Tutto ha avuto inizio da un soggiorno a Palermo per Pasqua. Ed è stato amore a prima vista. L’opulenza delle processioni del Venerdì Santo hanno conquistato Dominique De Beir. L’ostentata drammaticità e il patetismo compiaciuto con cui viene messa in scena la Passione di Cristo, ha acceso l’ispirazione dell’artista francese, che in quei cortei della morte, in cui pure gli strumenti del supplizio avanzavano gloriosamente in processione, ha ritrovato gli “attrezzi” della sua ricerca: le pinze, i chiodi acuminati e gli uncini. Arnesi con cui da anni ormai porta avanti una personalissima pratica del traforo su materiali poveri, carta e cartone soprattutto. Finora l’algido e immacolato candore delle sue superfici, quasi sempre bianche e minimali nella costruzione delle forme, è resistito alla ferocia gestuale della violazione di tanti piccoli fori perpetrati con fare nervoso e sistematico. Nell’istallazione proposta a Palermo tutto è molto più complicato e sofferto, deflagrante nelle contaminazioni fra lo spirito del luogo e le tensioni emozionali che attraversano l’opera di una forza segreta e familiare, potenzialmente eversiva.
Il culto religioso per gli strumenti del lavoro -inquietanti i lunghi ditali uncinati appositamente fatti realizzare da artigiani palermitani nell’argento degli ex-voto e conservati, come reliquie, in trasparenti teche di plexiglas- trova spazio nel piccolo atelier allestito dall’artista alla Zisa: le sue carte traforate, i disegni, gli schizzi e i progetti, gli attrezzi della “sua” passione, sono affastellati in un disordine claustrofobico e opprimente. Stessa atmosfera si respira all’interno della spettacolare istallazione nel bacino della Grande Vasca, in cui centinaia di cassette da frutta recuperate dalla strada sono state legate insieme da fili di ferro, in una costruzione percorribile come un antro dentro cui scivolare disorientati.
Le pareti sono rivestite per intero di carta rosa da macelleria, anche in questo caso disperatamente trafitta e bucherellata; ma se, visto da fuori, ogni buco di questa Boite de Nuit è una voragine che sprofonda nell’oscurità del mistero, la visione dall’interno si apre alla luce dell’orizzonte blu del mare. Le pareti viste da questa “stanza della meditazione” sono coperte infatti da una fascia di fotografie che corrono ad altezza d’uomo lungo i muri esterni all’istallazione, un approdo possibile oltre la barriera di ogni conflitto dentro-fuori, buio-luce, sé-altro da sé.
Su questo stesso ordine di riflessioni si pongono gli interventi degli artisti italiani e francesi che la De Beir ha chiamato a lavorare con sé: gli attraversamenti spaziali, video e luminosi, di Olivier Michel che propone un ribaltamento di prospettive rispetto al lavoro della francese; i paesaggi eccellenti da scomporre e ricomporre di Anne-Clémence de Grolée, autrice anche delle riprese con l’orizzonte del mare; la camera fissa di Giuseppe Stassi sulla frenesia di un’ultima spiaggia con in primo piano lo still di una coppia d’antan impermeabile ad ogni variazione spazio-tempo; gli sguardi tumidi e allumati di Catherine Larré e, per l’inaugurazione, le performances sonore del palermitano Marco Crescimanno e dei francesi Uncorporated.
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davide lacagnina
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se la poteva evitare questa vacanza pasquale!!
avrebbe evitato di evacuare alla zisa.
ciao c.a.s.a. anche io daccordo sul video di stassi.bello.
peccato che problemi curatoriali e di allestimento hanno disturbato la visione del video di stassi.a buon intenditor poche parole.
che brutte cose ....l'opera di dominique e' davvero puerile !!
bellissimo il video di giuseppe stassi che da artista di supporto...della mostra ne diventa il vero protagonista. bellissimo video.
e' una di quelle mostre che si potrebbero evitare!...in questo momento di crisi economica...ci mettiamo amche quella culturale...no eh!
Che noia, che robaccia vista e rivista..... le processioni.... ma per certa gente (tipo Nicita & co.) la Sicilia e' soloquesto??? Fermatele!!!!
Pessima mostra! Pessima artista! Pessima curatela!! Concordo con c.a.s.a. e RAI4 questi soldi si potevano risparmiare, concordo anche sul bel video di Stassi.
p.s. concordo anche con che noi FERMATELE!!!!!!
e' da un po di tempo che i cantieri sono diventati deposito di scorregge!