Benassi, Chiasera, Casolaro, Maloberti, di Martino, Mocellin, Pellegrini, Paci, Perrone, Pettena e Tartarone sono gli undici artisti che attraverso il mezzo video raccontano la città di Palermo. “Nessuno fra loro conosceva la città prima. La loro non-appartenenza costituisce la tabula rasa, la condizione primaria per riconfigurare il punto d’osservazione su una realtà talmente familiare ai suoi abitanti da avere talora prodotto (…) un’amnesia collettiva”, così scrive Ida Parlavecchio, curatrice della mostra insieme a Marcello Faletra (uno degli opinionisti di Exibart.onpaper), nel testo critico in catalogo.
Ma fino a che punto non si conosce Palermo? Quant’è possibile fare tabula rasa prima di approcciarsi alla sua realtà? È difficile dirlo. Da sempre il capoluogo siciliano è oggetto dell’occhio vigile della macchina da presa, bersaglio di un obiettivo che l’ha resa protagonista di una determinata cinematografia e della costante rendicontazione in cronaca nera. La telecamera è di fatto uno dei mezzi con cui la città si è da sempre relazionata e col quale tesse rapporti singolari. Com’è avvenuto col musical dissacrante di Roberta Torre o con i personaggi deliranti di Ciprì e Maresco.
Gli artisti tuttavia hanno fatto fronte al rischio di cadere nella retoriche o nei soliti cliché. Insolito è infatti il parallelo tra Palermo e il quartiere omonimo di Buenos Aires che Gea Casolaro porta avanti nel suo Due Palermo, uno sguardo. Una serie di riprese effettuate in città sovrapposte alla fissità di fotografie scattate in Argentina causa una destabilizzante confusione identitaria. Di topoi è denso il video di Adrian Paci. Due sposi davanti all’obiettivo di un regista di matrimoni locale; alle spalle uno scorcio di Piazza Magione. Defilata, c’è la videocamera di Paci, che come nel metacinema, gioca su sé stessa e sul riflesso di sé.
Fissa è l’inqudratura di Robert Pettena in Palazzo Steri 1933. Il video documenta le reazioni ad un gioco provocatorio realizzato incollando sulla vetrina di due negozi una frase originariamente incisa sui muri delle antiche prigioni del Palazzo. La telecamera passa da un contesto all’altro registrando l’indifferenza di chi si imbatte in quel dialetto arcaico.
La città negata è invece il tema del lavoro di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. Il video proietta immagini fuori fuoco mentre il sonoro, cristallino, riporta le memorie di Salvo e Peppino, due palermitani ciechi dalla nascita. La loro forma mentis, il loro differente approccio con l’handicap, sfocia unitamente nella considerazione che per entrambi Palermo è stata negata. Lo spettatore entra in empatia con i protagonisti perché le immagini sfocate lo rendono cieco, capace solo ascoltare il racconto cadenzato dal ticchettio a terra di un bastone per non vedenti. Questo video è un punto a capo perché azzera le esperienze pregresse riassumendole in un ritorno alle origini. D’altronde, sottolinea la Parlavecchio, la letteratura occidentale comincia proprio dal racconto di un cieco: Omero.
L’allestimento è d’effetto con un gioco divertente di enormi pannelli su cui sono proiettati i video. Il tutto conferisce vivacità e ritmo alle tappe di un singolare viaggio intorno e dentro la videoarte.
manuela conciauro
mostra visitata il 15 settembre 2006
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bell'allestimento!bravi
peccato che i video erano un po approssimativi solo 2 o 3 da considerare...
Paci? qundo ti scolli di dosso certe cose? bravo camunque!
video della tipologia italiana. noiosi ricchi di luoghi comuni e di metafore e moralismi bello il video di gea casolaro e di robert pettena il resto poteva anche non essere girato.
ma che dici "super guida"?? E che ne vogliamo dire dei video di Elisabetta Benassi, di Adrian Paci e di Marcello maloberti?! Senza nulla togliere a Gea Casolaro e Robert Pettena, che sono ottimi anche loro. Sempre a voler fare gli sprezzanti! Sempre a voler "salvare" 1, massimo 2 cose. Diciamolo, Questa mostra è di ottimo livello! Bravi!
i video erano approssimativi.
daccordissimo con chi lo ha scritto prima di me.
bellp l'allestimento.complimenti.
come dici tu,
tutti ottimi video .
Alla faccia dell'obiettivita'e della sincerita'.
Per me il resto poteva non essere girato.
e sono daccordo il 90 per cento delle persone che conosco che hanno frequentato la mostra.
gente competente.credimi.
poi tutto e' sfiorbaile da morbide carezze e tutto e' facile da salvare.
sante parole davide.
santissime
Quando si tratta di "fare critica" siamo tutti bravi... Gli autori di questi filmati esprimono ognuno una loro particolare tendenza, un punto di vista, un semplice input su cui si sono imbattuti... Certo anch'io troppe volte cado in quella che definisco "la critica dell'imbecille che vuole solo sentirsi considerato"...ma è proprio brutto vedere che c'è tanta m.rda, e non mi riferisco di certo ai video, ma a tutti coloro che criticano senza alcuna cognizione, mossi solo da propri bisogni o da proprie aspettative...e chi vuole comprendere lo faccia! Grazie.
cmq e se criticano a qualcuno da sempre fastidio ma per fortuna siamo in un paese libero.
e solo agli stolti va tutto bene!!