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Fino al 22.V.2002 Ebrei e Sicilia Palermo, Convento della Magione
sicilia
C'era un tempo in Sicilia in cui gli orafi ebrei costruivano preziosi reliquiari per i santi cristiani e le moschee si affiancavano alle "moschite", ovvero alle sinagoghe...
di Paola Nicita
Sfogliando all’indietro il libro della storia dell’Isola è di conforto scoprire un florido dialogo tra civiltà diverse, auspicabile proprio in questi giorni di difficile pace internazionale. Così la mostra Ebrei e Sicilia negli spazi appena restaurati del Convento della Magione offre molti spunti di riflessione. “Se in città la Zisa è il luogo simbolo per la cultura islamica- spiega la soprintendente Adele Mormino- la Magione è sicuramente il luogo rappresentativo per la cultura ebraica”. E difatti entrando nel chiostro del bellissimo edificio appena recuperato (al cui restauro hanno lavorato Franco Tomaselli, Maria Di Ferro, Antonino Polizzi e Gaetano Corselli d’Ondes) edificato nel 1154, si può immediatamente vedere l’iscrizione in ebraico che orna il bordo superiore del pozzo in pietra. L’ex edificio conventuale, con capriate in legno, bifore, mura secolari che raccontano presenze differenti e un soffitto coperto in vetro con effetto “a cielo aperto”, è dotato anche di un ascensore per disabili. I documenti, le testimonianze e gli oggetti esposti raccolti con la consulenza di Nicolò Bucaria, provengono da molte province siciliane, da archivi e raccolte pubbliche e private italiane, mentre dall’Israel Museum arriva la Chanukah lamp, una lampada religiosa a sette braccia. Tra gli oggetti esposti, un Aron (“arca santa”) proveniente da Agira, dove erano riposte le scritture sacre, la Torah. Questo Aron costituisce una rara eccezione, perché costruito in pietra e non in legno come solitamente avveniva, e vi si può leggere un’iscrizione, un versetto di Isaia, che consente di datarlo: infatti per risalire alla data dei monumenti ebraici occorre fare riferimento al valore numerico delle ultime lettere del versetto biblico riportato, così da trasformare gli anni del calendario ebraico -il cui computo parte dalla “creazione del mondo”- in quello gregoriano. Di grande fascino artistico e storico sono i Rimmonim (letteralmente “melograni”) di Cammarata, pinnacoli in argento filigranato con coralli e pietre preziose che cingevano in alto i due bastoni intorno ai quali si avvolgeva la pergamena della Torah, realizzati tra la fine del 1300 e il 1400, accreditati come i più antichi del mondo. Di notevole importanza è anche la Megillah di Ester, rotolo di pergamena che narra in ebraico e con piccole miniature la storia dell’eroina che salvò i Giudei di Persia dallo sterminio cui erano stati condannati. Esposta anche la “pietra della Zisa”, scritta in quattro lingue (latino, ebraico, greco, arabo), costumi giudei provenienti da San Fratello, e alcune ricostruzioni di scene di vita quotidiana, come ad esempio quelle relative ad un matrimonio ebraico, realizzate con l’aiuto degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Malgrado alcune difficoltà, gli ebrei siciliani (che parlavano il giudeo-arabo siciliano) ebbero un ruolo importante nel commercio e la possibilità di edificare numerosi edifici luoghi di culto: la sinagoga di Palermo, che sorgeva nel complesso di San Nicolò da Tolentino, odierno archivio di Stato, fu descritta da Ovadyah da Bertinoro dotto viaggiatore diretto in Terra Santa “senza uguali al mondo”.
Paola Nicita
Palermo- Ebrei e Sicilia, Chiesa della Magione, Via Teatro Garibaldi. Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19, domenica dalle 9 alle 13, ingresso gratuito. Fino al 22.V.2002
[exibart]
PALESTINESI E SICILIA INVECE QUANDO?
Gentili Signori/Signore:
Il Vs. sito e’ fantastico. Che mervaglia di scoprire tuttte queste notizie dell’Italia dagli Usa! Mi sono goduta quest’articolo ma tanto tanto.
Vorrei mettermi in contatto con Paola Nicita che ha scritto quest’articolo relativo alla mostra Degli Ebrei in Sicilia svoltasi a Parlermo il mese scorso. Ho bisogno reperire in numero telefonico della sopratendente Sig.ra Adele Mormino del quel Convento dove si e’svolta la mostra o Sig. Nicolo Bucaria che ha curato gli oggetti privati per detta mostra.
Sto facendo ricerca qui a New York per montare una mostra simile a quella a Palermo.
Attendo la Vs. risposta in merito.
Cordiali Saluti.