Già era considerata una di quelle gallerie che ‘fa il mercato’ in Italia e la conferma si è avuta dopo la mostra dei Dormice, affermati come uno dei gruppi emergenti più interessanti del panorama attuale. Dal 24 febbraio alla Galleria Alessandro Bagnai, di questa si parla, è protagonista, con una personale curata da Alberto Fiz, Paolo Leonardo.
Significativo sottolineare il carattere contraddittorio delle ultime esposizioni: un’arte che strizza l’occhio ai media, alla pubblicità, all’attualità, quella dei Dormice, precede una mostra che al contrario dichiara apertamente la supremazia dell’arte sul mondo facile e diretto della pubblicità.
Il ventottenne (!) artista torinese strappa i manifesti pubblicitari dai muri, li porta nel suo studio e vi agisce in maniera violenta e positiva. Osservando le opere in
Il figurativo semplice e elementare del linguaggio pubblicitario, dicevamo, viene violentato e allo stesso tempo posto dinnanzi alla possibilità di riscattarsi. Innalzato. Le sagome dei modelli vengono amputate (nel Polittico 2000) fino a rievocare dei corpi in agonia, crocifissi; i colori industriali cambiano aspetto avvicinandosi ai (non)corpi dei ‘protagonisti’ in una sorta di rifiuto. Sulla limatura di questo rifiuto l’artista lavora. In altre opere resta visibile esclusivamente un viso, forse l’unico elemento degno di abbandonare la non-arte. Un’opera, completamente nera, pare combusta, quasi composta da brandelli di carta svolazzati fuori da un fuoco appena acceso: presenta delle analogie con i lavori di Alberto Burri e cosa faceva il maestro umbro se non ‘ferire’ l’oggetto con l’arte?
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massimiliano tonelli
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credo non sia una manovra, almeno non lo è con la dose di malfede che siamo abituati a considerare. Credo che il fatto che una serie di artisti riesca a convincere cruitica e pubblico (pubblico istruito) sia un fatto che spinge alla promozione degli stessi. Se ci sono dei risultati si è sempre più invogliati a diffondere il messaggio, e da parte dei media appare sempre più evidente la necessità di parlarne. Il circuito è chiaro, quanto irto di perplessità lasciate qua e là...ovvio! Ciò non toglie che esista una galleria che effettivamente ci azzecca, per dirla con parole schiette, come anche ci sta il fatto che qualcuno possa dubitare. Rimane un dato. le opere di questi artisti hanno una valenza che va oltre al fattore "mercato"...se poi la promozione degli stessi sottostà ad una eccellente campagna pubblicitaria...pazienza. Qualcuno fa bene il proprio mestiere.
Paoloooo! Vai all'estero ad esporre. Prendi armi e bagagli e punta a ovest, sempre a ovest, e fermati solo quando trovi "welcome to Soho". Occhio ai meteoriti e agli asini che volano e non farti distrarre dalle donne seminude.
Ho visto il catalogo, è splendido, probabilmente il più bello mai realizzato su P.L.
Sono Massimo Carasi, il gallerista di Mantova a cui fa cenno il messaggio del 04/03/01firmato da Maddy Carlini.
Ci terrei a precisare che la galleria non sta architettando nessuna manovra preordinata ( anche se non colgo esattamente il senso del termine). Se la signorina Maddy Carlini desidera conoscere i meccanismi attraverso i quali una galleria viene pubblicizzata, otterrà una risposta sulla base di alcune elementari considerazioni. Esiste una legge di mercato (non l'abbiamo fatta noi!) per la quale: più una galleria acquisisce spazi pubblicitari, più gode degli onori della cronaca. Oppure : una galleria non primeggia nell'acquisizione di spazi ma si costruisce, con fatica, una discreta reputazione per la coerenza e l'originalità delle sue scelte. La nostra è attiva dal 1991, come documenta il curriculum sul nostro sito http://www.carasi.it e ha presentato, in anteprima, una nutrita schiera di giovani artisti che oggi godono di un certo rispetto.
Perciò se Roberto Lambarelli e Daniela Bigi (i direttori di Arte e Critica) si sono spostati dalla loro sede romana e ci hanno visitato, dedicandoci il loro tempo e uno spazio considerevole nella loro rivista, questo è dovuto esclusivamente, a loro giudizio, alla qualità delle proposte che la galleria sta offrendo.
