C’era un ponte, all’inizio dei tempi, che metteva in comunicazione la terra con il cielo. Uomini e dèi potevano incontrarsi, scambiarsi parole e desideri, intrecciare le proprie esistenze. La storia del mondo si scriveva a partire da quel sentiero, miracolosa macchina per l’estremo passaggio dimensionale. Poi, un giorno, il legame si spezzò. Un nuovo ordine cosmico diede forma all’universo, interrompendo per sempre l’ibrido dialogo. È questo uno dei topoi più diffusi nella tradizione mitologica delle grandi culture millenarie, in Oriente come in Occidente. Secondo una leggenda cinese il Tibet, in origine, era governato da un’antica dinastia celeste. Gli dèi-sovrani, come pendolari interstellari, di giorno esercitavano il potere sulla terra e di notte risalivano in cielo cavalcando un arcobaleno.
C’è già, in questa storia, tutto il senso del progetto realizzato da Xiong Wen Yun in Cina, dal 1998 al 2001. Il titolo, Cai Hong, significa proprio “arcobaleno”: tra performance, intervento di land art e fotografia, l’artista compie un’immersione nel colore, inseguendone la forza trascendente ed emozionale.
Con un arcobaleno di pietre colorate la dea Nüwa riparò una crepa nel firmamento. Così Wen Yun, giocando con i sette colori dell’iride, inaugura un intenso discorso lirico-politico intorno ai concetti di soglia, frattura, comunicazione, viaggio. Contattati dei trasportatori di merci, organizza una carovana di camion e percorre con loro, per giorni, la scoscesa via che collega Pechino con l’altipiano del Tibet. Prima, però, contrassegna ogni tir con un grande telo colorato: macchie di rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto si muovono lungo il percorso montuoso che traccia il controverso confine tra due zone ad alta tensione bellica. Il paesaggio si trasforma all’improvviso, come quando, dopo un temporale di primavera, s’affaccia nel sole il magico arco variopinto.
Grazie ad un’azione effimera ma incisiva, l’artista indaga la profonda relazione che lega arte e natura, perseguendo un linguaggio creativo che non prescinda dalla registrazione, l’ascolto e l’alterazione transitoria del contesto ambientale. A compiersi, intanto, è la riscrittura simbolica di una frontiera problematica –spaccatura, linea identitaria, ferita- a cui restituire nuovo senso e nuove possibili aperture.
Ma la contaminazione cromatica si espande, mette radici, semina tracce tra le pieghe infinitesimali del paesaggio. Durante il cammino l’artista sigilla con drappi colorati le porte di alcune isolate abitazioni. Ancora una volta è sui punti di transito, sulle fenditure che viene lasciato un segno, un varco di colore portatore di energie altre. Sono capanne di fango, legno o mattoni, piccole dimore rurali, abitazioni diverse per stili, forme, materiali. Transitando da una terra all’altra, via via che la luce, il clima e la vegetazione si modificano, l’orizzonte è animato da note sfavillanti, inattesi tasselli di una partitura estetica e concettuale.
Per la sua prima personale italiana Xiong Wen Yun espone una selezione di splendidi scatti, testimonianze di questa lunga esperienza nomadica. Più che di mera documentazione fotografica si tratta di opere autonome, dotate di carattere fortemente estetizzante. Cura del dettaglio, cromatismi squillanti, rigore compositivo, sensibilità atmosferica: la ricerca della bellezza spirituale passa attraverso le imperfezioni e le simmetrie di una natura eterna, cangiate, viva.
helga marsala
mostra visitata il 1 dicembre 2006
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che baggianate
la pittura...la scultura..la vera arte che fine farà di questo passo se basta fare delle foto per farci una mostra?
caro Slalom cosa hai contro guida e zabetta?
mi sembrano posizioni pregiudiziali. visto che hai le idee tanto chiare perchè non ci dici chi sono questi pittori che valgono davvero....tu forse?
Caro Emanuele... mi sembra che sei un po' chiusetto... non mi sembra per niente male questa mostra! Certo anche io preferisco la pittura... ma non quella che veleggia in Italia piena di Guida, Zabetta e Pignatelli... ridicolo non credi?
Son pochi quelli che in Italia val la pena citare... e meglio non citarli se no gli altri diventano gelosi....
a palermo ci si lamenta quando le cose si fanno...a palermo ci si lamenta quando le cose non si fanno....a palermo ci si lamenta sempre ...
personalmente trovo la mostra di xiong wen yun interessante, poi sono gusti... guida e zabetta non sono poi tanto male, anzi, se la media italiana fosse questa...
La mostra è bellissima. Da tempo non vedevo immagini così ispirate.
complimenti
Mostra veramente di qualità!
Complimenti.
banalita' per favore vai via!
ma scherziamo?
splendide fotografie...finalmente un artista internazionale nella provinciale palermo...continuate cosi