Chi, girando per Roma, non si è imbattuto in meraviglie architettoniche come la Porta del Popolo, Sant’Andrea della Valle, Sant’Ivo alla Sapienza o meglio il Colonnato del Bernini a San Pietro in Vaticano? Ebbene si, tutta – o quasi – la Roma barocca che è arrivata fino ai nostri giorni è stata opera e idea di un unico grande pontefice: Alessandro VII Chigi.
Fabio Chigi (cosi si chiamava il Papa), tuttavia, romano non lo era affatto e la sua città, Siena, gli dedica oggi – nel compimento del quarto secolo dalla nascita – una formidabile esposizione che descrive le vicende del personaggio da un punto di vista strettamente senese. Benché partito per Roma all’età di 27 anni e mai più ritornato prima di diventare Papa (all’età di ’56), Fabio Chigi restò sempre legatissimo alla sua patria tanto da innescare un nuovo rinascimento nella città toscana che, dopo l’epopea medievale, vedeva la sua stella offuscarsi sempre più a vantaggio di Firenze.
La mostra è ospitata in due sedi. I dipinti, gli schizzi, i libri riguardanti la vita pubblica (di legato pontificio prima e di papa poi) di Fabio Chigi sono esposti nella quadreria di Palazzo Pubblico. E’ qui possibile ammirare la grande potenza progettuale e realizzativa che ebbe il regno di Alessandro VII il quale, seppur innamorato della pittura, della scultura e della letteratura, fece dell’architettura la sua arte preferita. Se è vero che il sodalizio con il Bernini portò alla creazione della Roma secentesca è anche vero che il grande architetto napoletano fu portato anche Siena per creare la Cappella Chigi all’interno della Cattedrale; sono documentati tutti i progetti, realizzati e non, delle grandi architetture chigiane, una serie di opere provengono dal feudo di Ariccia che – per ordine del Papa – venne progettato come una piccola Siena sui Colli Romani sempre dal Bernini, questa volta coadiuvato da Carlo Fontana . Ne esce dunque l’immagine di un Papa non solo concentrato sulla creazione della Roma moderna ma anche molto attento alle sorti della sua città natale.
La seconda sede della mostra è Palazzo Chigi Zondadari, anch’esso affacciato su Piazza del Campo e costruito dalla famiglia durante gli anni del pontificato. E’ stata proprio la famiglia, ancor’oggi proprietaria dell’immobile a concedere il piano nobile per l’allestimento della sezione che riguarda la vita privata del Papa. All’interno degli splendidi saloni patrizi è presente anche un busto del Bernini appartenente ai discendenti della famiglia e mai esposto in pubblico, da segnalare anche un ritratto del Baciccio (foto), uno dei grandi artisti di cui il Chigi amava circondarsi.
Completata la visita, non lunga ma intensissima, alla mostra consigliamo i lettori a visitare la Siena di Alessandro VII partendo dal Duomo, dalle Chiese dell’Annunziata, di San Girolamo e di Sant’Agostino fino al Palazzo Chigi di Via del Casato dove nacque nel 1599 il futuro papa. Per chi avesse ancor più tempo non possiamo non consigliare una visita a Cetinale (la villa che Flavio Chigi – nipote del Papa – si fece costruire nei dintorni di Siena da Carlo Fontana) o nel borgo di San Quirico d’Orcia, tutti possedimenti della nobil casata senese.
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Anche questo Papa non aveva dato il giusto spazio al vero genio di quegli anni che era Francesco Borromini. L'unico papa che lo fece - è l'unico papa che ebbe occhio lungo nell'architettura in quegli anni - fu Innocenzo X Pamphilj...si proprio quello immortalato da Velasquez e, qualche anno dopo, da Francis Bacon.
Ed allora i Papi contemporanei? Ti pare che diano spazio ai geni di oggi? Mo se beccamo sto Meier con la Chiesa del 2000!
in effetti sarebbe interessante un discorso sul mecenatismo (inesistente? nascosto?) dello stato pontificio oggi !!