con passione ed energia hanno cercato di creare qualcosa.. Un po’ di rispetto almeno per questo..
    (Sto ancora cercando di analizzare gli influssi negativi che può avere l’amicizia sull’arte.. vi farò sapere..)

  13. partendo dal presupposto della mia opinione universalmente conosciuta sulla signora linda randazzo,che non amo ne come impostazione artistica ne personale,dico:non vi piace una mostra?non andateci.ma trovo strano tutto questo infierire e analizzare il percorso che l’ha portata a esporre nella galleria zelle.infondo,ripeto basta non andarci.una possibilità non si nega a nessuno.

  14. Per fare una mostra personale, la prima in questo caso, un giovane artista, non deve certo essere un genio affermato e assoluto.
    Se cosi’ fosse il giovane artista in questione potrebbe direttamente fare l’ultima personale, saltando ogni sorta di passaggio e magari potrebbe farla, amici permettendo, al Moma di New York o chissà dove.
    In genere la prima personale la si fa quando un artista arriva ad un punto cardine della sua -RICERCA ARTISTICA- ma fondamentalmente quando qualcuno crede nel suo lavoro e ritiene che sia arrivato il momento di esporlo.
    Ora io non so a quali sovrane amicizie si alluda in questi commenti che rispecchiano perfettamente l’italietta deprimente da PORTA A PORTA,
    ma! di sicuro so che:

    se una pittrice dipinge,

    se a qualcuno piace il suo lavoro

    e se quel qualcuno porta avanti una galleria nata proprio con l’intento di promuovere i giovani artisti emergenti locali e non solo,

    se tutto questo succede è normale ed è giusto che sia così.
    quindi dov’è il problema ?

  15. … e invece che bella e grande personalita’ dimostra chi predilige questi “capolavori”… pirandello ha preso 4, einstein l’hanno bocciato e la randazzo e’ stata criticata, giammai!
    siamo un paese capace di esprimere solo sottocultura e che inveisce contro ogni critica.
    e a chi rammenta la “fatica dell’arte” ricordo che dietro alle mostre oltre c’e’ non secondaria l’intenzione di vendere o promuoversi, basta con tante belle parole da associazionismo patetico.

  16. sono siciliana e vivo tra roma e londra, credo che la maggior parte dei commenti siano faziosi e tendenzialmente a favore della giovane artista.
    Il punto è soltanto, purtroppo in sicilia vive e regna la raccomandazione…
    Questo non significa che la giovane artista abbastanza mediocre debba essere raccomandata ma
    che a volte interpretare l’arte come vado alle mostre and PR it’s wrong.

  17. Oltre alle polemiche sterili create attraverso i commenti, io credo che: chi può giudicare con esattezza i lavori della Randazzo?
    Chi ha una verità assoluta su ciò che voglia esprimere attraverso i colori la stessa pittrice?

    Che differenza c’è oggi fra il cesso di un bagno pubblico e una galleria ?

    Bisognerebbe capire che la parola arte è un falso problema, come ogni teoria estetica è una falsa soluzione.

    Se per la pittrice dipingere è un bisogno allora che lo continui a fare dimenticando questo articolo, questi commenti, le gallerie, e noi tutti….

  18. @zoppi:
    “Che differenza c’è oggi fra il cesso di un bagno pubblico e una galleria ?”

    che gallerie frequenti??? apposta sei abituato e ti piacciono queste proposte!

  19. gli ultimi commenti mi giungono come un balsamo, al di là delle opere in questione, che dalle foto mi sembrano valide.
    Sono molto interessato alla questione. volendo sviscerarla l’ho posta nel forum, venite a vedere….

