Letizia Battaglia espone per la prima volta nella sua città, Palermo, il corpus completo e organico delle fotografie realizzate in decine e decine di anni di incessante e accorato lavoro, come reporter e testimone del suo tempo.
La mostra, intitolata “Passione, Giustizia, Libertà”, organizzata nell’ambito delle iniziative del Festival di Palermo sul Novecento, curata da Melissa Harris e Paolo Falcone, è allestita alla Galleria Bianca dei Cantieri Culturali della Zisa, dove rimarrà fino al 21 gennaio.
Osservando le immagini di Letizia Battaglia, che ha sempre unito alla passione per la fotografia un forte impegno sociale e politico, specie in difesa dei più deboli, scorrono davanti gli anni più bui di Palermo, quelli tragici delle faide mafiose e delle uccisioni più efferate, che la fotografa ha il potere di interrompere quasi magicamente, fermando sulla pellicola lo sguardo di una bambina o un volto di rara fierezza, catturati con uno sguardo carico di intensità poetica, avulsa da qualsiasi forma di retorica.
Le foto in bianco e nero parlano di frammenti di esistenze e di brutali scomparse,oppure dei protagonisti che hanno svolto il combattimento più duro, in prima linea, contro la mafia, e di chi invece non è riuscito a fermarla, pagando in prima persona il prezzo di un sogno.
Ma Letizia Battaglia racconta anche feste tra zingari, ore di lavoro quotidiano, slanci di affetto, paesaggi immersi in una luce accecante e feste della nobiltà palermitana, con uno sguardo che, a secondo dove si posi, muta dall’ironia all’affetto, dalla complicità alla denuncia sociale o politica, cogliendo sempre le vibrazioni più immediate dell’esistenza.
Nelle immagini delle feste di piazza sembra di cogliere il frastuono della musica e delle voci, che da un’immagine all’altra possono trasformarsi in urla di disperazione e di dolore, per poi ricomporsi, nuovamente, negli schiamazzi gioiosi di improvviso gioco tra bambini, tra sorrisi e spontaneità. E se i piedi di un pellegrino inginocchiato ricordano molto quelli dei poveri e dei santi dei quadri di Caravaggio, le nobildonne con le volpi al collo possono trasformarsi in maschere degne del sarcasmo di Grosz. Le pozze di sangue non si cancellano con un mazzo di fiori, ma Letizia Battaglia non può far a meno di sperare e farci sperare quando fotografa bambine e adolescenti dallo sguardo profondo e luminoso,rivolto al futuro.
La mostra, che dopo Palermo sarà ospitata all’International Center of Photography di New York, è accompagnata da un libro curato da Melissa Harris che contiene tutte le immagini in mostra, edito da Federico Motta, con una lettera introduttiva di Leoluca Orlando e testi di Angela Casiglia Battaglia, Melissa Harris, Simona Mafai, Alexander Stille, Renate Siebert e Roberto Scarpinato.
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