23 ottobre 2000

fino al 13.I.2001 Jim Dine Siena, Magazzini del Sale e Palazzo delle Papesse

 
Dopo aver dipinto il Palio del 2 luglio scorso l’artista americano è protagonista di due manifestazioni complementari a Siena…

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Tutto ha inizio nei primi giorni d’estate, verso la fine di giugno del 2000, quando nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico, in Piazza del Campo, viene presentato il drappellone che andrà ad arricchire il museo della contrada vittoriosa nel Palio del 2 luglio seguente.
L’opera che ha affascinato, quel giorno, il pubblico della presentazione recava una madonna tristissima e drammatica disegnata da Jim Dine , uno dei più grandi artisti contemporanei in assoluto e genio indiscusso dell’arte statunitense a cavallo tra New Dada e Pop Art.
Oggi Siena rende omaggio all’artista americano con una serie di manifestazioni che fanno da eco a quelle organizzate dal Guggenheim di New York solo un anno fa.
In due sedi distinte sono esposte le opere giovanili e le opere degli ultimissimi anni di Dine. Vediamo nel dettaglio le due esposizioni.
Jim Dine 1960-1970 – Opere dalle collezioni private italiane.

Nelle sale del primo piano del Palazzo delle Papesse viene mostrato il grande interesse che Dine suscitò nei collezionisti italiani già a partire dagli anni sessanta quanto il maestro aveva ancora meno di trent’anni. La mostra si configura dunque come un omaggio duplice: all’artista ed ai collezionisti. Non a caso l’evento è collocato all’interno del programma Collezionismi, uno dei più importanti cicli del Palazzo delle Papesse, che nello scorso appuntamento ha presentato le opere della Fondation Cartier di Parigi.
I dipinti, eccezionali per qualità e dimensioni, esplicitano le idee che, in quegli anni, permeavano la poetica di Dine. L’artista di Cincinnati afferma, anche per rispondere ai critici che lo collocano all’interno del movimento Pop: “…più che le immagini popolari mi interessano le immagini personali…”. Tutte quelle immagini e quei soggetti che dunque fanno parte della sua vita di uomo e di artista. Le opere esposte alle Papesse sono la sintesi di queste affermazioni, i soggetti sono feticci di una vita normale. Troviamo cravatte nere o colorate, utensili, posate collocate all’interno di mondi capovolti, badili, troviamo grandissime campiture scritte che anticipano i suoi poemi visuali degli anni più recenti. Alcune foto di Ugo Mulas , scattate negli anni sessanta nello studio dell’artista documentano il lavoro anche su un quadro, Name Painting, presente in mostra.
Jim Dine: photographs 1997 – 2000
Nella mostra allestita nei sotterranei di Palazzo Pubblico sono esposte le opere recenti e recentissime di Dine. Negli ultimi anni l’artista si concentra sulla fotografia creando uno stile nuovo che lo porta a creare delle sorte di set cinematografici che vengono poi immortalati dalla macchina fotografica e, spesso, ritoccati al computer. Notiamo alcuni temi ricorrenti come quello degli uccelli, dei materassi, dei teschi e delle conchiglie. Le opere sono strutturate in sovrapposizioni e fotomontaggi, spesso sulla parete di sfondo della foto è presente una lavagna sulla quale sono scritti i pensieri dell’artista. Questo nuovo schema, i poemi visuali, consente a Dine di “accedere al suo inconscio in un modo molto immediato”, come dichiara il maestro stesso.
Le grandi opere (tutte alte non meno di due metri) sono collocate perfettamente all’interno degli spazi dei Magazzini del Sale. Per chi volesse approfondire ulteriormente una opera recentissima di Dine, appunto il Palio del 2 luglio 2000, è visitabile nel Museo della Contrada dell’Istrice.
Il Catalogo (bilingue) della mostra, edito da Gli Ori, è diviso in tre parti. Nella prima un saggio storico di Alessandro Falassi è accompagnato da un reportage fotografico sul palio del 2 luglio 2000 di Giovanni Santi. La seconda parte pone l’accento sui collezionisti e sulla loro vita al fianco di opere da loro custodite anche per trent’anni. La terza parte è dedicata ai digital prints esposti nei Magazzini del Sale di Siena.

massimiliano tonelli

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“Jim Dine”, Palazzo delle PapesseVia di Città 126, ore 12-19. £ 9000/6000, info papesse@comune.siena.it, tel: 0577226121
Magazzini del SalePiazza del Campo 1, ore 10-18, £ 12000/7000 info: 0577292201, stampa@comune.siena.it
Catalogo: Gli Ori (50.000£)


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6 Commenti

  1. ho sentito un’intervista a Dine e in verità non diceva cose molto interessanti nè molto intelligenti, non credo si spacchi la testa a pensare..un’artista non dovrebbe quantomeno pensare?

  2. Per Franny: certo, un artista DEVE pensare. E’ roba che attiene al suo lavoro. Tuttavia non bisogna pretendere a tutti i costi che il livello della sua comunicazione orale o scritta faccia il paio con quella della sua arte. E’ pur vero che alcuni artisti sono anche grandi e profondi parlatori (lì per lì mi viene in mente il maestro-prof. Pozzati), eppure gli artisti hanno scelto il loro mezzo di comunicazione, l’arte, considerando fosse quello il migliore per loro. In sostanza il vero pensare, il vero parlare dell’artista sta nella sua arte. Scontato, ma non bisogna dimenticarlo. Credete più in ciò che fanno che in ciò che dicono (gli artisti), eccezioni a parte.

  3. Per Vale: con ciò senza togliere nulla al lavoro della nostra grande (non solo di statura) amica Paola Nicita, che ci delizia con le sue chicche siciliane (vedi le recenti interviste).

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