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Una mostra difficile, impegnativa – anche in termini di costi -, una mostra che ha richiesto circa due anni di preparativi, una mostra che ha alle sue spalle un lavoro scientifico rigorosamente coordinato ed eseguito dai più grandi studiosi dell’argomento. Con queste parole il Prof. Calabrese, rettore del Santa Maria, sintetizza la genesi de “La memoria di Cristo”. Si è notato che nel mondo esistono 73 copie della Sacra Sindone (quella custodita a Torino), tutte e settantatre venerate e fatte oggetto di culto pur essendo copie. L’idea, che ha generato una esposizione probabilmente unica nel suo genere, è stata quella di esporre almeno le copie italiane del sacro sudario. Il risultato è una mostra che raggruppa tutte le copie italiane e in più la copia più antica: un telo di piccole dimensioni, risalente al 1516 e custodito nella Chiesa di Saint-Gommaire a Lier in Belgio. Qualcuno ha fatto risalire tale opera addirittura al grande Albrecht Dürer. La sindone più moderna è quella del 1933 relizzata da Oreste Visone grazie alla disponibilità di alcune foto scattate in occasione dell’ostensione del 1933; una copia di una foto dunque.
Tra questi due estremi sono esposte, in un allestimento di grande suggestione progettato dall’Arch. Canali, altre dodici sindoni (in tutto sono quattordici). La più famosa probabilmente è quella di Inzago (vicino Milano) già possieduta da San Carlo Borromeo e venerata in San Pietro da Giovanni Paolo II, durante il giovedì santo del 1985.
Praticamente tutte le opere, in occasione della mostra, sono state restaurate, sono stati rifatti i supporti – che stavano spesso marcendo e dunque compromettendo la conversazione dell’opera stessa – e eliminate le piegature. Un aneddoto è quella della sindone più meridionale, conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta di Ripalimosani di in provincia di Campobasso: quando si è trattato di andarla a prendere per portarla a Siena tutto il paese ha assistito allo smontaggio ed al trasporto della reliquia.
Di grande interesse sono le modalità di copiatura: a volte la copia veniva posta addirittura a contatto della vera sindone durante le ostensioni. C’è da dire che la stragrande maggioranza delle copie risalgono al ‘600 periodo in cui, per l’appunto, le ostensioni erano frequentissime. Eccezionale da notare il fatto che comunque tutte le sindoni sono diverse, ciascuna dipinta secondo la sensibilità della sua epoca e secondo i gusti del periodo in cui è stata concepita.
Un’ultima chicca è la presenza in mostra di una foto a grandezza naturale della Sacra Sindone di Torino, concessa non senza qualche difficoltà dall’Istituto di Sindonologia.
Il catalogo, edito da Protagon, è un vero libro che diventerà verosimilmente un grande strumento di lavoro per tutti gli studiosi del settore. Gli interventi sono di grandissimo spessore (Calabrese, Falassi, Fabbri ed altri), tutta l’opera editoriale è a cura di Ferdinando Molteni curatore della mostra.
All’inagurazione presentissima la compagine ecclesiastica degnissimamente rappresentata dagli arcivescovi di Siena e Torino.
massimiliano tonelli
“La Memoria di Cristo – Le copie della Sindone, verità di fede e verità storica” Siena, Santa Maria della Scala, Piazza Duomo 1. Fino al 30 settembre. Ore 10 – 18. Tel 0577224811. Catalogo £ 45000 Accesso disabili: SI, lingue straniere: NO, bar/ristorazione:SI, audioguide: NO, servizi igienici: SI, bookshop: SI, tempo di visita: 50min
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