Con la primavera riparte l’attivita espositiva del Castello di Grotti, splendida località nei pressi di Siena dove ha sede la Fondazione Sergio Vacchi costituita un anno fa dall’omonimo pittore e dalla moglie Marilena.
In attesa di una grande mostra di livello internazionale con protagonista Otto Dix (presumibilmente verso la fine dell’estate), è allestita nelle stalle del Castello – restrutturate alla perfezione – una collettiva di artisti più o meno giovani accomunati dalla provenienza fiorentina o senese.
Dunque nei locali della Fondazione si scontrano per l’ennesima volta due città rese nemiche dalla storia e dai secoli, nemiche in tutto e per tutto. Le opere ci fanno viaggiare da una città all’altra, da una sensibilità all’altra in lughi che sono stati la patria di Duccio e Giotto e che ora custodiscono una nuova espressività, un nuovo modo di fare arte. Ed ecco che allora le due città sembrano non più guerreggiare – come fanno, con diversi mezzi, da otto secoli a questa parte – ma iniziano a dialogare, a confrontarsi attraverso la pittura.
Nelle due sale si passa dall’astratto al figurativo, dai ritratti ai paesaggi. I quadri esposti suggeriscono fascinazioni che portano a pensare a Chagall e a Mondrian, da Turner a Wharol ; i paesaggi portano con se la dolcezza, la calma, la quiete che è di queste zone, che è del Chianti.
Due sole citazioni per concludere: Fabio Masoni di Santa Croce sull’Arno del 1940 e il giovanissimo Alison Roux senese del ’69, probabilmente sono di questi due pittori i migliori quadri in rassegna.
Da non perdere il catalogo, edito dalla neocostituita Editrice Fondazione Vacchi, ben fatto con foto ottime e proposto – sarebbe più corretto dire regalato – a 10.000 lire.
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