12 dicembre 2000

fino al 14.I.2001 I diritti umani nel mondo contemporaneo Siena, Santa Maria della Scala

 
In un giorno del 1990 Nelson Mandela - pochi mesi dopo la sua liberazione - e Daisaku Ikeda si incontrarono e decisero di portare in giro per il mondo la cultura dei diritti umani...

di

I diritti umani nel mondo contemporaneo” è la mostra itinerante per eccellenza. Basti pensare che l’idea di presentare, al confine tra documentario e denuncia, la situazione dei diritti umani del mondo venne nel 1990 a alcune personalità come Nelson Mandela e Daisaku Ikeda (presidente dell’istituto internazionale buddista Soka Gakkai). E da dieci anni l’esposizione non fa altro che aggirarsi tra il Giappone e la Svizzera, tra la Gran Bretagna e la Germania fino in Italia (già centomila visitatori nelle tappe precedenti a Siena) con l’obiettivo di trasmettere il messaggio della tutela dei diritti umani.
La mostra è un vero strumento documentario, un filo conduttore fatto di immagini, talvolta splendide talvolta raccapriccianti, ma soprattutto di dati numerici, di tabelle che spesso lasciano poche speranze di soluzione.
Manifesto
Sono quattro le sezioni che trovano spazio all’interno di Santa Maria della Scala: si inizia dal concetto di ‘diritto umano’ nato nell’antichità e sviluppato dalla Rivoluzione Francese e poi dalla Dichiarazione dei diritti Umani del ’48; si arriva fino alla quarta sezione dovo sono presentati dei casi umani di personalità che si sono impegnate per la causa dei diritti umani.
Senza dubbio significativa ed evocativa la scelta del contenitore per la mostra: lo Spedale di Siena già dal medioevo era l’esempio di accoglienza e di tolleranza verso i bisognosi (trovatelli, malati, pellegrini), la mostra – composta da 90 pannelli con oltre 170 fotografie – è accolta nelle sale del Santa Maria proprio in corrispondenza del 52° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

link correlati
Mostradirittiumani.it

massimiliano tonelli
mostra vista il 9.XII.2000


“I diritti umani nel mondo contemporaneo”, Siena, Santa Maria della Scala, Piazza Duomo 1. tel 0577/241363. email infoscala@comune.siena.it, www.santamaria.comune.siena.it. Dal 9 dicembre 2000 al 14 gennaio 2000.
£ 10.000/8.000/5.000 Ingresso disabili: SI, servizi igienici: SI, bookshop: SI, bar/ristorazione: SI, audioguide: SI, lingue straniere: NO, catalogo in mostra.

[exibart]


7 Commenti

  1. concordo in pieno
    anche se non ho visto la mostra
    in qualche altro sito ho letto una recensione su questa mostra, ma si capisce che chi l’ha scritta (la recensione) della mostra ha visto solo…..il catalogo
    Bravi

  2. Mi scuso per la recensione forse poco sentita. Tuttavia alla mostra ci sono andato davvero – come sempre – precisamente sabato verso le 14.30 proprio quando la stavano montando, c’erano pannelli dappertutto, vasi di piante e fiori e qualche amico dell’associazione buddista che mi ha accompagnato per il percorso espositivo.
    Ciao

  3. Colgo l’occasione dell’osservazione fatta per fare una precisazione, riguardo ad Exibart.
    Al contrario della massima parte degli e-magazine, Exibart è il frutto del lavoro di 50 persone sparse in Italia (e qualcuna all’estero). Ciò vuol dire che le radazioni cittadine (di fatto regionali) sono composte da un redattore e dai corrispondenti che effettivamente operano in quella zona.
    Una delle regole che mi è stata posta quando ho cominciato a lavorare per Ex (che ritengo giusta) è che le recensioni si fanno SEMPRE DOPO AVER VISITATO PERSONALMENTE LA MOSTRA.
    Ci sono pure, accanto agli articoli, notizie brevi, commenti ad articoli di altri giornali o riviste, ecc., ci sta pure che una recensione venga meglio di un’altra, tuttavia sia sicuro il lettore che quanto si scrive è frutto del nostro sacco. Piuttosto invito a dubitare di altri testi esistenti nella rete: è noto, solo a noi finora per la verità, ma a questo punto è bene tirarla fuori, che moltissimi siti attingono generosamente a Exibart, certe volte citando la fonte (e fin qui va bene) certe altre modificando qualcosa (ed è capitato che ciò accadesse relativamente al solo nome dell’autore). Non stupitevi neppure di trovare, in giro, perfino traduzioni degli articoli di Exibart in giapponese o altro.
    Tutto ciò affinché non si perda di vista l’ordine delle cose. Con ciò, ribadisco, non voglio ASSOLUTAMENTE censurare le critiche agli articoli, che sono anzi ben accette e ci spingono a lavorare meglio.

