Fortunato Tramuta è il proprietario della nota libreria italiana a Parigi, Tour de Babel. Vivace animatore di dibattiti e conversazioni, per il fotografo brasiliano
Carlos Freire (Rio de Janeiro, 1945; vive a Parigi) è stato il mediatore dell’incontro con Vincenzo Consolo. È tra i libri parigini, così, che è nato il progetto di un’opera fotografica dedicata alla Sicilia, a cura dello stesso scrittore siciliano.
Scrittori e fotografia s’incrociano spesso in Sicilia: nel 1950 Elio Vittorini fa un viaggio con
Luigi Crocenzi per un’edizione fotografica del suo
Conversazioni in Sicilia, esperienza funesta, dato che il fotografo non sarà all’altezza e il libro uscirà nel 1953 con le illustrazioni di
Renato Guttuso; nel 1956
René Burri, coinvolto dalla lettura del libro vittoriniano, inizia il suo viaggio in questa terra e anche il suo percorso artistico; nel 1963 un bigliettino di apprezzamento, lasciato da Leonardo Sciascia a una mostra del giovanissimo
Ferdinando Scianna porterà i due autori a lavorare proficuamente insieme.
Freire puntualizza che non vuole raccontare l’isola: “
Io non posso venire qui e dire: vado a fare un libro sulla Sicilia. Il mio intento è dare una visione poetica di questo paese. Non si può essere razionali, accademici: nel mio libro con Vincenzo Consolo non c’è e non si trova un riassunto della storia siciliana”.
In concomitanza con le sue camminate siciliane, ha scelto la Sicilia per mettere in mostra anche le sue fotografie ancora inedite in Italia. Bianco e nero rigoroso, ma non lezioso. Formazione da giornalista, la fotografia è per lui un’estensione naturale della sua ricerca. Vicino alla poetica dell’incontro come occasione d’indagine e conoscenza, si discosta dal reportage classico o di denuncia. La sua fotografia è statica. Quasi esclusivamente ritratti di persone e luoghi: “
Penso che il mio progetto, la mia traiettoria è singolare perché ho fatto i conti con le persone che ho conosciuto che non sono celebrità ma gente con talento e valori riconosciuti. Per me la fotografia è la volontà d’incontrare l’altro, di vedere dove vive, il suo paese, la sua cultura”.
Percorrendo le sue immagini, si trovano i volti della cultura mondiale: da un timido e defilato Samuel Beckett a una solare Marguerite Yourcenar, da un William Burroughs in versione borghese al geniale Roland Barthes, fino al giovane
Renzo Piano che posa dietro al suo Centre Pompidou. E poi visi anonimi, che parlano di bellezza e fatica, ma anche ritratti di città: Aleppo, il monte Athos, Alessandria e le recenti foto siciliane.
Ogni scatto di Carlos Freire è un incontro, a cui il pubblico partecipa coinvolto.