“La pittura di Andrea Volo conosce tutto, ha visto tutto, ha amato tutto. Ha visto Bacon, ha visto Nolde, conosce Kupka, ha visto Picasso, conosce Duchamp, ha veduto Balla, ha amato Munch, ha amato Odilon Redon, ha visto Tobey, ha amato Franz Kline, ha veduto Rockwell e conosce Whistler. Ma ha inventato tutto di nuovo” (Marco Bussagli, Volo su Roma, 2006).
Volo è un artista multisfaccettato, la cui opera figurativa commenta scrupolosamente ciascuna delle fasi di vita vissute. Nasce a Palermo nel ‘41 e asseconda la sua propensione verso le arti figurative iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Negli anni Sessanta, insieme a Maurilio Catalano e Raffaello Piraino, crea Arte al Borgo, una galleria che presto in città si conquisterà un posto di rilievo.
Ventitreenne lascia Palermo, la città delle scommesse a volte vinte e tante volte perse. Trascorre gli anni della formazione in Austria “dove apprese ad ironizzare (…) sui simulacri di un impero estinto” (Beppe Sebaste, Convitati, 2005) e proprio in questi anni tocca con mano la Mitteleuropea di Freud, di Mahler, di Kokoschka e Kafka che ne forgia lo stile e ne influenza la poetica così come trapela in opere quali La bambola di Kokoschka o Il divano di Freud con modella.
Si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera maturando uno stile figurativo che spazia dalla secessione all’espressionismo e che “sfaldando l’immagine in equilibrio precario tra presenza e assenza” (Eva di Stefano, Oltre L’Isola, 2006) talvolta si fa astratto.
Lungo il percorso espositivo di questa antologica si rimane colpiti da opere come Ein lied fur
In A Volo si percepisce come l’artista nel suo percorso sia progressivamente riuscito ad appropriarsi di una cultura nordica che non ha comunque stemperato una crescente malinconia “Mi sono accorto ad un certo punto, di avere compiuto un percorso attraverso le immagini che riguarda l’idea del ritorno e della nostalgia (…) la nostalgia di qualcosa che sembra definitivamente perduto: la terra, l’isola, o forse le certezze della pittura” (Andrea Volo, In medias terras, 2000).
La mostra concretizza il crescente desiderio dell’artista, prima inconscio, poi sempre più chiaro, di tornare a casa, proprio a quelle palme di Piazza Lolli tra i cui tronchi giocava a nascondino e allo stesso tempo permette a Palermo di saldare un debito con uno dei suoi tanti “figli” dispersi.
manuela conciauro
mostra visitata il 5 gennaio 2007
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BRUTTA MOSTRA BRUTTO INIZIO
....una mostra....mediterranea....
stiamo toccando il fondo.
una risata con il risucchio tipo grattuggia
chi e' che ride come una lavatrice dei primi anni 80?
Ecco di chi scrive la la fumosa Eva Di stefano invece di occuparsi di artisti veri.
sempre meglio dell'ennesima mostra di Atroce Caramella...
caro maestro (?) andrea volo, falla finita con la solita storia dell'esule dimenticato... sei patetico. occupati, invece, della tua pittura(?)che è vecchia e falsa proprio come te. del resto, chi poteva occuparsene se non "mediterranea" che, in realtà, altro non è se non un'agenzia viaggi?