  4. Exibart copiato????
    Nooooooooooooo

    Guardate qui:

    http://www.artinvest2000.com/mostre_nazionali_2.htm
    (sottratte tutte le schede tecniche delle mostre in tutte le città in cui è presente una redazione di Exibart)

    e qui:

    http://www.worldart.it/mostreit1.htm
    (sotratto tutto il calendario)

    e qui:

    http://www.flashgiovani.it/arte/anet-art1.htm
    (un intero lavoro comparso nella sezione webart di Exibart preso con il copia incolla, e tutto Made in ComunediBologna…)

    e gli ultimi che hanno oscurato le pagine copiate? ne vogliamo parlare?

    http://www.arteinrete.net/mostre.htm (ha tolto la pagina)

    altri le hanno eliminate appena sono stati avvertiti come:

    http://www.travelonline.it/ (ha addirittura eliminato il servizio di guide diffuse sul territorio, considerando che copiavano Exibart)

    http://www.portfolioitalia.com/ (prendevano gli articoli togliendo la firma. Anche loro non lo fanno più)

  5. Al misterioso accusatore:
    1. E’ curioso notare che in http://www.worldart.it/mostreit11.htm da te citato, vi sia l’errore della doppia citazione della mostra della Guggenheim (“Arte della California” e “Arte californiana…”). Questo errore, frutto di una sovrascrizione mia al lavoro della redazione, lo avevo fatto correggere da un pezzo (ho ancora l’e-mail in cui pregavo di rettificare). Come hanno fatto a fare lo stesso errore? Non parliamo della veste grafica di questo calendario, ma passiamo oltre. E’ bello vedere come l’elenco di queste mostre veneziane ripercorra quasi pedissequamente i miei movimenti a Venezia. Niente di male, le mostre più importanti è logico che se le facciano tutti, ma vi prego fatemi conoscere il tizio che è andato, fra tutte le decine gallerie veneziane, alle sole Contini e alla A+A, evidentemente qualcuno che ha una particolare passione per Mitoraj e per l’arte slovena (si vedano i miei articoli su Mitoraj e Lubiana), dato che la A+A è finanziata dal Ministero della Cultura di quel paese.
    2. In calce alla pagina http://www.artinvest2000.com/mostre_venezia.html, notarai la scritta che tutela la riproduzione, anche parziale, degli articoli. Circa la mostra alla Guggenehim di Venezia, vi sono 6 righe, di cui le prime tre sono esattamente l’Abstract da me firmato su Ex; non è difficile notare che quelle tre righe hanno molto più senso legate al contesto più ampio della mia breve storia dei Panza che isolate per conto loro (dicono poco o miente così; quando ho scritto “per palati fini” avevo ancora negli orecchi le frasi scandalizzate di alcuni amici per l’esiguo numero di opere).
    Non parlo dell’articolo di web art perché non è cosa mia (ma non macherò di informarmi).
    Da ultimo: cosa vuol dire che “altri le hanno eliminate appena sono stati avvertiti”? Cos’é? Non se n’erano accorti? Tipo: “Scusa, ti faccio notare che state copiando”. “Davvero? Mi spiace, non me n’ero accorto, ora oscuro. Sai, m’era venuta così … d’inerzia.”
    A quanto detto aggiungo che:
    1° Lascio al nemico il diritto di replica, come giusto (mi spiace solo di non poterlo “aspettare di fuori”).
    2° Che non tornerò più sulla questione anche se so che mi costerà molto, per non annoiare i lettori e perché ho altro daffare che rispondere a queste illazioni.
    Si è toccato, anche per colpa mia, un argomento spinoso, quello dei diritti delle cose della rete. Io ormai ci ho fatto il callo: all’insegna del motto “se copiano vuol dire che piace”, tiro dritto … e, per quello che può servire, vi assicuro che se citerò qualcuno non mancherò mai di citare anche le fonti. Scusate lo sfogo.

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