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fino al 13.V.2001 | Le Repubbliche dell’Arte: Germania | Siena, Palazzo delle Papesse

di - 1 Marzo 2001

“…ci è passato sopra un ‘panzer’ ma ce l’abbiamo fatta!”. Sono queste le impressioni di un soddisfattissimo Sergio Risaliti – direttore tuttofare delle Papesse – il giorno seguente l’inaugurazione/evento dello scorso sabato 24 febbraio. A dire il vero le cose erano iniziate ben una settimana prima grazie alla trovata del pre-opening (di cui vi avevamo parlato in una notizia di primo piano) che ha letteralmente consentito ai visitatori di montare la mostra assieme agli artisti ed ai curatori. Il tutto nella logica di un ricorrente cliché che vede la Germania come imponente cantiere al centro dell’Europa, come gigante – suo malgrado – sempre in costruzione. Un gradevole e interessante sunto del pre-opening è presentato sul muro all’ingresso del museo dove sono proiettate le immagini girate durante la settimana precedente l’inaugurazione da My-tv.
Il risultato del pre-opening, dunque dell’allestimento delle opere, è la mostra che percorre i tre piani del museo. Senza tema di smentita ci sentiamo di confermare l’impressione di Risaliti: si tratta di una esposizione massiccia, si tratta di un evento che porta a Siena per più di due mesi una grossa percentuale del sistema dell’arte tedesco.
A Gianfranco Maraniello e Barbara Stainer – entrambi giovanissimi curatori – il grande merito di aver fatto entrare in questo magnifico palazzotto cinquecentesco, tutto o quasi quello che si chiama arte oggi in Germania.
Gli artisti sono 21 e le opere spaziano tra i video, il figurativo, le performance, l’arte digitale, la fotografia ed il design. Le chiavi interpretative a disposizione sono infinite, si tenterà di individuarne alcune; dei fili conduttori . Un tema molto presente è quello del cliché: Amburgo, come Siena, è una città perbene e perbenista|, I tedeschi sono crucchi e mangiano porcherie|, Italia, pizza, mafia, spaghetti e mandolino. Su questi e su altri stereotipi si sono confrontati molti tra gli artisti in mostra: il tappeto presentato da Rupprecht Matthies ci conduce visivamente attraverso luoghi comuni ed espressioni banali; il lavoro di Monica Bonvicini è teso a decostruire i clichè ancora esistenti nell’universo maschile e maschilista; su una immagine stereotipata come quella dei paesaggi toscani si basa l’installazione di Christian Jankowski che nella serie di videoclip titolati ‘Commercial Landscape’ arriva a chiedersi cosa sarebbe la Toscana senza le merendine del Mulino Bianco…Christoph Schafer presenta nel cinema delle Papesse un video che vuole mettere in discussione l’etichetta di città perbene e ordinata di Amburgo e colloca all’ingresso del museo una piccola VolksWagen che fa il verso alla Jaguar protagonista del film ‘Meaning Making Taxi’ ambientato nella città tedesca.

Ha un fascino tutto suo il tema del viaggio, anch’esso presentissimo in mostra grazie ad artisti come Antje Shiffers che fingendosi squattrinata ha girovagato dalla Germania a Palermo barattando suoi quadri in cambio di ospitalità e cibo. Tutte le opere che le hanno permesso di sopravvivere sono in mostra. Dorothee Albrecht viaggia con il suo net.tours-Bus alla ricerca di gruppi sociali marginali e di nicchia.


Hanno ragionato sulle problematiche della città e della metropoli un altro gruppetto di artisti, tra questi i Superflex hanno ricreato grazie alle nuove tecnologie digitali una città ideale su internet ad uso della comunità italiana di Wolfsburg (foto). Hertzisch & Page hanno costruito un finto ingresso di garage sotterraneo nel muro esterno delle Papesse in una città come Siena, di fatto inaccessibile alle auto. Dedicate alla città sono le algide immagini in bianco e nero di Gabriele Basilico.

In un paese che ha subito molteplici strappi non mancano artisti che si cimentano e che lavorano sulla memoria. Ecco allora le mappe mentali incise da Franz Ackerman nella sala principale del primo piano che fanno da crocevia per il visitatore e che dialogano con l’installazione dedicata dalle sorelle Anny e Sibel Ozturk alla loro vecchia casa anni ’70.

Il ciclo ‘Le Repubbliche dell’Arte’ , con questo terzo e penultimo appuntamento che precede quello di fine 2001 dedicato ai Paesi Nordici, ha condotto il pubblico attraverso quella lacerazione che va dalle cupole di Gerusalemme ai gayser di Reykjavik. Un percorso non solo artistico ma anche culturale e quindi necessariamente sociale. Per chi si occupa e si appassiona di arte contemporanea, l’evento è da annoverare tra quelli imperdibili della stagione.

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>Papesse.org

massimiliano tonelli
vista il 25.II.2001

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“Le Repubbliche dell’Arte: GERMANIA”, Siena Palazzo delle Papesse. Via di Città 126. Ore 12-19. info: 057722071. papesse@comune.siena.it; <a href="http://www.papesse.org" target="www.papesse.org
>Papesse.org
Dal 17 febbraio al 13 maggio. Accesso disabili: SI, Servizi igienici: SI, Bar/Ristorazione: NO, Audioguide: NO, Bookshop: SI, Lingue straniere: INGLESE, Tempo di visita: 120m. Catalogo: brochure 10.000 (caldamente consigliata).


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  • A quanto pare trattasi di qualcosa che resterà nella storia...si sono già fatti esperimenti simili?

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