L’ex-deposito delle locomotive a sant’Erasmo, sul lungomare di Palermo, appena fuori dal centro storico, è stato per molti decenni un luogo di transito ed insieme di lunghe soste. Abbandonato e poi dimenticato, è tornato quest’estate alla città quale luogo di nuovi incontri, nuovi passaggi e nuove attese ancora: uno spazio della migliore archeologia industriale che si scopre, quasi per naturale vocazione, un osservatorio privilegiato sulla produzione artistica contemporanea.
Il grande openspace dell’ex-deposito ha ospitato così, negli ultimi tre giorni di agosto, il progetto fuori porta della galleria romana Autori Cambi: una nutrita selezione di proposte divise in tre differenti sezioni e caratterizzate ciascuna da temi o opzioni linguistiche ben precise.
Il tema del viaggio è il filo rosso che ha legato le proposte a cura di Laura Garbarino per la prima sezione di video in mostra. Il mare e le sue tante storie sono stati raccontati da diverse, e mai scontate, angolature nei lavori di Marzia Migliora (Efi, 2002), di Margherita Morgantin (Mari da calmi a leggermente mossi, 2004), Meris Angioletti (Pedro&Linh, 2003), Ene-Liis Semper (Door, 2002), Zilla Leutenegger (Oh mein Papa, 2001) e Marinella Senatore (Time is running out, 2004).
Matteo Boetti ha preferito invece puntare sugli artisti con cui ha lavorato nei due anni di attività della galleria Autori Cambi. Accanto alla pittura di interni di Gioacchino Pontrelli e all’ultima serie di neri su bianco di Alessandro Bazan, si trovano così la video-installazione di Marco Papa e i film di Gina Tornatore Dead finks don’t talk (2002) ed il più recente Outer and Inner actions: condensazioni, ridotte all’osso, di immagini in movimento come segni-gesto di un universo intimo e istintuale. Ancora video nelle proposte di Marina Fulgeri, con il suo London East End, e di Luca Buvoli, con i “collages” Not a superhero, Inside and Outside Time e Promotional video for: flying practcal beginners (2003). Questa seconda sezione contava inoltre sulle installazioni ambientali di Simone Racheli, Marco Samorè, Sandrine Nicoletta, goldiechiari, Giuseppe Pietronito, Francesco Simeti e Kristine Alksne: i suoi cocomeri colorati hanno fato gola a molti nella calda serata d’inaugurazione. Chiudeva Enzo Cucchi -special guest star dell’evento- con Tutte le cose vanno a amare, opera ideata per la collettiva Autory Party (2003, Autori Cambi).
Thorsten Kirchhoff era il capolista invece della terza sezione video curata da Giuliana Stella. Il suo 48 Crash, rutilante e serratissimo come una clip musicale, immagina un incontro surreale fra la cantante Suzi Quatro –48 Crash è anche il titolo di una sua hit- e il regista Jacques Tati. Ne I fuochi di Sant’Elmo (2001) Francesco Carone è riuscito a ridurre all’accecante luce verdastra di una sequenza filmica di appena sei minuti il kolossal cinematografico Moby Dick. Il lavoro-video Broken Face del gruppo Globalgroove è una variazione continua sui codici linguistici e figurativi dei nuovi media, mentre in Pizzo Sella (2004) Domenico Mangano esplorava, con lucida poesia, il degrado materiale ed esistenziale delle periferie di Palermo. La banalità del reale, infine, imprevedibile nella sua evidenza, si arrestava nei fotogrammi a camera fissa dei due piedi in corsa che si rincorrevano sul tapis roulant del video di Emanale Costanzo Run away/So close (2004).
davide lacagnina
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simpatico il lavoro di simeti...ottimi molti video ..... banale il cipri e maresco a colori ruffianissimo di mangano... che dovrebbe scopiazzare un po di meno che c'e' gente che conosce bene alcune provenienze!
cosi' cosi' l'allestimento...ma... cmq meglio di niente!