12 novembre 2001

fino al 16.XII.2001 Leonardo Mattioli Siena, Santa Maria della Scala

 
Spesso si tende a considerare l’illustrazione un’arte di serie B. Si tratta tuttavia di uno stereotipo e di un evidente luogo comune, ce ne convinciamo ancor più dopo aver conosciuto il lavoro di Leonardo Mattioli...

di

Se oggi nel campo dell’illustrazione per ragazzi si tentano strade di ricerca e d’innovazione, così non era negli anni ’50. Vigeva il realismo e l’estetica scontata di Walt Disney mezzo secolo fa quando Leonardo Mattioli si prese la briga di condurre il grande immaginario dell’arte contemporanea d’avanguardia di quegli anni nel mondo della grafica. Le sue prime opere per decorare il Pinocchio di Collodi risalgono al 1953 (l’editore era Vallecchi di Firenze) e segnano una cesura ed anche Leonardo Mattioli, Il pane che uccide, manifesto denuncia degli incidenti sul lavoro, 1972 un piccolo scandalo artistico. I colori di Picasso e di Legér, le suggestioni di Braque e le forme di Depero venivano condotte, attraverso l’eccellente mano di Mattioli in quegli anni poco più che venticinquenne, per la prima volta nell’universo dell’illustrazione. 
Questo pinocchio nero e dinoccolato inserito in scenografie essenziali ma evocative, è solo uno dei lavori presenti nella mostra che il Santa Maria della Scala dedica all’illustratore fiorentino scomparso due anni fa. L’evento, curato da Lorenzo Fontanelli e da Giovanni Mattioli, figlio del maestro, ottimamente allestito in una sala del museo senese, presenta una completa panoramica sulla produzione di illustrazioni di Leonardo Mattioli. Oltre ai suoi due Pinocchio, il primo del ’53 ed il secondo del ’97, troviamo i disegni per la storia d’ambientazione russa Ciuk e Gheck che nel 1956 gli valsero la vittoria al Premio Collodi. Sempre per restare nell’ambito dell’illustrazione, un’ampia sezione è dedicata all’ultimo periodo (anni ’80 e ’90) quando il tratto si fa meno netto, le figure si sfumano e i volumi perdono quelle specifiche caratteristiche futur-cubiste degli anni ’50 e ’60.
In parallelo alle illustrazioni Leo Mattioli lavorò in maniera continuativa per grandi case Leonardo Mattioli, Il consulto dei tre dottori, illustrazione per Pinocchio, ed. Vallecchi, 1953-4 editrici nazionali ricoprendo la carica di art director; in esposizione sono numerose copertine di saggi e pubblicazioni edite da Sansoni, Guaraldi, Le Monnier, Vallecchi di cui l’artista curò il progetto grafico.
La mostra si conclude rendendo conto dell’ampia ed articolata produzione di manifesti da parte del Mattioli. La committenza quasi sempre pubblica ha permesso all’illustratore, durante gli anni ’70 e ’80, di esprimersi felicemente su temi di grande rilevanza sociale e politica. I manifesti sulle questioni del lavoro (la festa del Primo Maggio come la piaga degli infortuni) piuttosto che sugli incendi boschivi, sottolineano l’interessante poliedricità della produzione figurativa di un maestro d’ora in poi da annoverare tra i principali del nostro dopoguerra, non solo per quanto concerne la grafica e l’illustrazione.

articoli correlati
Mediterranea: illustratori per il mare
La xilografia da Durer a Picasso
Settant’anni di manifesti Fiat in mostra a Torino

massimiliano tonelli
vista l’8 novembre 2001


”Leonardo Mattioli”, SANTA MARIA DELLA SCALA, piazza duomo 2, fino al 31.10 10_18 – dal 1/11 10,30_16,30 £ 6000 ridotto 5000. 0577224811, infoscala@comune.siena.it, catalogo edito da Centro Di (Firenze), £ 50.000. Serivizi igienici: SI, lingue straniere, NO, accesso disabili: SI, tempo di visita: 30min, audioguide: NO.

[exibart]

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui