Inaugurato nel 2001 il suo terzo anno di attività, la Fondazione Sergio Vacchi si è sempre dimostrata sensibile alle contaminazione ed al dialogo tra le arti. Letture, recite, performance musicali e canore hanno sempre accompagnato le inaugurazioni al Castello di Grotti. Per questa mostra, che chiude la stagione 2001, è il teatro ad essere protagonista.
Non parliamo del classico spettacolo a corredo del vernissage ma di una serie di dipinti realizzati proprio dal padrone di casa, Sergio Vacchi, tra il 2000 ed il 2001. L’immagine algida e regale di Greta Garbo e la maschera severa e volitiva di Giorgio Strehler campeggiano nei lavori di medio e grande formato allestiti nelle ex stalle del Castello. “Ammiro Giorgio Strehler perché lui è stato il creatore del ritmo ”, con queste parole il pittore bolognese apre il dibattito-intervista di presentazione della mostra.
‘La Chiamata Deserta’ è l’atto che Strehler invano compì nei confronti di Greta Garbo (la sua grande diva cinematografica) affinché abbandonasse il suo esilio per interpretare il ruolo di protagonista in Due volte sola, il film che il regista voleva dedicare alla mitica Eleonora Duse (la sua grande diva teatrale). Il testo, di data incerta ma probabilmente risalente agli anni Sessanta, è uscito lo scorso anno per i tipi della casa editrice Aragno ed ha influenzato profondamente la sensibilità del maestro emiliano; oltre ai vibranti ritratti (la Garbo, Strehler, la Duse), l’opera più significativa è appunto ‘La Chiamata Deserta’: in un ambiente ovattato immerso in una New York asettica e monotona il maestro rivolge un accorato appello alla divina Garbo forse già immaginandosi l’inevitabile rifiuto.
Durante l’inaugurazione si è tenuto, all’interno dello spazio espositivo, un convegno che ha visto la partecipazione di Andrea Jonasson, vedova del regista, ed i critici Ugo Ronfani e Tullio Kezich. Letture, proiezioni di video e riflessioni sul grande maestro triestino hanno accompagnato l’inaugurazione della mostra. Nel piccolo ma completo catalogo testi dello stesso Sergio Vacchi, di Ugo Ronfani e di Nicola Micieli.
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massimiliano tonelli
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Bello l'articolo e veramente interessante la mostra. La divina Greta Garbo e Giorgio Strehler due figure degne di nota.