Categorie: sicilia

fino al 24.IX.2006 | Ciancimino&Tammaro / Nardi_Scopetta | Palermo, Francesco Pantaleone

di - 5 Settembre 2006

Doppia personale con happening per lo spazio dei soci Pantaleone-Erbetta. Percorrendo la poderosa scalinata di Palazzo Rammacca, un’esplosione sonora investe a ripetizione gli spettatori. Lo show comincia già là fuori, con l’incipit burlesco, colto e straniante del duo Nardi_Scopetta (Andrea Scopetta, Macerata, 1977; Franco Nardi, Corridonia, 1974). N’OI è un semplice collage acustico, un’irriverente pernacchia seguita da una risata beffarda, citazione dichiarata e ben risolta a Gino De Dominicis e al suo D’IO. Alla risata inquietante del maestro (celebre opera del 1971) fa eco questa allegra esternazione di scherno, (auto)ironica trovata che introduce al cuore della mostra: non più l’“io” ma il “noi”, il gruppo, la tribù, corrente instabile di controculture giovanili. E alla musica trasgressiva per eccellenza pare rimandare infine l’”OI” in cui si capovolge l’originario IO, evocando il termine slang britannico che indica un’evoluzione particolarmente violenta del Punk ’77.
Da qui il link all’installazione principale è immediato. Se ne sta ritto e immobile su un cubo un giovane punkabbestia palermitano con tanto di tatuaggi, canottiera slabbrata, cane (di plastica) al guinzaglio e quell’aria un po’ sfatta di chi la vita l’ha vissuta ai margini, tra eccessi e convinto randagismo. Il ragazzo sta lì, sul suo piedistallo, calato in un contesto borghese ed esposto allo sguardo di un pubblico eterogeneo e divertito. È il grado zero della rappresentazione, l’iperbole del realismo. L’anti-eroe, il reietto del presente, è il giovane che sceglie la strada per sfuggire alle regole di un sistema soverchiante. Sistema da cui anch’egli è candidamente risucchiato: il punk è etichetta che fa branco, linguaggio trasversale, undergound sdoganato che non disturba e non scandalizza più nessuno.
Infine, una poetica traversata intorno ai concetti di apolidismo e sradicamento, suggerendo voli pindarici tra pirati, naufraghi, homeless e flanêur, liberi pensatori e ribelli di ogni tempo. Una zattera, costruita con assi di legno raccattate tra le vie della Palermo fatiscente, rende omaggio al concetto di “deriva”. Nell’immagine simbolica di una nave allo sbando si condensa una riflessione sul disagio sociale e un omaggio all’incantata esplorazione situazionista delle metropoli contemporanee. L’equipaggiamento? Buffo e improbabile. Un neon come remo, per farsi luce in mezzo al mare, e un ventilatore che agita lo straccio issato a mò di bandiera.
Atmosfera festaiola per l’altra personale, Canta che ti passa, firmata dalla coppia Cinacimino&Tammaro (Gabriella Ciancimino, Palermo, 1978; Annamaria Tammaro, Caserta, 1977). Estetica relazionale, approccio socio-antropologico, passione per le tradizioni popolari, fusione tra arte, gioco e vita quotidiana. Questi gli ingredienti base, conditi con una dose massiccia di ironia. Il risultato? Una pizzeria da sobborgo palermitano, tipico locale pittoresco imbevuto di umori kitsch e folk. Le due artiste ricostruiscono alla perfezione l’ambiente, allestendo uno spazio di socializzazione ludica: linoleum per terra con effetto finto-parquet, tavolini e sedie di plastica, una tv sgangherata, suppellettili simil-bomboniera, immaginette sacre, quadretti da bancarella, striscione rosa-nero del Palermo. E poi pizza e vino per tutti, mentre un karakoista doc pensa ad animare la serata. Il pubblico dell’arte, catapultato a sorpresa in un ritrovo pop di periferia, canta dietro al microfono seguendo le parole dei brani che scorrono sullo schermo, e la gara è a chi riesce meglio a vincere l’imbarazzo, riscoprendo il proprio coté più trash e goliardico.

La scaletta, selezionata con cura dalle artiste, pesca nell’immaginario musicale popolare dell’ultimo secolo: dallo swing anni ’30 del Trio Lescano a un mordace pezzo hip hop composto dai palermitani Stokka&MadBuddy; da uno sdolcinato successo neo-meolodico del napoletano Gianni Celeste, fino a un romantico evergreen come Sapore di sale.
Penalizzato da alcune debolezze strutturali (la ridondanza folcloristica o la durata limitata all’opening in galleria), l’esperimento risulta comunque convincente, proprio per l’inclinazione sociologica e umana che lo sostiene. Quello che conta è sondare il comportamento della gente, messa di fronte a un’esperienza inattesa che richiede la capacità di prestarsi al gioco, al contatto, all’interazione. Se Rirkrit Tiravanija cucinava cozze e curry al museo, a Palermo si canta Gino Paoli tra una margherita e un bicchiere di marsala…

helga marsala
mostra visitata il 3 luglio 2006


Ciancimino&Tammaro / Nardi_Scopetta – a cura di Daniela Bigi
Francesco Pantaleone Artecontemporanea – Piazzetta Garraffello 25, Palermo
orari: giovedì, h 16-20, gli altri giorni su appuntamento
info: tel +39 091332482 – fpartecontemporanea@tin.itwww.fpac.it


[exibart]

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  • Ma quanto é brava la mia cuginetta Annamaria!

    Se non ci sono problemi di copiright (e soprattutto lunga vita al copileft) giro questo articolo sulla nostra home page alla milanese.

    W i neomelodici napoletani e il trio lescano

  • Bellissima mostra, forte, intensa e soprattutto nuova!! In una città morta, pochissimo attenta al contemporaneo.
    Brave le Ciancimino & Tammaro, bravi i Nardi & Scopetta e brava la galleria che li ha invitati!!

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