All’interno di una sfera d’affetti personali, e in una costante tensione fra concretezza del quotidiano e levità spirituale, prendono vita gli oli su tela e i disegni di Linda Randazzo (Palermo, 1978). Nessuno di veramente importante, titolo della prima personale dell’artista siciliana, è un racconto di vita, una narrazione per immagini intima e intensa.
Il percorso espositivo si sviluppa in un ritmato alternarsi di volti, dettagli e situazioni che, seppur gravidi di rimandi autobiografici, diventano le coordinate per una riflessione sull’identità dell’individuo e la sua continua definizione attraverso l’imprescindibile relazione con altri – potenzialmente infiniti – soggetti e oggetti.
Randazzo è fondamentalmente un’osservatrice; voracemente scruta e capta, analizza e ricostruisce frammenti di realtà, raccontando esperienze esistenziali, proprie e altrui, in una pratica artistica che oscilla tra verosimiglianza descrittiva e deformazione espressionistica.
Non c’è la volontà di attuare una registrazione pedissequa del vero, non c’è il desiderio di definire con precisione il dettaglio fisiognomico. Ma c’è, piuttosto, l’esigenza di instaurare una relazione tra sé e il soggetto ritratto, per dare forma a quell’impalpabile e spesso sfuggente empatia che lega due individui. Tale possibilità di relazione si traduce in comprensione dell’altro e determina, a sua volta, il venir meno della distanza tra opera e fruitore, nonché il possibile ribaltamento tra oggetto osservato e soggetto osservante. I volti delle persone a lei care, degli amici artisti così come i visi dei bambini che abitano nel suo quartiere – stretti e costretti nello spazio angusto della tela – si lasciano scrutare per scrutarci a loro volta.
Gli oli, segnati da pennellate veloci ma decise,
Vivi e prepotenti nel loro esserci, i dipinti sono affiancati da un’installazione composta da numerosi piccoli disegni. Moltissimi i fogli che, come appunti fugaci di un viaggio ancora in corso, raccontano di persone – ancora una volta attraverso ritratti -, di momenti, evocati da pochi significativi dettagli, e di cose, oggetti che diventato i soggetti rappresentativi di un orizzonte privato.
Segni minimi, sintetici ed efficaci, aprono un ulteriore squarcio sul mondo dell’artista e, permettendone uno sguardo ancora più addentro, rivelano le corde più autentiche della sua sensibilità creativa.
giulia gueci
mostra visitata il 16 aprile 2010
dal 16 aprile al 16 maggio 2010
Linda Randazzo – Nessuno di veramente importante
a cura di Helga Marsala
Zelle Arte Contemporanea
Via Matteo Bonello, 19 (zona piazza Indipendenza) – 90134 Palermo
Orario: da martedì a sabato ore 17-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: mob. +39 3393691961; zelle@zelle.it; www.zelle.it
[exibart]
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razza di anonimi, anzichè creare state sempre ad attassare! sempre che parlate di baronato e cazzate varie?! un po sfigati e soprattutto noiosi eh?! estinguetevi, datevi fuoco!
io ho un fantastico (e grande) ritratto di linda,
oltre ad avermi preso nel profondo come solo saprebbero fare quei veri e rarissimi artisti umili, me l'ha regalato senza pensarci mezza volta!
mi sa che se non si va a quel paese, sia nella gloria che nella miseria ci tocca sopportare il vostro ronzio da zanzare succhiasangue
@marco: goditelo, hai l'educazione per farlo!
Livio non so chi sei... ovviamente nulla di personale.. certamente non sono felice di scrivere cose simili, le opinioni altrui posso non condividerle ma le rispetto solo se non sono indiscrete e misere nei confronti degli altri, amici o chi che sia. Palermo non decolla ed è spesso quasi invivibile anche e soprattutto per chi sta a denigrare il lavoro degli altri pensando di aver piu diritti. quindi se dico di estinguere o darsi fuoco è tutto in proporzione, causa riluttanza e intolleranza. insomma imparate a vivere e ad ESSERE senza puntare l'indice, oppure prima o poi qualcuno ve lo ficcherà da qualche parte, piu dentro di quanto l'avete gia.
una pittura indifendibile: mi stupisco di Helga Marsala che si presta a queste marchette
Finche' si difendono cose indifendibili e con questi toni e modi ho molti dubbi che qualcosa cambiera'. Se questo artisticamente vi compiace, meglio per voi. Per il resto i tuoi modi e accenni volgari si commentano da soli.
hey ragazzi!!! ciao a tutti, e grazie davvero per i vostri commenti deliziosi, anche se sono scappata a Honolulu vi seguo sempre da questa isola meravigliosa, dalla piccola tv della rosticceria che ho aperto, adesso preparo panelle e crocchè,e vi giuro che non tocco una tela da due mesi. un caloroso abbraccio e coraggio coraggio coraggio!!!!!!!!!!!!!
la pittura è acqua passata!! :) kiss
linda randazzo
...! oltre alla cattiva pittura vedendo il commento pare che anche le facolta' mentali vacillino...
Se sei giu' perche' ti ha lasciato
Se per lei sei un uomo sbagliato
Se non sei mai stato un artista...
O non sai cos'e' una conquista
Se per lei sei stato un amico
Se non hai lo sguardo da fico
Se non vuoi restare da solo
Vieni qui e fatti un regalo.
Comprami,
Io sono in vendita
E non mi credere irraggiungibile
Ma un po' d'amore, un attimo,
Un uomo semplice
Una parola, un gesto, una poesia,
Mi basta per venir via
Felicita'
E' una canzone pazza che cantare mi va
Una musica che prende e che ballare mi fa
Se non sai da un film a colori
Portar via le frasi agli attori
Se per te il sabato sera
Non c'e' mai una donna sicura
Se non hai sulla tua rubrica
Una che sia piu' di un'amica
Se non sai andare lontano
Dove non ti porta la mano
Comprami,
Io sono in vendita
E non mi credere irraggiungibile
Ma un po' d'amore, un attimo,
Un uomo semplice
Una parola, un gesto, una poesia,
Mi basta per venir via
Felicita'
E' una canzone pazza che cantare mi va
Una musica che prende e che ballare mi fa
Felicita'
E' una canzone pazza che cantare mi va
Una musica che prende e che ballare mi fa...
Condivido pienamente quanto detto nella recensione, soprattutto sul "ribaltamento". I ritratti di Linda, per me, sono come dei segnalibri, come delle tracce di una narrazione che le consente di raccontarsi nella relazione con il volto dell'altro, in quell'operazione esoterica e liberatoria che lei vive durante l'atto pittorico.
Lo sguardo di Linda è sulla fragilità dell'altro, sul suo volto, visto come manifestazione inconsapevole di un'ontologica solitudine. L'altro, l'io/tu, diventa per lei lo specchio attraverso cui poter intravedere la propria persona, la maschera, ossia l'inconsapevole, tragico attore di quella commedia che è la vita, che, come dice il suo adorato Artaud, è "l'origine non rappresentabile della rappresentazione".
"l'origine non rappresentabile della rappresentazione"... Lo dice Derrida, non Artaud! :)