Categorie: sicilia

fino al 29.X.2005 | NPP [Non Pensiamoci Più] | Palermo, Galleria 61

di - 25 Ottobre 2005

La scorsa primavera, la Galleria 61 propose ad un gruppo di giovani artisti di auto-gestire, insieme a due curatori, un laboratorio, trasformando così i locali della galleria in uno spazio di osservazione in cui confrontare i risultati delle singole ricerche nell’ottica del lavoro di gruppo. Ora, la presentazione del video-catalogo della mostra, dopo la pausa estiva, dà finalmente il via alla seconda fase del progetto: raccogliere umori vecchi e nuovi scaturiti dal flusso di questa esperienza, prima di procedere alla rituale cancellazione di tutti gli interventi realizzati. Prima di disperdere, cioè, ogni traccia materiale dei segni e del senso sedimentati sulle pareti, piuttosto che sul soffitto della galleria, divenuta per l’occasione anche set fotografico di alcuni degli scatti esposti.
Le variazioni sul tema dell’effimero sono tante. Fulvio Di Piazza, in punta di pennello, addestra gechi a comporre danze macabre sulle mura lisce e Andrea Di Marco isola un miraggio fuori dai suoi consueti deserti urbani. Stefania Romano consegna la sua presenza in mostra ad un unico, lattescente scatto, e Andrea Buglisi, dal soffitto, si abbandona a una vertigine benzodiazepinica.
Incassata in una parete e sigillata sotto vetro, la drammatica istantanea di Marco Prestia ben dialoga sia con i portaritratti dai quali Adalberto Abbate grida il suo odi et amo, sia con lo spaesamento sotteso alla densa pittura di Stefano Cumia, sia con la materia blu delle Piscine su tela di Marc Zanghi.

Lontane dagli altri lavori appaiono invece, in tutta la loro complessa fisicità, le opere grafiche di Francesco De Grandi e le catramose e liriche trasfigurazioni urbane di Antonio Miccichè, il cui identico-contrario si ritrova nel foto-reportage in cui Marilena Sardina, sognante, ritrae una Palermo visionaria e limpida.
Si distingue infine per spirito d’improvvisazione il collettivo Laboratorio Saccardi, che tra object trouvé e boss superlatitanti interpreta compiutamente lo spirito programmatico, nonché ludico, di NPP. Un imperativo categorico, assolutamente positivo al di là delle apparenze, all’insegna del quale artisti e curatori, uniti da una comunanza d’intenti e di età, hanno cercato risposte collettive a esigenze e disagi di ciascuno. Si sono passati la palla l’un l’altro. Si sono scambiati pareri, ruoli, e persino panni: ironici e impettiti nella pensosa galleria di ritratti di Alessandro Di Giugno o in maglia rosa-nero per la raccolta Panini di Marcello Buffa.
Così, mentre Davide Lacagnina, curatore della mostra insieme a Cristina Alaimo, dedica a ciascun artista un amorevole “pensierino”, loro –gli artisti– si prendono la briga di riscrivere le proprie biografie.

Finendo poi per dare fondo ai sogni infantili nutriti per sé e per il proprio futuro, quando giocare voleva dire vivere. Ora che il gioco non è che il più dolce dei rifugi di un adulto.

vincenzo ferraro
mostra visitata il 14 ottobre 2005

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NPP [Non Pensiamoci Più], a cura di Cristina Alaimo e Davide Lacagnina – 22 maggio-25 giugno e 14-29 ottobre 2005 – Galleria 61 – via XX Settembre, 61 – 90141 Palermo (centro) – Tel/fax: +39 091 32 92 29 – dal martedì al sabato dalle 18.00 alle 21.00 – ingresso libero – catalogo + DVD: 5 euro – testi di Cristina Alaimo e Davide Lacagnina; montaggio video e arrangiamento musicale a cura di Freddy Di Matteo – www.galleria61.cominfo@galleria61.com

[exibart]

Visualizza commenti

  • RAI_4 sei patetico e gratuito, sei il tipico (o la tipica) persona che critica ma non costruisce niente di nuovo.

  • simona tu inverce spari solo stro!e il bello che lo sai ma non riesci ad offenderti da sola.

  • Caro rai_quattro, evidentemente non hai visitato la mostra NPP, se no concorderesti con me sull'inutilità di un'operazione del genere. Per quanto riguarda la tristezza non so cosa aggiungere il panorama artistico palermitano (sopratutto il Buglisi) non mi hanno lasciato più lacrime da spendere sui tuoi commenti.

  • ma fare roba da parassiti sui grandi nomi dell'arte o gli inviati di novella 2000 come fanno i sacchetti e i loro amici lo chiami costruire? per me chiamare merda tutta sta roba è fargli un complimento, si meritano molto di peggio tipo la morte per annegamento in una vasca piena di sputi

  • Buglisi tristissimo, Di Marco sottotono, Di Piazza sprecato, De Grandi non rappresentativo, Saccardi mortificati, Romano di pessimo gusto, Buffa una beffa, Di Giugno una truffa!

  • Caro Kunz
    perchè non ci dai il tuo sagace contributo anche su Abbate, Cumia, Miccichè, Sardina, Zanghi?
    Se no ci rimangono male.

    Gazie
    Paolo

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