  20. razza di anonimi, anzichè creare state sempre ad attassare! sempre che parlate di baronato e cazzate varie?! un po sfigati e soprattutto noiosi eh?! estinguetevi, datevi fuoco!
    io ho un fantastico (e grande) ritratto di linda,
    oltre ad avermi preso nel profondo come solo saprebbero fare quei veri e rarissimi artisti umili, me l’ha regalato senza pensarci mezza volta!
    mi sa che se non si va a quel paese, sia nella gloria che nella miseria ci tocca sopportare il vostro ronzio da zanzare succhiasangue

  21. Livio non so chi sei… ovviamente nulla di personale.. certamente non sono felice di scrivere cose simili, le opinioni altrui posso non condividerle ma le rispetto solo se non sono indiscrete e misere nei confronti degli altri, amici o chi che sia. Palermo non decolla ed è spesso quasi invivibile anche e soprattutto per chi sta a denigrare il lavoro degli altri pensando di aver piu diritti. quindi se dico di estinguere o darsi fuoco è tutto in proporzione, causa riluttanza e intolleranza. insomma imparate a vivere e ad ESSERE senza puntare l’indice, oppure prima o poi qualcuno ve lo ficcherà da qualche parte, piu dentro di quanto l’avete gia.

  22. Finche’ si difendono cose indifendibili e con questi toni e modi ho molti dubbi che qualcosa cambiera’. Se questo artisticamente vi compiace, meglio per voi. Per il resto i tuoi modi e accenni volgari si commentano da soli.

  23. hey ragazzi!!! ciao a tutti, e grazie davvero per i vostri commenti deliziosi, anche se sono scappata a Honolulu vi seguo sempre da questa isola meravigliosa, dalla piccola tv della rosticceria che ho aperto, adesso preparo panelle e crocchè,e vi giuro che non tocco una tela da due mesi. un caloroso abbraccio e coraggio coraggio coraggio!!!!!!!!!!!!!
    la pittura è acqua passata!! 🙂 kiss
    linda randazzo

  24. Se sei giu’ perche’ ti ha lasciato
    Se per lei sei un uomo sbagliato
    Se non sei mai stato un artista…
    O non sai cos’e’ una conquista
    Se per lei sei stato un amico
    Se non hai lo sguardo da fico
    Se non vuoi restare da solo
    Vieni qui e fatti un regalo.

    Comprami,
    Io sono in vendita
    E non mi credere irraggiungibile
    Ma un po’ d’amore, un attimo,
    Un uomo semplice
    Una parola, un gesto, una poesia,
    Mi basta per venir via

    Felicita’
    E’ una canzone pazza che cantare mi va
    Una musica che prende e che ballare mi fa

    Se non sai da un film a colori
    Portar via le frasi agli attori
    Se per te il sabato sera
    Non c’e’ mai una donna sicura
    Se non hai sulla tua rubrica
    Una che sia piu’ di un’amica
    Se non sai andare lontano
    Dove non ti porta la mano

    Comprami,
    Io sono in vendita
    E non mi credere irraggiungibile
    Ma un po’ d’amore, un attimo,
    Un uomo semplice
    Una parola, un gesto, una poesia,
    Mi basta per venir via

    Felicita’
    E’ una canzone pazza che cantare mi va
    Una musica che prende e che ballare mi fa

    Felicita’
    E’ una canzone pazza che cantare mi va
    Una musica che prende e che ballare mi fa…

  25. Condivido pienamente quanto detto nella recensione, soprattutto sul “ribaltamento”. I ritratti di Linda, per me, sono come dei segnalibri, come delle tracce di una narrazione che le consente di raccontarsi nella relazione con il volto dell’altro, in quell’operazione esoterica e liberatoria che lei vive durante l’atto pittorico.
    Lo sguardo di Linda è sulla fragilità dell’altro, sul suo volto, visto come manifestazione inconsapevole di un’ontologica solitudine. L’altro, l’io/tu, diventa per lei lo specchio attraverso cui poter intravedere la propria persona, la maschera, ossia l’inconsapevole, tragico attore di quella commedia che è la vita, che, come dice il suo adorato Artaud, è “l’origine non rappresentabile della rappresentazione”.

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