30 marzo 2001

Fino al 7.IV.2001 Simone Caliò – Equilibri Messina, Libreria “Il Gabbiano”

 
C’è L’acrobata bambino. C’è Il giocoliere. Ci sono Il mimo, La nomade, Il clown, Lo spettatore. E poi, la Vespa, la palla e la sedia, vere e proprie cifre stilistiche della pittura di Simone Caliò...

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Si chiama “Equilibri”, la personale dell’artista messinese ospitata al Gabbiano di Maria Froncillo Nicosia. “Equilibri” che sono metafora dell’esistenza, dei diversi stati d’animo e delle traversie della vita. Che dal quotidiano di estende a una rilettura globale dello stare al mondo.La personale di Caliò si può aprire idealmente con Il circo della vita, un olio su tela che unisce, in maniera sottintesa, la galleria di personaggi e situazioni sviluppata nelle altre opere. E che rappresenta i tre elementi cardine della poetica dell’artista. Presente e passata: la palla in primo piano (già nella produzione di Caliò), simbolo della fanciullezza; la vespa, che, poggiata sul cavalletto, racconta le scoperte, la frenesia e la trasformazione dell’adolescenza; il trapezista, a testa in giù e in attesa del partner, che assomma l’instabilità propria e l’altrui. La vita di un uomo, insomma, che diventa circo su tre piani di lettura consecutivi. In maniera semplice, sintetica, forte.Ma se “equilibri instabili” possono essere il tema raccontato dall’artista, di “equilibri certi” si deve parlare, invece, per la costruzione delle opere. Simone Caliò, infatti, si conferma sempre più solido sul piano della traduzione su supporto del suo pensiero. In parole semplici, si potrebbe anche solo dire che sa dipingere."Il circo della vita" 2001, olio su tela Ma questo sarebbe riduttivo a fronte di una produzione altrui spesso seriale: ovvero, contenitore senza contenuti. Come prima e ancor di più, infatti, Caliò parte da una base tecnica solida e da una mano felice per sviluppare uno stile ben caratterizzato, che mai delega ad artifici la riuscita dell’opera. La sua pittura è corposa ed essenziale. E’ la risultante, per quanto riguarda gli oli, di una sinergia tra disegno, idea e colore. Un gioco a tre dove ogni elemento recita la sua parte, pur raccontando una piccola storia personale. La pennellata è netta, larga. A volte, quasi espressionista. Colore su colore che dà vita a “luoghi-non luoghi” intensi, come nel caso della serie con le sedie.Poi ci sono i carboncini, che troverebbero più giustizia non nelle parole di chi scrive, ma nell’osservazione diretta di Caliò a lavoro. Il modo di costruire, in fondo, è simile ai dipinti. Solo che, in questo caso, l’artista fronteggia il supporto con un unico strumento. Generando un risultato che sorprende per sintesi e intensità. Per buttarla sul “parlato”, la pittura di Simone Caliò “funziona”. Funziona perché aggredisce lo spettatore su più livelli. Dal più semplice, il gradimento formale. Al più alto, la comprensione del racconto.In questa sede, e anche in altre se si ripresenterà a chi scrive l’occasione di parlarne, non sarà dato spazio al rapporto tra Simone Caliò e l’arte contemporanea. Il gioco delle attribuzioni è meglio lasciarlo agli storici dell’arte che non studiano. Quello delle somiglianze, invece, ai critici che non hanno tanto da scrivere. Sarebbe riduttivo e anche risibile dire che l’artista si incanala in questa o in quell’altra corrente. Rischioso, poi, affermare che ha guardato un pittore invece che un altro. Con il solo risultato di venire smentiti dallo stesso artefice. Sul piano della contemporaneità, invece, si può scrivere. Simone Caliò è un artista contemporaneo. E non per un fatto di forma o perché possa richiamare una tendenza vista all’ultima biennale. Ma perché è calato nella sua realtà. Perché disposto a studiarla e raccontarla. Cercare risposte e suscitare interrogativi in chi guarda. E questo significa essere artisti contemporanei. Come lo furono i tanti che, nel passato, portarono avanti piccole rivoluzioni. Pur essendo costretti a dipingere, loro malgrado e perché si deve pur vivere, “santi” e “madonne” a discrezione della committenza.

Daniele De Joannon



“Equilibri”, personale di Simone Caliò
Messina
A cura di Daniele De Joannon e Maria Froncillo Nicosia
Galleria-libreria “Il Gabbiano”, via Cavour 119.
Orari: 9-13 e 16-20 fino al 7 aprile 2001



[exibart]





6 Commenti

  1. E’ stata una magnifica personale. Ti seguirò a Palermo e a Roma (prossime tappe della Tua esposizione)…

  2. Di solito mettete sempre i numeri di telefono ma non è stato cosi, potrebbe sempre far comodo alla fine dell’articolo per chi vuole recarsi alla mostra…

  3. Vorrei sapere le date e gli spazi espositivi delle prossime esposizioni del pittore.

    Mi piacerebbe avere risposta diretta dall’artista considerando questo eccezionale mezzo che è internet!

    Un saluto cordiale alla redazione ed al giornalista.

  4. L’esposizione dopo Messina si svolgerà a: Palermo – “Villa Niscemi” – dal 30 Giugno al 7 Luglio 2001.
    Roma – sede e data da defire.
    Libreria “Il Gabbiano”
    Tel. 090694056

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