Categorie: sicilia

fino al 17.I.2006 | Arturo Patten – In fondo agli occhi | Agrigento, Museo Archeologico Regionale

di - 13 Gennaio 2006

Il fotografo d’origine nordamericana Arturo Patten ha scelto la Sicilia come ultima tappa del viaggio della sua vita. Forse perché l’Isola era più vicina ai ricordi della sua infanzia in Messico, quando era ancora lontana l’angosciosa ricerca dell’anima, la “trepidante sensibilità verso quelli che Vittorini chiamava i dolori del mondo offeso”, ricorda Camilleri nel catalogo della mostra che Agrigento dedica ai ritratti realizzati dal fotografo in Sicilia negli anni Novanta.
I volti intensi di Elvira Sellerio, Letizia Battaglia, Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Pupino Samonà, rivelano un’arte fotografica colta e una grande sensibilità artistica, che affonda le radici nel rinascimento italiano. A ventinove anni Patten abbandona l’America per andare a vivere in Europa, viaggia continuamente finché decide di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia, dividendosi tra Roma e Parigi. In fuga dai volti ottusi, inerti ed anonimi della provincia americana, il fotografo in Sicilia continua a cercare l’intensità nello sguardo. Raccontando del rapporto contraddittorio che Arturo Patten aveva con l’Isola, Edith de la Héronnière, scrittrice legata al fotografo da amicizia profonda, nel testo in catalogo Dal Vulcano al caos scrive: “Ho cercato la vita in Sicilia e la morte ha mostrato il suo volto. Vi ho incontrato sguardi a perdita d’occhio…in Sicilia mi attendeva un mare di sguardi. Non erano indiscreti né curiosi, ma abitati da una sorta di franchezza istintiva, talvolta accompagnata dal riso”.
I volti siciliani, fotografati su sfondo scuro, evocano la composizione formale classica, sia nel forte contrasto del bianco e nero, che tende a definire i contorni in maniera netta, sia nell’attenzione ai più indiscreti dettagli del viso. Il più delle volte questa ricerca dell’anima –dell’”inimmaginabile”, spiega l’amica– riesce ad essere penetrante, intensa. È questo il caso del bellissimo ritratto di Topazia Alliata che sorride guardando verso l’alto, illuminata da una luce tenue, in un dolce abbandono alla vita. Di altra ironica bellezza è intriso il profilo funereo di Gesualdo Bufalino.
In alcuni esempi più sporadici la bellezza formale della composizione adombra l’attenzione per l’aspetto psicologico del ritratto. Alcune foto, per la posa retorica ma ricercata, evocano gli scatti dell’americano Irving Penn, noto fotografo di moda degli anni Cinquanta. Questo ricco ventaglio di “espressioni siciliane”, create dallo sguardo malinconico di un Patten ormai stanco, risale ai suoi ultimi anni di vita. Nel marzo del 1999 Arturo Patten si toglie la vita ad Agrigento. Il museo archeologico della città ne celebra oggi la memoria, ospitando, attorno ad uno dei pezzi più importanti della propria collezione, una rosa degli intensi sguardi colti e ritagliati dal penetrante obiettivo del fotografo americano.

giulia ingarao
mostra visitata venerdì 18 dicembre 2005


In fondo agli occhi. Ritratti siciliani di Arturo Patten, a cura del centro Culturale Pier Paolo Pasolini, con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione, e con il contributo della Provincia Regionale di Agrigento, Assessorato alla Cultura – Agrigento, Museo Archeologico Regionale, via Passeggiata archeologica – tutti i giorni dal martedì al sabato, dalle 09.00 alle 19.00; domenica e lunedì dalle 9.00 alle 13.00 – ingresso libero – catalogo edizioni di passaggio, con testi di Andrea Camilleri, Diego Mormorio, Maurizio Masone ed Edith de la Héronnière: 15 euro – www.centropasolini.it  – www.edizionidipassaggio.it

[exibart]

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