A precedere l’inaugurazione è la polemica, sollevata dall’Osservatore Romano, sull’autenticità del disegno attribuito a
Modigliani, Ritratto di Agatae,
eseguito sul retro di una lettera firmata da un prelato di Noto e dedicato alla
Santa Patrona di Catania.
Presentata come inedita retrospettiva per un “viaggio sentimentale”, l’esposizione annovera un centinaio di
opere, di cui solo 40 sono autenticate come realizzate dal maestro (25 disegni,
3 oli su tela, 5 sculture e 7 disegni inediti appartenenti, guarda caso, a
collezionisti siciliani, selezionati dalla galleria co-organizzatrice e ora
finalmente pubblicati).
di Modigliani e spunti tratti dal diario della madre.
In generale una mostra dal buon successo di pubblico ma non
particolarmente entusiasmante, allestita in una istituzione importante come il
Museo Civico del Castello Ursino, senza soluzione di continuitĂ con la
collezione permanente. Ci si trova a passare dalle opere di Modigliani ai
pastori dei presepi di Caltagirone, fino alle sale della collezione
archeologica, per tornare poi a Modigliani, in assenza di qualsivoglia
spiegazione per i visitatori.
Anche l’allestimento lascia perplessi: tele agganciate con fili di nylon a
strutture in legno, un sistema che rende difficile l’allineamento delle cornici
e il loro equilibrio orizzontale; per non parlare del movimento stesso delle
opere, non adeguatamente fissate e lasciate oscillare in mezzo a drappeggi
porpora.
L’anteprima è stata presentata dal Presidente del Modigliani Institut Archives
LĂ©gales, Christian Parisot, che avrebbe dovuto avvalersi del contributo di
Vittorio Sgarbi. Il critico ferrarese, però, non appena arrivato alla
cerimonia, ha candidamente ammesso di non saperne nulla della mostra né del
disegno su Sant’Agata. Arrivando persino a consigliare al sindaco di Catania
che, visti i dubbi diffusi e a prescindere dalla visibilità che l’episodio
avrebbe procurato alla mostra, sarebbe stato meglio non esporre il disegno
della discordia. Provocatoria chiosa, dinanzi all’opera, in puro stile sgarbiano:
“Se non l’ha fatto Modigliani lo avrĂ
fatto qualcun altro. E cosa cambia nella luce del Signore?”.
Va da sĂ© che in una cittĂ affamata di eventi culturali, la mostra attrarrĂ
ancora parecchi visitatori, quantomeno locali, vista l’assenza di programmazione
sui circuiti turistico-culturali. Duole registrare i commenti positivi di
alcuni esponenti dell’Amministrazione, apertamente soddisfatti anche in palese
presenza di un evento, al di lĂ del nome di richiamo, piuttosto scadente che
una città come Catania, con il suo attento pubblico di appassionati d’arte e
con un assessore alla cultura conosciuto in tutto il mondo per la sua creativitĂ
e professionalitĂ , non merita di certo.
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mario
bucolo
mostra visitata l’11 dicembre
2010
dall’undici dicembre 2010 all’undici febbraio 2011
Amedeo Modigliani – Ritratti dell’anima
Museo Civico – Castello Ursino
Piazza Federico di
Svevia – 95121 Catania
Orari: da lunedì a sabato ore
10-19; domenica ore 9-13 e 16-20
Ingresso: intero € 6; ridotto € 3
Catalogo Domenico Sanfilippo
Editore
Info:
tel. +39 095345830; modiglianicatania@gmail.com ; www.modigliani-institut.com
[exibart]
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Il disegno di s.Agata non può essere diModì.E' sicuramente opera di una mano poco esperta e priva dell'estro e dell'esperienza che caratterizza la particolarità dell'Arte del grande Amedeo.Il collo è irregolare e spreciso,le orecchie sono troppo basse emalfatte,la calotta cranica bassa e asimmetrica,la chioma arruffata e schiacciata,cosa mai vista in nessuno dei suoi inconfondibili ritratti,i lineamenti troppo impacciati e pesanti,la calligrafia in stampatello è stataeseguita da mano non troppo colta e insicura.L'insieme è chiaramente l'esecuzione di un autodidatta con poca dimestichezza dei mezzi d'espressione pittorici.
Distinti saluti
Daniele Alfani
Il ritratto di S.Agata, così come altri presenti nella mostra, è un "ritratto dell'anima",ossia un lavoro eseguito (!) da Modigliani dall'aldilà dopo aver perso tutte le caratteristiche di quando era in vita.
Per questa serie "dell'anima" iniziata negli anni '80, non concordando affatto l'attribuzione al grande Modigliani, nel 1990 mi dimisi dagli archivi legali e lasciai la Casa Natale che avevo fondato e diretto.
Ho sbandierato ai quattro venti questa mia posizione, ma nessuno mi ha mai ascoltato anche a causa dell'incompetenza o il disinteresse della critica e solo recentemente qualcosa si sta muovendo.Forse si capirà finalmente che anche in questo caso avevo ragione, così come l'ebbi nel caso delle teste pescate nei fossi, in quelle provenienti dalla carrozzeria livornese, ecc...
Carlo PEPI