Stesso discorso vale per l'interesse che ha suscitato il nostro lavoro in una rivista di impronta totalmente diversa quale Kult.
Ora: Roberto e Daniela, entrambi storici dell'arte, da molti anni intrapprendono una attività di critica piuttosto seria e sono particolarmente sensibili ai nuovi fermenti che si stanno verificando all'interno del panorama nazionale (questa è la motivazione prima, in quanto il più delle gallerie italiane offrono una preponderante selezione di artisti stranieri non sempre di livello qualitativo ineccepibile).
Se la"gentile" Maddy Carlini poi criticasse i motivi per i quali tale scelta è avvenuta, indicando cioè, le ragioni per le quali gli artisti nominati non incontrano il suo favore, solo allora non rischierebbe di apparire un pochino sprovveduta.
Sospetto invece che del lavoro dei vari Leonardo, Gruppo Eya, Sabine Delafon, Pastorello, Alicia Erba ecc. l'amica veronese non conosca un granchè , ne' si sia mai degnata di visitare le personali che si sono tenute nella nostra sede a Mantova (eppure la provincia di Verona è molto vicina).
Kult, che piaccia o meno, incarna la volontà del suo direttore Enrico Cammarrota che si è preso l'impegno di creare una commistione unica in Italia, tra realtà pubblicitaria e mondo dell'arte. Se le sue scelte vertono su artisti che rappresentiamo, esse sono le benvenute (in passato, lo stesso interesse è stato rivolto, d'altra parte, verso gallerie quali Ciocca, B&D ecc.) e ciò che conta alla fine è cosa viene mostrato!
Tanto per completare il quadro è bene che la signorina Carlini sappia che anche la rivista Juliet di Trieste si interessa al programma della galleria con continuità, Artesegno , http://www.temaceleste.com , http://www.gabriuszine.com , per non parlare delle recensioni occasionali sul Il Sole 24 Ore, La Repubblica, nonchè Flash Art Iitalia che ha recensito durante questi anni gli artisti di cui sopra e che si occuperà della mostra di Paola De Pietri inaugurata domenica 25 febbraio. Colgo inoltre l'occasione per ringraziare dell'ospitalità http://www.exibart.it che spesso ci rivolge il suo interesse.
Cordialmente
Massimo Carasi
Mbè!!! che dire??? Ottimo l'intervento del Nostro gallerista. Mi fa piacere osservare che lo spazio dei "commenti alla notizia" viene usato molto bene. Poter assistere a questi scambi di battute, garbate e illuminanti è un privilegio che incontro solo presso le Vostre pagine. Complimenti alla redazione! Venendo alla questione volevo solamente schierarmi a favore del gallerista per quanto concerne la serietà delal galleria che qui presenta, e dalla parte dell'acerrima avversaria, per ciò che compete l'ipotesi avabzata...ma in questo caso non applicata alla galleria citata, ma ad un sistema generale. In breva, le perplessità ci sono certo...ma forse non dobbiamo dubitare di tutti indistintamente! saluti, e volo via!
benissimo! Carasi ha rispsosto e credo anche abbia placato anche gli animi più accesi. ora, mi interesserebbe sapere cosa pensa Paolo di Torino, della definizione che Alf ha dato di arte.
Ma quanto è bello seguirvi si exibart...sapere finalmente come la pensano i galleristi!!!
Complimenti a Carasi. Davvero molto interessante il suo intervento.
Eccellente dibattito in calce a questo articolo. Non ho parole!
Enormi complimenti a Massimo Carasi e al suo rintuzzare le accuse pervenutegli.
Si tratta di un gallerista che si fa vedere e parecchio pur non stando a Roma o a Milano...
Sono daccordo col gallerista di Mantova. All'estero una polemica come questa non avrebbe neppure ragion d'essere. Però, però: i giornalisti non potevano dirlo? Perché nascondersi dietro un dito? Insomma se, come dice Carasi, i giornalisti in causa seguono con regolarità l'attività della galleria perché non lo hanno scritto nella prefazione allo speciale (2-3 righe per segnalare i casi di gallerie di proposta più significative non avrebbero fatto mica schifo) ? Siamo alle solite: il critico si serve e lavora nelle gallerie, ma si guarda bene dal farsi coinvolgere dalle logichette del mercato. Atteggiamento da paraventi!!!!