Il cielo si materializza dentro lo Spasimo come una sorprendente apparizione. I grandi specchi obliqui lo riflettono e lo trasportano sotto le grandi arcate in pietra antica, realizzando un magico spaesamento. L’antica architettura è ridisegnata da un’alternanza di righe bianche e nere, posizionate con strutture autoportanti.
“A cielo aperto” è il complesso e articolato lavoro ideato dall’artista francese Daniel Buren per lo Spasimo di Palermo, che rimarrà allestita fino al 22 ottobre 2000. Curatori della mostra sono Joel Benzakin e Michèl Lachowsky con l’organizzazione di “Encore…Bruxelles”. La manifestazione è realizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, per la sezione arti visive coordinata da Emilia Valenza.
Daniel Buren, come nasce l’idea per questo intervento allo Spasimo?
“Quando sono arrivato a Palermo non avevo un’idea precisa. Certo sono rimasto molto colpito vedendo questo spazio, ma pensavo che all’inizio fosse troppo grande, e il non poter usufruire del suolo, lasciandone la funzionalità per gli spettacoli, era una grande limitazione. Ma il progetto è andato man mano crescendo, definendosi sempre più, tra possibilità tecniche e aggiustamenti. Il contesto, alla fine è stato determinante. D’altronde è da 30 anni che realizzo lavori in situ ”.
L’architettura o l’elemento naturale preesistente condizionano il suo lavoro, e fino a che punto?
“Sono sempre rispettoso degli spazi in cui lavoro, mi piacciano o no. Sono comunque innumerevoli le possibilità di trasformare un luogo. Per lo Spasimo ho pensato a questo meraviglioso spazio a cielo aperto, che è diventato il titolo stesso della mostra. Il colore di questo cielo è sempre diverso, a seconda delle ore del giorno. L’idea quindi è di sottolineare questi giochi cromatici: le finestre hanno vetri colorati, ma è una chiusura che fa vedere la luce. Solo di notte, con la luce artificiale, si vedrà il colore reale”.
E il cielo ad altezza di sguardo?
“Questa è l’idea per modificare l’uso dello specchio. Non più elemento per riflettere ciò che ha di fronte, ma per far scoprire tutti quegli elementi nascosti, non “a vista”, appunto”.
Questo gioco di riflessi crea architetture d’invenzione, che nascono da riflessi di elementi reali…
“Lo specchio usato solo per vedere è ridondante. Così si trasforma in altri occhi, rende complessa l’informazione. Lo paragono al retrovisore di una macchina, che moltiplica gli sguardi. I colori e la luce di questi luoghi, talmente particolari, si fonderanno insieme, creando qualcosa di nuovo e al contempo già esistente”.
Paola Nicita
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Caro Peppuzzo hai lanciato una bella accusa!!! Azzo che accusa...e adesso sta al comune smentire, tanto sicuramente l'assessore le legge queste pagine. Che risponda...E dove li mettevate i soldi prima di darli a Buren o a Boltansky ?
cliccate per leggere la mia storia
L'opera è stata fortemente voluta dalla giunta comunale così come tantissime iniziative culturali di alto profilo (a Palermo non succedeva niente da anni...) e non è che ultimamente il Comune ha vinto qualche 6 al superenalotto... i soldi ci sono sempre stati solo che non si sa perchè sparivano in tarallucci e vino.
Ora questo dà fastidio. Anche l'arte è (può essere) politica e chi non lo crede è un ingenuo.
Spero che stupor mundi sia soddisfatto.
Carissimo Dott. CALO' le dispiecerebbe parlare piu chiaramente?
Di cosa parla quando accenna a questioni politiche? Diciamo tutto, che ce frega....
E non va a finire che ora è Sgarbi quello originale perche va dietro ai pittori reazionari?
penso che, indipendentemente dal valore delle opere di Buren (sul quale si può ovviamente discutere)questi atteggiamenti reazionari di cui il prof.sgarbi si fa portabandiera sono irritanti. il valore di un opera non sta nella scelta del mezzo, ma nella validità dell'assunto e nella capacità comunicativa che sprigiona. Non si può sostenere che, solo perchè la maggior parte dell'arte contemporanea è non-figurativa, la vera orginalità sia nell'andare controcorrente! esiste della buona e della cattiva pittura come esiste della buona e cattiva arte installativa/performativa/mediale.
L'installazione di Buren allo Spasimo è tra le più belle in assoluto egli abbia mai fatto. Certo il luogo meraviglioso lo ha aiutato tanto.
Trovo Buren però tremendamente ripetitivo. Può anche annoiare.
La polemica di Sgarbi è animata da motivazioni politiche.
Ieri nel suo programma il prof. Sgarbi ha attaccato duramente Daniel Buren prendendo spunto da una accusa fatta a quest'ultimo da Balthus che considerava le opere di Buren "idiote ed inutili" in una intervista di Vagheggi su Repubblica. Sgarbi ha dato ragione a Balthus dicendo che forse, essendo uno degli unici ad essere rimasto al figurativo invece di andare verso le avanguardie, è Balthus il vero moderno e Buren il retrogrado.
Alla fine della breve trasmissione Vittorio Sgarbi ha mostrato l e immagini di Santa Maria Dello Spasimo prendendoli come esempio dell'idiozia delle opere di Buren. Cosa ne pensate????
Aggiungo un altro tassello su Buren.
Il Castello di Rivoli di Torino ha comprato, per la propria permanente in occasione della sua inaugurazione nell''84, "Cabane Eclatée", recentemente c'è stata una mostra da Tucci Russo a Torino. Buren è stato anche selezionato nell'ambito del progetto "Luci d'artista" di Torino. Nel '97 c'è stata una sua mostra al P.A.C. di Milano, a corredo della quale il noto critico Germano Celant ha pubblicato, per Idea Books, "Daniel Buren. Scritti 1967-1979".
Questo 'artista' francese fa delle cose tipo ombrelloni da spiaggia e cabine/spogliatoi di Cattoliga e Gabicce Mare