Emilio Isgrò parte da una sua vecchia creatura, l’Orestea, appunto, per parlare della sua esperienza di artista, scrittore e uomo di teatro, e per proiettarsi sempre in un futuro avido di grandi scenari innovativi. D’altronde, cosa aspettarsi da un artista che con le sue “Cancellature” ha riscritto la storia dell’arte contemporanea? Emilio Isgrò è felice del suo ritorno in Sicilia, dove è nato nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, scegliendo poi di vivere e lavorare a Milano e in giro per il mondo.
L’artista è presente a Palermo con una grande mostra antologica che gli ha dedicato l’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo. L’esposizione, allestita negli spazi di Santa Maria dello Spasimo, è organizzata dal Centro d’Arte Maiocchi di Milano e curata da Achille Bonito Oliva.
Isgrò, un ritorno nella terra natale con una mostra molto importante…
“Dopo quella del 1975 a Parma, questa antologica ripercorre in modo davvero completo tutti i momenti del mio impegno di artista, definendo con precisione la mia idea di arte. Saranno esposte un centinaio di opere, tra le quali alcune grandi installazioni, che nella ricerca di equilibrio nello spazio equivalgono a degli affreschi. Tra queste, “Chopin”, del 1979, composta da quindici pianoforti, installata sotto la grande abside dello Spasimo”.
Quali sono le altre opere esposte?
“Opere ormai storiche, come “Enciclopedia Treccani cancellata”, “Volkswagen”, “La q di Hegel”, “Il Cristo cancellatore”, “Storie rosse”, “La veglia di Bach”, fino a opere più recenti, come in “Seme d’arancia”, opera monumentale realizzata a Barcellona Pozzo di Gotto e di cui sarà esposto un bozzetto. Un’altra opera alla quale tengo molto è poi “Jaqueline”.
Qual è la storia di quest’opera?
“E’ un’opera che ho realizzato in seguito all’incontro con John Kennedy, che ebbi l’occasione di conoscere e accompagnare in un favoloso viaggio per gli Stati Uniti appena tre mesi prima della sua morte”.
Lei è stato definito artista concettuale e minimalista: ma in quale definizione si riconosce veramente?
“Il mio lavoro è molteplice. Questo non mi rende immediatamente riconoscibile, ma va bene, altrimenti può risultare limitante. Io cancello le parole per custodirle, è un gesto di salvezza. Le mie tecniche di linguaggio espressivo mi consentono di sparire per poi riemergere, e d’altronde questo fa parte di una visione del mondo tipica dei siciliani, da Gorgia a Pirandello”.
Come è il rapporto con la sue terra, che ha scelto di lasciare…
“La mia mostra a Palermo è un segnale della volontà di partecipare ad un momento importante per la Sicilia, che non si può lasciarsi sfuggire. Spero ad esempio in una legge regionale per i musei, per creare una rete per l’arte contemporanea, che possa diventare un progetto pilota, un modello per gli altri. Occorre capire che l’economia della cultura è possibile, anzi è la più concreta risorsa dell’Isola”.
Ma lei cosa si propone di fare per contribuire concretamente a questo momento di grande importanza per la cultura a Palermo?
“Io credo che non si possa fare niente senza amore, tutta la mia arte nasce da questo sentimento. Così adesso partecipo volentieri, e propongo la mia partecipazione attiva come artista, e sono pronto a donare delle opere perché si possa costituire una raccolta d’arte contemporanea. Invito gli altri artisti affermati a fare altrettanto. Occorre poi considerare che l’Europa è molto ben disposta verso di noi, e noi abbiamo tanto da imparare da chi ha già avviato la sperimentazione. E’ il momento giusto per decollare, con le idee e le forze di tutti. Noi siciliani dobbiamo fare un grande sforzo di autocoscienza, soppesando bene limiti e qualità. Credo che se mostreremo fiducia sia facile creare una frontiera mediterranea in nome della cultura”.
Cosa consiglierebbe ad un giovane artista?
“Di partire e viaggiare per conoscere il più possibile. E poi di ritornare qui, perché l’artista ha un ruolo importante, deve essere sganciato da ogni fatto immediato e parlare con profondità degli eventi umani. Se l’arte è esercitata in un certo modo, può avere utilità concreta, e adesso occorre senza dubbio rinnovare questo impegno”.
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Adoro le opere di Emilio Isgrò che io considero uno dei massimi artisti che l'Italia ha saputo esprimere negli anni 60-70.
Altro che Marzullo! W Paola NiKita!
ma signori io i siti d'arte li conosco ma vuoi mettere Exibart con Kataweb...ma gnamooooo!!!
BRava redazione Sicilia!
Che forza questo Isgrò!!!
La mostra è stata spostata allo Spasimo per problemi di agibilità dei cantieri culturali alla Zisa, alcuni giorni prima dell'inaugurazione.Gli altri siti da Lei menzionati non sono quindi aggiornati.
Continui a seguirci.
Ciao a tutti,
mi sarebbe piaciuto anche avere delle informazioni piu sulla mostra proprio.
L'intervista comunque è intresting !!
Cosa vuole la definizione di 'ARTE CONCETTUALE'...ci vorrebbe un sito apposito...
"...sono pronto a donare delle opere ed invito gli altri artisti affermati a fare altrettanto..."
Signori Isigrò a voglia di rimboccarsi le maniche...ora qualcuno fa finta di non rispondere...
Gli artisti ci sono, i soldi probabilmente anche, e il turismo non manca. Ci vuole solo la volontà di far funzionare questa isola dal punto di vista dell'arte contemporanea.
Forza Sicilia !!!!!!!
Davvero interessante.
E' un ambito che conosco poco (scusa...). Cosa intendi con precisione quando parli di "artista concettuale"? C'è una bibliografia?
Per caso ho scoperto il vostro sitio. Mi sembra molto interessante incontrare artisti e persone che amano l'arte a tal punto che offrono il loro tempo per contribuire a allargare l'energia, la forza che sprigiona l'arte e le sue varianti. Spero anchio a partir d'adesso trovare spazio per communicare con voi persone sensibili e construttivi della nostra terra.
Jose Mangano